Prologo

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Mi chiamo Atene, ma quando questa storia è iniziata, non mi chiamavo così.

Fuggire era quello che facevo da ormai due settimane, mentre tutta la Spagna mi cercava, io mi nascondevo, come un topo di fogna in fuga da un gatto affamato.

Per la verità, fuggire era quello che avevo sempre fatto. ero capace di fare solo quello, era l'unica cosa che sapevo fare, l'unica cosa che mi rimaneva, da fare.

Dopo una rapina finita male, e 3 pallottole nel petto di mio fratello, mi ero sporcata le mani di sangue, uno sporco che non avrei mai potuto lavare.

Ero un corpo vuoto fatto di sensi di colpi e rimpianti, che camminava per i vicoli di Madrid senza una meta.

E fu allora, quando stavo per toccare il fondo,che apparve il mio angelo custode, solo che non si può sapere come è fatto un angelo custode.

Camminavo su un marciapiede guardando diritto davanti a me, voltandomi ogni tanto per vedere se ero seguita.
Non avevo la minima idea di dove andare, avevo abbandonato la mia rulotte dopo che una donna aveva segnalato alla polizia la mia posizione, non avevo più niente, non provavo più niente.

Mi voltai per la terza volta e notai un'uomo di mezza età seguirmi, "merda" sussurrai fra me e me, affrettai il passo.

"Signorina!" Sentii una voce alle mie spalle, la ingnorai e continuai a camminare, ancora più veloce, "Clare!" Mi bloccai di colpo, girai sui tacchi e mi ritrovai davanti un tipo con gli occhiali, "Hai un secondo?" Mi chiese calmo, infilai una mano nella tasca e ne feci uscire un coltellino svizzero, lo bloccai contro la parete di un vicolo e glielo puntai alla gola.

"Che vuoi da me ? E come diavolo sai il mio nome?!" Sibilai minacciosa, "ti prego, fammi spiegare, sono qui per aiutarti" allentai di poco la stretta alla gola, per permettergli di parlare.

"Ascolta, ti voglio proporre un affare" cominciò, "una rapina" "no" risposi secca, "non è questa la vita che meriti, tuo fratello non avrebbe voluto questo per te" sbarrai gli occhi, "che cazzo ne sai di mio fratello? Chi cazzo sei!" Alzai la voce, lui alzò le mani.

"Tranquilla, calmati, non voglio farti del male, né tantomeno consegnarti alla polizia, ti voglio solo aiutare Clare, credimi" socchiusi gli occhi, "non voglio più rapinare nulla" ammisi in un sussurro, lui allungò una mano e lentamente la poggió sulla mia spalla, "Clare, ascolta, Matiás non avrebbe voluto questo, fallo per lui, so cosa provi, so quanto soffri, so cosa vuol dire perdere una persona cara, ma sono sicuro che tuo fratello avrebbe voluto una vita migliore per te. Ascoltami, che ne dici di 2400 milioni di euro? Una rapina pulita, ne sangue ne vittime" lo guardai un momento.

"Non so neanche chi sei, perché dovrei fidarmi di te?" Lui sorrise sghembo, "so che è difficile fidarsi di uno sconosciuto, ma voglio offrirti una possibilità, non posso fare tornare in vita tuo fratello, ma con il tuo aiuto posso dimostrare che niente è impossibile. Ti prego fidati di me, non te ne pentirai, sarai milionaria, e so perfettamente che neanche tutto il denaro del mondo colmerà mai il vuoto che hai dentro, ma ti assicuro che avrai di nuovo un futuro, per favore, fidati di me".

Lo guardai con gli occhi lucidi, "ok, ma sappi che il mio coltellino starà nella mia tasca tutto il tempo, e solo un passo falso, vedrai di cosa è capace" lui sorrise, "sei stata la più difficile da convincere, gli altri non ci hanno pensato due volte ad accettare" alzai un sopracciglio, "gli altri chi?" "Seguimi, e lo scoprirai" mi fece l'occhiolino, e decisi di accettare.

Perché? Questo non avrei mai potuto spiegarlo a nessuno.

Perché non lo sapevo.

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora