CAPITOLO 8

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Pov. Jungkook

Chiamai Rebecca per informarla che per una settimana non ci saremmo potuti vedere spesso come facevamo prima e per questo si creò un battibecco. Lei mi accusò che la stessi tradendo con un'altra ragazza ma sinceramente non era così. È vero, mi scappava qualche fugace occhiatina quando vedevo delle ragazze a dir poco stupende e nonostante loro ci provassero le scansavo per il semplice motivo che era già stancante di suo stare dietro una persona. Mi inventai che dovevo trascorrere del tempo perduto con mio cugino perché aveva appena avuto una delusione amorosa. Bugia. Tutte bugie. Ma in fondo cosa poteva saperne non le avevo mai presentato Yoongi e mi ringraziai mentalmente.

"Quindi starete solo voi due?"

"No ci sarà anche Jimin."
"Jimin e perché mai? Cosa c'entra lui in tutto questo!"

"Rebecca lui non è solo il mio migliore amico ma anche quello di Yoongi."

"Stai attento. Non si sa mai!"

"A cosa dovrei star attento?"

"A lui sennò a chi?"

"Beh lo sai."

"No, non lo so. Stai facendo solo una grande sceneggiata per il nulla. E se non la smetterai di parlare in questo modo di Jimin prenderò seri provvedimenti."

"Va bene. scusami!"

Cercai in tutti i modi di azzittirla dicendole le solite cazzate che si dicevano in una relazione.

"Mi manchi e ti amo! Non ti fare mille problemi tesoro!"

"Ti amo anche io!"

L'unico modo per tranquillizzarla era dirle ciò che voleva sentirsi dire. In un anno di relazione trascorso insieme non potevo di certo confermare il mio amore nei suoi confronti, con molta probabilità tutto ciò che provavo si fermava al semplice piacere. Jimin ne era conoscenza e oltre a ribadire il suo odio profondo verso Rebecca, di cui non ne ero ancora venuto a conoscenza del motivo, finivamo di litigare perché secondo il suo stupido senso innato sull'amore io mi stavo accontentando. La verità era che non credevo nell' amore e non sapevo cosa significasse amare incondizionatamente una persona.

Appena aprì la porta mi immobilizzai per un microsecondo per poi sospirare profondamente.

Era da non credere ai propri occhi. Taehyung spalmato sul pavimento come se fosse una sottiletta. E poi mi riprendono quando lo definisco uno sfigato. Volevo che la giornata finisse il prima possibile perché non ero in vena di stare ai suoi giochetti infantili e sarei scoppiato da un momento all'altro.

"Taehyung stavi origliando? Non mi piacciono le persone che non riescono a farsi i fatti propri!"

"Non stavo origliando! Cosa te lo fa pensare?"

"Ah no? Allora perché sei spiaccicato sul pavimento?"

"Non è come credi!"

"Spiega! Sono tutto orecchie!"

Stava cercando qualcosa per terra fino a quando non la trovò. Era un bicchiere di vetro ormai frantumato a causa della caduta.

"Ecco! Volevo chiederti se volessi un bicchiere d'acqua, vedi ho le prove!" disse indicando il bicchiere.

Che scusa patetica non poteva trovarne una migliore?

"Va bene, adesso alzati e non toccare il bicchiere che è rot..." Non riuscì neanche a terminare la frase che quel deficiente urlò.

"Ahiaaa! Oddio adesso svengo! Jungkook chiama l'ambulanza!" disse disperdendosi nel panico più totale.

"Taehyung! È solo un graffietto! Smettila di fare il bambino piccolo!" appena terminai di parlare lo ritrovai accasciato per terra privo di sensi. Ecco perfetto ma perché fa l'opposto di quello che gli dico. Lo presi in braccio a mo' di sposa e lo stesi sul letto. Provai a tirargli degli schiaffetti in faccia e a scuoterlo ma nulla non si voleva proprio svegliare. L'unico modo più veloce e indolore era gettarli dell'acqua gelata addosso quindi riempì una bacinella d'acqua e gliela buttai senza pudore. Era fradicio dalla testa ai piedi però almeno si era ripreso.

CHE PASTICCIO, KIM TAEHYUNG! ~TAEKOOK~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora