Di prima mattina la prima cosa che feci fu scrivere a Mister X: Vorrei che fossi spietatamente sincero con me. Non è un'amicizia che voglio vero?
Rispose: Sei tu che devi saperlo. Quello che penso non ha altro valore.
Non la voglio. Affermai forte delle certezze acquisite dalle discussioni con mio marito.
A volte vorrei non averti mai incontrato. Aggiunsi.
A me? Perché?
Perché sei entrato così a fondo e così rapidamente da impedirmi di ragionare. Per te invece è routine.
Non mi sembra routine. Dimentichi il rispetto che ho avuto di te. Ma tu chiamala routine. Va bene così.
Quando mi accorsi di averlo insultato di nuovo? Forse fu quel "va bene così" detto come chi si sa di non avere niente da dimostrare, niente da temere, niente da giustificare.
Non lo dimentico il rispetto che hai avuto di me. Scrissi. Ancora una volta ti urlo contro.
Esatto. Confermò lui senza aggiungere altro e con l'impeto di chi ha voglia di sputarla la verità che non riesce più a trattenere in gola gli comunicai:
Voglio che tu mi dica sei speciale per me.
Tu hai già il tuo padrone.
Non erano che poche semplici parole, che lasciarono il segno però.
Nella mia testa potevo lasciarlo e riprenderlo a mio uso e costume. Lui mi dimostrò l'esatto contrario. Non era un disperato che aspettava un mio cenno, tutt'altro. Era un regalo ricevuto che io avevo gettato nella pattumiera. In quel momento capii cosa significava l'espressione non si danno le perle ai porci. Non è semplicemente il fatto di non dare cose preziose, ma non si danno perle a chi non può, per sua consapevolezza, riuscire ad apprezzarle. Per essere assolutamente certa e non avere alcuna scappatoia gli chiesi:
Chi è il mio padrone?
Hai chi ti conosce, comprende, sente. Vive con te. Me lo hai detto due volte come se fossi quattro persone diverse. Gli altri sono solo curiosità.
Mio marito. Scrissi. È lui. Piangevo già nel leggere quelle parole? Credo di sì. Come una fontana. Senza freni, senza scopo. Sentivo male al petto e piangevo. Leggevo però, leggevo con il cuore e la mente aperta.
Lui mi concede o non mi concede. Osservai di me stessa. In effetti a guardare bene la situazione, se avevo chattato con Mister X era perché avevo avuto il permesso di mio marito. Anche il vederlo, incontrarlo era una possibilità che lui mi concedeva.
Esatto. Confermò Mister X. C'è e non esiste posto per altro.
Aveva messo il dito nella piaga con semplicità e senza fronzoli. Aveva constato quello che io non riuscivo. Però la mente come un turbinio si attaccava a poche certezze. Posto che quella fosse la verità, il mio sentire usciva da ogni logica.
Allora perché non riesco a strapparti via da me? Perché continuo a desiderarti?
Perché non mi hai avuto e perché non riesci a farmi essere quello che tu vuoi.
Mi stava dicendo che per me lui era niente più di un capriccio, curiosità e questo strideva con tutto quello che provavo. Era difficile discernere. Ero troppo coinvolta emotivamente per poter capire. Sapevo che c'erano tante donne che avrebbero tradito, che lo facevano con semplicità, leggerezza, senza sensi di colpa ed era lontanissimo dal mio desiderio giudicarle in alcun modo, anzi quasi le invidiavo. Io non ero fatta in quel modo. Niente era più lontano da me il poter avere un amante, o una scappatella. Avevo messo a repentaglio tutto quello che avevo costruito fino a quel momento con l'arrivo di Mister X. Non per lui, non a causa sua, ma perché aveva toccato il vivo di una parte della mia essenza; aveva toccato qualcosa di cui non ero neanche consapevole che esistesse. Era arrivato a quell'intimo di me che non avevo mai permesso di vedere a nessuno. A Mister X aprivo porte che non avevo mai neanche socchiuse a me stessa e a tutte le persone che avevo intorno compreso mio marito. Ero convinta di nascondermi al mondo intero. In realtà mio marito mi aveva vista e aveva capito che in veste di marito, in quanto tale nella mia testa non sarebbe mai riuscito a passare.
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Parola di Mia Cagna
Short StoryVerità o menzogna? Storia vera o di fantasia? È davvero così importante? Forse l'unica cosa che conta è che viene dal cuore ed è diretta al cuore.