13 - La sua voce

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È difficile dopo tanto tempo dare una sequenza temporale ai ricordi. Mi sarebbe piaciuto rileggere le nostre conversazioni di quei giorni, il fiume di parole che un giorno dopo l'altro mi teneva attaccata al cellulare, ma scrivevamo troppo, così tanto che wattpad non riusciva a tenere memorizzate le nostre conversazioni.


Mi inviò dei link, brani scritti da lui e registrazioni di video pubblicati su you tube. Le sue parole ti scivolavano sulla pelle come seta nera, morbide, accattivanti, suscitando e descrivendo emozioni intense, vive, reali. I suoi testi parlavano di sesso sì, ma trattato con una tale venerazione e una tale profondità da essere delle schegge di follia, piccole aperture di luce sfavillante in un mondo di buio.


Il video in bianco e nero che mi inviò a prima vista poteva sembrare che raccontasse una storia come tante altre: un uomo che aspetta un treno alla stazione, scende una donna, i due si guardano, si riconoscono, si abbracciano.  In sottofondo una voce maschile, bassa, profonda, recita una poesia. Le parole e le immagini si fondono, danzano, mostrano non solo la superficie, ma l'esistenza di un legame che non può essere visto, deve essere percepito e vissuto. 


Non trovavo le parole per esprimere la meraviglia di quello che mi aveva inviato. Atroce nella sua bellezza. Era quello che avevo sempre sognato, quello che avevo sempre cercato e che mi metteva uno stato di profonda inquietudine perché sapevo di non possedere un unione di quel tipo.


Bellissimo. Scrissi soltanto. L'hai scritto tu?


Scritto e recitato


A quella risposta andai in iperventilazione. Forse non sarà stato bellissimo, ma aveva una voce da far venire la pelle d'oca.


Hai una voce molto bella. Dovresti fare il doppiatore. Cercai di gettarla sullo scherzo. Già fatto. Rispose. Scrittore, doppiatore, artista, poeta. Non mancava nulla al fascino di quest'uomo che mi scombussolava sempre di più.


Perché mi hai inviato quel link?

 Chiesi  turbata. Lo sai che quello che c'è nel video è quello che cerco da tutta la vita?

Volevo solo farti guardare come sono. Sai la differenza tra vedere e guardare? No. Risposi


Vedere è cogliere la superficie delle cose, guardare è farlo con l'anima, penetrare tutto nella sua vera essenza, oltre le apparenze, oltre le maschere.


Andare oltre le apparenze era un'altra di quelle attività in cui mi esercitavo da una vita e che continuava a sfuggirmi nonostante i miei sforzi. Lui si mostrava a me, ma io cercavo di non guardarlo, cercavo di non vederlo neanche. Perché, vi starete chiedendo? Perché era troppo bello per essere vero.Era ormai evidente che era interessato non tanto ai miei scritti, ma alla mia persona. Percepivo la sua grandezza e la rifiutavo al contempo. Ero convinta che solo le persone che lo meritavano potessero essere amate. Di persona mi ritenevo non particolarmente bella, non particolarmente intelligente, non particolarmente simpatica. Dietro una tastiera però potevo fingere di essere una famme fatale, farmi desiderare e giocare a resistergli. Stuzzicarlo, lasciarmi stuzzicare senza oltrepassare il limite del gioco.

Parola di Mia CagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora