Di nascosto per non essere vista, con la consapevolezza di andare contro tutti i miei principi, aprii un nuovo profilo, lo chiamai "Mia Cagna" e scrissi tutto quello che mi bruciava nel cuore, scrissi l'urgenza, scrissi l'ardore, scrissi questo nella descrizione del nuovo profilo:
"Ti ho aspettato per così tanto tempo che quando hai bussato alla mia porta non ti ho riconosciuto. Ho combattuto contro di te la battaglia degli amanti che si lasciano solo per rincorrersi, si lasciano solo per ritrovarsi ancora e ancora.
Ti ho graffiato e tu sei rimasto paziente insieme a me.
Ti ho insultato e non hai avuto per me che parole di affetto. Fuoco liquido sulla pelle: questo erano i tuoi messaggi.
Ho paura, ti ho detto mille e mille volte mentre tu volevi inghiottirla la mia paura per trasformarla in forza. Oggi posso gridarlo al mondo. Sei il mio padrone.
Mia cagna ti sta aspettando ancora."
Scrissi e aspettai con la pena sul cuore di tornare ad essere invisibile. Lo ero stata una vita, soprattutto mi nascondevo a me stessa, ma una volta avuto uno spiraglio di luce non volevo più tornare indietro. Essere invisibili, l'indifferenza è peggiore dell'ingiuria. Anche qui, su questo social, per chi scrive la cosa peggiore non è la critica, che sia o meno costruttiva, la cosa peggiore è che nessuno ti legga ed è così facile essere ignorati, essere nessuno.
Non ricordo se diedi il follow a Mister o se gli inviai un messaggio privato. So solo che lo contattai aspettando una risposta che sapevo di non meritare ma che aspettavo in ogni caso.
Lui non si fece attendere, non lesinò la sua presenza.
Hai imparato a scrivere in modo meraviglioso. Mi rispose.
Temevo non mi volessi più. Gli scrissi estasiata dal suo esserci, dal suo desiderare ancora stare con me.
Sorrido. Disse con il suo modo di fare pacato e sicuro che mi aveva sempre dato i brividi. Era rischioso per me stare al cellulare in quel momento per cui lo avvisai.
Ora c'è mio marito. Ti scriverò appena posso.
Con calma. Rispose. Senza fretta.
Lo spirito tornò a viaggiare ad un metro da terra, il sorriso ad illuminarmi il volto. Mi sentivo rinata, leggera come una foglia, emozionata dalla presenza di Mister X.
Dalla finestra della cucina però potevo vedere mio marito che, ignaro di tutto, innaffiava il giardino e la mia spensieratezza si incrinò. Come potevo essere felice mentendogli? Se in principio potevo avere la scusa di non aver cercato nessuno, di essere inciampata tra le braccia di Mister X, in quel momento era l'esatto contrario. Il mio cuore gridava a gran voce "IO VOGLIO" e la mia anima si spezzettava nella consapevolezza di fare qualcosa di sbagliato. Il senso di colpa, graffiante nel suo stillicidio mi perseguitava senza sosta.
Cosa mi hai fatto? Gli chiesi il lunedì seguente.
Ti ho fatto essere.
E' stato tremendo lasciarti. Commentai. Difficile spiegare a parole cosa si agitava dentro di me in quel poco tempo in cui lo avevo pensato di poter fare a meno di lui. Mister X era diventato il mio centro e senza mi sembrava di essere un automa che si muoveva per forza d'inerzia.
Adesso sai cosa significa perdere chi ti guida. Devi fidarti di me. Devi imparare a farlo.
Fiducia. Semplice vero? Nei libri, nei romanzi, nei film, chi non si è immedesimato nella protagonista di turno e ha tifato affinché lei avesse piena fiducia? Nella vita reale è completamente differente. Perché ci sono molti mistificatori, molti avvoltoi pronti a sbranare fanciulle indifese, molti narcisisti che sfruttano la debolezza delle giovani per soddisfare il loro ego. Lui non era in quel modo, io lo sentivo, ma non avevo abbastanza fiducia nelle mie capacità di giudizio per fidarmi non di lui, ma di me stessa.
Sono sempre stata limpida. Gli dissi. Quello che ho sulla bocca ho nel cuore.
Ero davvero convinta di essere come dicevo. Mentivo a me stessa così bene da non poter mettere in dubbio neanche per un secondo il mio operato. Ci sono tanti livelli di menzogna. Ci sono quelli che dicono bugie plateali, del tipo la tua gonna è verde quando invece è blu. Ci sono menzogne più sottili, del tipo "la tua gonna è bella", quando è vero che la gonna in sè è bella, ma su un certo fisico è orrenda. Queste menzogne sono consapevoli e sono anche facili da stanare. Si dicono per cortesia, per formalità, per convenienza, ma si sa di mentire. Le menzogne che dici a te stesso sono difficilissime da guardare in faccia e sono quella parte buia di te che non sei in grado di accettare. Ognuno ha la sua.
Il tuo padrone non toglie. Quanto sei cresciuta con me? Guardati dentro e dillo. Rispose.
Feci come lui diceva. Sono cresciuta tanto gli scrissi. Ma non tradisco mio marito in questo modo?
No. Rispose lui. Un Padrone non toglie, aggiunge. Io aggiungo anche il tuo amarlo. E' farti vedere come sei.
Non capivo quello che mi diceva. Non avevo sufficiente consapevolezza per farlo. Ero convinta di tradire di mio marito e di non poter agire in modo differente. Per mia fortuna o meglio per sensibilità sua, Mister X aveva capito tutto di me e sapeva leggere le mie paure meglio di quanto non facessi io.
Sei sicura che la tua paura sia di ferire tuo marito? O forse hai trovato una parte di te stessa che non vuoi affrontare?
Potremmo anche dire che avevo un'idea di me stessa che poco o niente aveva a che fare con quello che ero davvero, ma sarebbe correre. In quel momento la parte di me che avevo trovato e che mi rifiutavo di accettare era il mio essere troia e il desiderare esserlo.
Quanto vuoi essere troia e godere da troia?
La risposta gridava a squarciagola dentro di me, ma io fuggii ancora una volta. Non voglio parlare di sesso. Possiamo non parlare di sesso per un po'? Raccontami del tuo fine settimana. Chiesi.
Lui mi accontentò. Mi parlò del suo lavoro, di quello che aveva fatto, di chi aveva incontrato e alla fine scrisse: Hai il mio marchio lo sai vero? Lo devi ricordare che hai il mio marchio. E' riconoscere per sempre che sono il tuo padrone.
Il marchio, seppur virtuale mi faceva paura. Era un simbolo, qualcosa di indelebile che mi si era appiccicata addosso e io non volevo che nessuno sapesse del mio essere. Non volevo essere riconosciuta. L'immagine della donna buona, servizievole, amorevole che avevo interpretato fino a quel momento faceva a botte sia con la cagna che con la troia.
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Parola di Mia Cagna
NouvellesVerità o menzogna? Storia vera o di fantasia? È davvero così importante? Forse l'unica cosa che conta è che viene dal cuore ed è diretta al cuore.