capitolo 2

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"SPIEGAMI PERCHÉ CAZZO LO HAI FATTO!" urla Denver a Tokyo, lei si limita ad incrociare le braccia intorno alle ginocchia, con lo sguardo basso.

8 ore di rapina
Venerdì 18: 25

"Stanno portando via i poliziotti feriti, annuncia Berlino con una calma agghiacciante, mi sto ancora fissando le mani, con le gambe a penzoloni su un tavolo, mentre gli altri litigano fra di loro. Solo Nairobi si volta verso di me.

"Atene, stai bene?" Chiede preoccupata, non alzo lo sguardo, "si benissimo" rispondo quasi in modo meccanico, lei si avvicina, sento bruciare sulla pelle gli sguardi di tutti i componenti della banda, "Nairobi, va tutto bene" mi prende bruscamente i polsi, "ma...che hai fatto cosa..." Farfuglia, "scusate, devo...devo andare in bagno".
Esco dalla stanza.

"Tokyo" ho ancora gli occhi un po' gonfi dal pianto, ma noto che Tokyo non è messa molto meglio di me, chiudo la porta alle mie spalle, rimaniamo solo noi due.

Mi avvicino, è seduta a gambe incrociate su una sedia, sta fissando una specie di collana, passando meccanicamente il dito su di essa, "Tokyo, che fai?" Mi siedo accanto a lei, non risponde, "Hey, Tokyo" batto la mano sul tavolo, lei alza lo sguardo, "che c'è?" Risponde brusca, "perché lo hai fatto?" Sussurro, poso lo sguardo sulla medaglietta che tiene fra le dita, "cos'è?" Chiedo curiosa, lei sorride malinconica, "sai, in realtà non lo so, diciamo...una piastrina di fidanzamento" risponde tracciando l'incisione sulla medaglietta con l'unghia.

"Te la ha data Rio vero?" Lei alza lo sguardo e incatena i suoi occhi nei miei, "si, è stato lui, ma adesso mi odia" la guardo accigliata, "perché dovrebbe odiarti?" Lei sospira frustata, "non hai ascoltato la conversazione con il Professore?" Scuoto la testa, "beh, mi ha chiesto se avevo una relazione con Rio e ho risposto in modo brusco, gli ho detto che è solo un ragazzino, un passatempo per questi 5 mesi, ma non lo penso davvero, l'ho fatto per proteggerlo" spiega tristemente, le prendo delicatamente la mano, "sai, mi dispiace di essere stata così stronza con te, mi dispiace sul serio, e sappi che non sono una che chiede scusa, o almeno, ora no" "perché ora?" "Se mi spieghi perché sei uscita telo racconto".

"Istinto credo, e poi quando Rio è stato ferito, ho provato la stessa sensazione di quando..." Si blocca, "di quando è morto il tuo fidanzato?" Annuisce, "so perfettamente come ti senti, forse non lo sai ma siamo più simili di quanto credi" spiego, "ah davvero? Hanno piantato 3 pallottole nel petto del tuo ragazzo?" È un po' più acida, "no, di mio fratello" silenzio.

"Abbiamo sempre puntato ad orologerie, mio fratello era il tipo di persona che non ama il rischio, che pensa sempre prima di agire, mentre invece io sono un'impulsiva seriale, così, ho deciso di rapinare una banca, sai, lui non era d'accordo, ma avevamo bisogno di soldi, e io non avevo paura, così... accettò, entrammo insieme in quella banca, ma...lui non ne uscì mai, se non in un sacco nero, era l'unica persona che avevo, nostra madre morì di cancro, avevo 8 anni, lui 11, eppure mi fece da padre, perché il nostro si era dato all'alcol, così, quando lui divenne maggiorenne, mi portò via da quella casa, fece tutti i lavori del mondo, a lui interessava solo che io stessi bene, non si curava mai di sé stesso, nella disperazione, dopo l'ennesimo licenziamento, iniziammo a fare rapine. è difficile comprendere la nostra scelta, ma era l'unica via possibile, così, rimasi sola, e..." Mi guardo i polsi, "ho cominciato a farmi del male.

Questi sono i segni dei tagli che mi facevo, e una volta, ho tentato il suicidio, mi sono tagliata le vene, volevo solo rivedere mio fratello. ovviamente mi affidarono ad una famiglia, avevo ancora 17 anni, non ero maggiorenne, e poi...scusa Tokyo, non ho mai parlato a nessuno di tutto questo".

Lei si asciuga una lacrima solitaria e si sforza di sorridermi, "perché lo hai detto a me? Insomma, tu e Nairobi avete molta più affinità, siete insomma, amiche" le sorrido.

"Si, ma lei non ha passato quello che abbiamo passato noi, telo ho detto, in fondo siamo simili io e te, entrambe impulsive, protettive, ed...entrambe abbiamo perso la persona che più amavamo al mondo, questo ci accomuna Tokyo, ora calmati, fattelo dire, anche un ceco capirebbe che Rio ti ama da impazzire, credimi, io so bene cosa vuol dire odiare, e lui non ti odia, semplicemente tiene così tanto a te che Sele è presa. Tokyo, fidati di me, lui ti ama davvero, ma la domanda è: tu invece? Lo ami così tanto da lanciarti dal ponte più alto se lui telo chiedesse? Ascolta, so che hai perso l'amore della tua vita, ma adesso, sei l'amore della vita di un'altra persona, sei l'amore della vita di Rio, pensaci, l'amore può ferire, ma anche curare le tue ferite, io lo so bene. Adesso vado, il Professore ha detto che ha bisogno di me, pensaci Tokyo, ti butteresti dal ponte più alto se lui telo chiedesse?" Esco dalla stanza.

"Berlino, mi hai detto che il Professore mi cercava, va tutto bene?" Chiedo leggermente preoccupata, "volevamo spiegarti il piano Chernobyl, il Professore si fida molto di te, dice che hai un grande potenziale, e, lo penso anche io" lo guardo negli occhi, siamo molto vicini, "bene emh, allora illustratemi questo piano Chernobyl" mi allontano, "si certo".

Entro nella stanza dei cellulari, e vedo tutti intenti a puntare il fucile su Tokyo, che parla inferocita al telefono con il Professore, "ma che cazzo succede?!" Esclamo, "la vostra storia d'amore ha mandato all'aria il nostro piano di fuga, sei fregata, e anche Rio, la polizia sa chi siete, siete su tutti i telegiornali" quell'unica frase mi fece capire.

"Dio Tokyo, ma che hai fatto?" Il mio tono è esasperato, "avevamo detto nessuna relazione personale!" Esclama Berlino severo, abbasso lo sguardo per un secondo, lei gli punta la pistola, "Tokyo, ora calmati, abbassa l'arma" mi avvicino lentamente, "abbassala, abbassa la pistola" ordina Berlino, "risolveremo tutto, ma non è questo il modo giusto, abbassa la pistola" la incalzo, sposto lo sguardo su Rio, che guarda la scena mortificato.

"Come fa la polizia a sapere chi siete?, Qualcuno mi spiega che cazzo è successo?!" Alzo la voce, "Berlino ha fatto del male a Rio" sussurra Tokyo, mi volto verso di lui, "si può sapere che cosa prende a tutti?! Dov'è finito il piano del Professore? Il tunnel, lo state scavando? Chi sorveglia gli ostaggi? Dovete darvi tutti una SVEGLIATA!" Urlo, "il Professore ci ha preparati a questo per 5 mesi, 5 fottuti mesi chiusi in quella lurida tenuta dimenticata da Dio, quindi muovetevi e ognuno a fare il suo lavoro, e tu Berlino, se metti di nuovo le mani addosso ad un'altro membro della banda, le metto io a te, sarai anche il capo ma dobbiamo smetterla di lanciarci merda addosso!" Sbotto, Berlino mi prende per il colletto, "se mi parli ancora così ti uccido" mi sibila, mi lascia andare con uno strattone, "ognuno ai propri posti" escono tutti.

"Atene, aspetta devo parlarti" mi volto verso Berlino, "se ti riferisci a quella cosa a Toledo, è stata solo una notte quindi vorrei chiudere l'argomento" lui mi guarda severo, "credevi davvero che volessi parlarti di questo? Neanche melo ricordavo, volevo parlarti dei dettagli del piano Chernobyl" brava Atene, che figura di merda.

Eppure ci rimango un po' male, "ma si certo, certo scusa, dimmi pure" "non parlare a nessuno di questo piano, come ti ho ripetuto molte volte è un piano disperato per situazioni disperate, dei membri della banda, solo noi due ne siamo a conoscenza, io tu e il Professore, e così deve essere, quindi anche se telo chiedessero, tu non rivelare nulla chiaro?" Annuisco, "naturalmente, adesso vado a sorvegliare gli ostaggi" "d'accordo".
Che figura di merda.

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora