5- L'inizio

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Forse sarebbe meglio partire dall'inizio.

Vomitare le parole una ad una fino a non avere più niente dentro.

E poi, poi osservare ciò che è stato da una ogni angolatura per carpire quello che sfugge ad un primo sguardo sommario.

Allora scrivo. Ogni singola frase che mi passa per la testa, riverso sulla carta quello che sono, i miei desideri, le mie speranze, le mie fragilità.

Imparo a camminare mentre sogno di poter volare ancora e ancora.

Con te o senza di te padrone, chissà.

Come era iniziata? Come iniziano tutte le storie. No. Non proprio come le altre. Una donna, un uomo, un incontro. È in questo modo che si parte, no?

Per noi non era stato questo l'avvio.

Era iniziato tutto dalla parola. La parola crea, dona, apre, sogna. La parola genera, cura, rinsalda.
La parola ama la parola e non solo.

Era iniziato tutto da una storia, dalla storia che io volevo raccontare, che mi frullava da tanto tempo nella testa e che non avevo mai avuto il coraggio di scrivere.

Non ne sono capace, non ho tempo.

Scuse. Solo una quantità infinita di scuse per evitare di affrontare il giudice più spietato: me stessa.

Vorrei poter dire di essere stata io l'artefice del mio destino, di aver scelto con consapevolezza la strada che volevo percorrere e di averla affrontata a testa alta. Non fu così, non per me.

Fu il fato a scaraventarmi così in basso nella melma da non concedermi altra possibilità che quella di sollevare la testa per respirare, guardare, vivere.

Dopo il primo alito di vita il secondo era inevitabile. Il terzo divenne quasi automatico e poi, poi respirai il sogno: aprire un profilo wattpad e scrivere.

La ricordo ancora l'euforia della prima pubblicazione, il primo voto, il primo commento. Come si chiamava la mia musa? Angela.
Bellissima, giovanissima, appassionata. Lei mi fece apprezzare la bellezza di scrivere non per me stessa, ma per condividere qualcosa.

Avevo iniziato un percorso quel giorno. Era quello il primo passo di un lunghissimo viaggio fatto di gioia, vitalità, entusiasmo, fatica, tristezza.

Quando ti alzi da terra per la prima volta scopri che il mondo non è quello che avevi visto fino a quel momento, la tua prospettiva cambia in maniera radicale, così come le tue possibilità.

Cadere a quel punto fu inevitabile, così come rialzarsi più forte di prima, con più energia, con più intensità.

Questo avevo fatto io. Avevo scritto una storia, ne bella, ne brutta, solo una storia e quando era arrivata la prima recensione negativa mi ero fatta male, molto.

Forse avrei dovuto smettere di scrivere in quel momento. Forse avrei dovuto smettete di sognare in quel momento. Invece no. Caparbia avevo continuato, un altro profilo, un'altra storia. Più intensa, più vera.

Non più di un capitolo ogni volta che mi ricordavo o ogni volta che scrivere diventava una necessità così impellente da non poterne farne a meno.

Sì, sono capace. Sì, tutto diventa possibile.

Parola di Mia CagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora