11- Elle come Libro

1K 9 4
                                    

E' passato tanto tempo eppure, nonostante tutto, nel ritornare con il pensiero a quei giorni mi si stringe il cuore nel petto e riprendere il filo del racconto è difficile tanto quanto lo sarebbe aggomitolare di nuovo un nastro di cui si è perso il capo. Allora per quale motivo farlo? Per i pochi ancora interessati? La verità è che questa storia, la mia storia io ho voglia di raccontarla da tanto, tantissimo tempo. Allora la faccio la fatica, lo affronto il tormento di mettere in ordini ricordi e pensieri e mi getto di nuovo in quel mondo di follia. 

L'immagine del mio Mister X che mi proponevano le pubblicazioni su internet non era quella di un master moro, alto, fisico scolpito, ciuffo ribelle agitato dal vento. No. Non era bello.  Di corporatura robusta, giacca e cravatta, i lineamenti del viso ben definiti, un paio di occhiali spessi, non incuteva quel timore reverenziale che avevo costruito nella mia testa.  Ricordo che il suo aspetto non predatorio mi aveva tranquillizzata. Se mi fossi trovata di fronte ad un belloccio ne sarei rimasta intimidita e mai e poi mai gli avrei permesso di mettere anche solo un piede nella mia vita. Diciamoci la verità gli uomini belli sono piacevoli alla vista, ma sono spesso troppo pieni di sé per poter anche solo desiderare entrare nella vita degli altri, con tanto di scuse per gli uomini belli. 

Ricordo di aver pensato di poterlo gestire un uomo come Mister X. In fondo scambiare qualche chiacchiera, farsi dare qualche consiglio da quello che era un professionista che male poteva farmi? Beata ingenuità. 

Mi scrisse dopo poco. Mi inviò il secondo capitolo della mia storia con qualche accorgimento da parte sua. Non aveva riscritto la mia storia, non l'aveva deformata, non l'aveva stravolta, aveva solo apportato quelle poche, piccole modifiche che avevano trasformato una storia in un libro con la elle maiuscola. Ero rimasta a bocca aperta e dopo aver letto un paio di suoi messaggi avevo risposto con un'unica parola: Ancora. 

Non mi interessava il fatto che quella singola parola avrebbe potuto avere un sottinteso sessuale, non mi interessava il fatto di flirtare con uno sconosciuto, non mi interessava nient'altro che non fossero quelle parole scritte nero su bianco che aveva il sapore, l'odore, il tatto, il cuore della perfezione.

Ne avrai fino ad esserne sazia. Mi rispose. 

Non sarò mai sazia. Scrissi. 

Giocavamo entrambi sul sottile filo del flirt, consapevoli di farlo, attenti a non infrangere le regole che segretamente ci eravamo imposti.

Aspettai che inviasse altri pezzi del mio racconto non so per quanto tempo: due, tre ore? Io non stavo lavorando quella mattina e lui? Non mi facevo l'illusione che potesse dedicare tutto il suo tempo a me. Speravo solo che non si fermasse, che proseguisse, che mi insegnasse. 

Sentivo di avere di fronte un uomo dall'intelligenza sottile, dotato di cultura e di un fascino non esplicito che solleticava i miei desideri senza essere troppo invadente e ne volevo ancora. 

Nel capitolo successivo c'era un master, una slave, una frusta. Avevo usato l'immaginazione per descrivere quella scena. Avevo cercato di immedesimarmi nella protagonista e di scrivere tutto dal suo punto di vista: emozioni, movimenti, luci, ombre. 

Per quello che hai scritto ci vorrebbe un dungeon, nella stanza di un appartamento non avresti abbastanza spazio. Osservò. Ecco, avevo pensato a tutto tratte alla cosa più ovvia. 

Hai ragione. Fui costretta a scrivere come una bambina colta in fallo, sentendomi tale.  

Non ti preoccupare. Mi tranquillizzò. Non potevi saperlo, non se non hai chi ti insegna

Era disposto a farlo lui? Sembrava di sì. Sembrava voler dedicare il suo tempo a me, non a altre scrittrici più brave. A dare consigli di scrittura era bravo, molto. Per un istante ingannai me stessa, ben consapevole di farlo, pensando che fosse interessato solo alla mia opera. Con il sospetto che volesse semplicemente fare sesso con me, anche se aveva dichiarato esplicitamente il contrario, aspettati i suoi messaggi come un assetato attende l'acqua fresca.

Parola di Mia CagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora