capitolo 11

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Atene

Mi manca il respiro, "no, no la ammazzo giuro che" lei mi ferma, "tranquilla, si sistemerà tutto" mi tranquillizza.

Tokyo

"Stiamo giocando alla Roulette Nairobi" urla con nonchalasche, "ripassa più tardi" "merda, Tokyo, Tokyo sei impazzita? Cosa stai combinando? Vuoi che vada tutto quanto a puttane per colpa tua?! Rovinerai il piano" strilla da dietro la porta, allontano piano l'arma, con gli occhi leggermente lucidi, "questo è sicuro" mi sibila, mi alzo, "io? Io rovinerei il paino?" "È inutile, non ci riesci, non cela fai proprio a pensare piena di agire! Decelerbrata!" Mi urla, "sarò anche una decelerbrata, ma l'idea di cercare tuo figlio è un enorme stronzata!" "STA ZITTA!" sento urlare da Atene, "ma sentila" la sfotto, sento dei singhiozzi, mi fermo un attimo.
"Tokyo, senti, forse le cose ci stanno un po' sfuggendo di mano, no?" Dice calmo Rio, "non hai detto che restavi al mio fianco? Non si torna indietro" non credo di essere mai stata così crudele.

Sento Mosca bussare alla porta, chiamando il nome del figlio, mentre accecata dalla rabbia, o chissà quale altra emozione, mi avvicino a Berlino con la pistola fra le mani, Rio ha ragione, la situazione ci sta veramente sfuggendo di mano, o meglio, mi sta sfuggendo di mano.

"Tokyo usciamo o no?" "No" ormai la voce mi trema, " magari possiamo-" lo interrompo di nuovo, "NO!" urlo più forte, "abbiamo già votato" "ah, avanti dai, avanti Tokyo, va bene" "Va bene?" "Se è vero che è giunta la mia ora spara,forza Tokyo spara, sono un malato terminale, di sicuro non infrangeresti i miei sogni e le mie speranze, però se il tuo obbiettivo è mettermi paura sappi che, quando mi farai saltare in aria il cervello quella che avrà paura sarai tu" "sono l'unico qui dentro che conosce il piano, non avete la minima idea di come uscire da questa cazzo di trappola!" "Siete voi, che state giocando alla Roulette Russa!".

"AVANTI! DECIDITI" " NO BERLINO!, TI AMMAZZO !" la voce rotta di Atene mi fa chiudere gli occhi, mi tremano le mani, ma prima che possa fare o dire qualcosa, la porta viene buttata giù da Mosca, Nairobi e Atene.

Distinto, punto loro la pistola, ormai non so neanche io cosa sto facendo, è come se il mio corpo si muovesse da solo, lei avanza, e mi tira giù l'arma, respiro a fatica, mi viene da piangere, capii che sia Mosca, che Nairobi, perfino Berlino, avevano ragione, ero solo una povera incosciente.
E ne avrei pagato le conseguenze, eccome se le avrei pagate.

Atene

"La ammazzo Nairobi, sfonda quella porta!" Singhiozzo, "va bene va bene, andrà tutto bene" mi consola Mosca, la porta viene buttata giù, e con mia piacevole sorpresa Berlino sta bene.

"IO TI UCCIDO!" urlo prendendo Tokyo per un braccio, "DAI DENVER, PASSAMI LA PISTOLA, E GIÀ CHE CI SIAMO, PERCHÉ NON LA LEGHI ALLA SEDIA? COSÌ ANCHE LEI PROVERÀ IL BRIVIDO DELLA ROULETTE RUSSA, CHE NE DICI TOKYO?!" sono fuori di me, "Atene, Atene" Mosca mi separa da lei con forza, stavolta gliele avrei date, Berlino viene slegato e io lo abbraccio, gettando occhiate piene di odio a Tokyo, che si massaggia il braccio che le ho stretto, inspiro il suo profumo e chiudo gli occhi, mi stacco dopo un tempo indefinito, infatti in bagno non c'è più nessuno oltre a noi due, gli dò un bacio, "ho avuto tanta paura" sussurro sulla su spalla, lui mi bacia la fronte, "sono qui e sto bene, non preoccuparti" mi prende il viso fra le mani, "vuoi vendetta? E vendetta avrai" sorrido beffarda alla sua affermazione, "con piacere" sibilo con un tono di sfida.

Tokyo

Scendo le scale lentamente, ho un brutto presentimento, infatti trovo Helsinki davanti a me, cerco di scappare, ma trovo Atene pronta per scoccare una freccia, "eh no carina, sta volta non mi scappi" sputa, mi attacco contro la parete, e lei lancia quattro frecce, che mi impediscono di muovermi, mi si avvicina, "non giocherò alla Roulette Russa con te Tokyo, sarebbe troppo banale, ma la tua sarà ugualmente una punizione esemplare" scandisce l'ultima parola, "oh tesoro, non diamole troppi spoiler, lo scoprirà fra poco", Berlino le circonda le spalle con un braccio, e lei morde un pezzo della mela che lui tiene in bocca, rabbrividisco, poi, il buio.

Mi sveglio piano, sono legata ad una specie di barella, sembra quella che abbiamo usato per operare Arthuro, non posso parlare, perché un pezzo di scotch mi tappa la bocca, "ma guarda, sembri un regalo di compleanno" la voce di Berlino mi fa sussultare, Atene mi strappa con forza lo scotch che mi tappa la bocca, "che vuoi farmi?" Chiedo affannata, Atene ridacchia, "ammazzarmi?" "No, no, non voglio ammazzarti, e nemmeno torturarti" cerco di dargli un morso, ma Atene mi riporta alla posizione iniziale con uno strattone, "ha ragione Berlino, ti manca solo il fiocco" soffia a pochi centimetri dal mio orecchio,

"dovresti risparmiare le forze sai"? Continua, i cancelli si aprono, "figli di puttana, vi odio" sputo, "dimmi, perché dovrebbe per forza essere una cosa brutta? Non potrebbe anzi, essere l'inizio, di un'amicizia meravigliosa?" Berlino mi spinge verso il portone, mentre non posso fare altro che gridare, l'ultima cosa che vedo, è Atene salutarmi con la mano.

Atene

"Hai fatto davvero un buon lavoro Atene" Berlino mi fa l'occhiolino, "lo so" lo sfido, "adesso andiamo dagli ostaggi, non vorrei un'altra rivolta" mi incammino verso l'atrio.

"Dunque, la situazione è questa, 16 ostaggi sono fuggiti, voi ci avete rotto i coglioni con quella stupida cosa degli applausi che non funzionano neanche nei film americani, e soprattutto, avete fatto innervosire la persona sbagliata" sibilo all'orecchio di Alyson Parker, "tu signorina Parker, che hai voluto cancellare quella cazzo di foto da internet, e prima che tu usa la scusa dell'inganno, ti dico che non mene frega un cazzo dei tuoi problemi da adolescente" faccio una pausa, l'unico rumore che si sente è quello dei miei stivali, cammino fra gli ostaggi, "dunque, come ho già detto, avete fatto innervosire la persona sbagliata, e sapete cosa succede a chi la fa arrabbiare?".

Pausa, "nessuno? Bene, allora lo saprete presto" una freccia colpisce la mela che un ostaggio stava per addentare, "ecco, solo che quella mela, potrebbe diventare la vostra bella testolina" do una pacca sulla nuca ad un ragazzo, "ci siamo? Quindi se vi azzardate a fare un'altro passo falso, questo è quello che vi aspetta" "e sappiate che lei non sbaglia un colpo" aggiunge Berlino appoggiato alla ringhiera della scalinata, "esatto, sono stata chiara oppure volete un'altra prova della mia abilità?" C'è silenzio, "Davvero vuole spaventarci con una freccia in una mela?" Mi giro verso Arthuro, "sei sempre tu eh? Quello rompi palle che si crede un eroe, lo stesso che ha fatto uccidere uno dei nostri, e se tu hai fatto uccidere un rapinatore, perché io non potrei uccidere te?" Una freccia gli colpisce un piede, caccia un urlo, sorrido beffarda, "puoi staccarla e ridarmela per favore? Mi serve" lui si piange addosso, mentre tutta la banda si gode lo spettacolo, gli ostaggi sono sconvolti.

"vogliamo provare con qualcun'altro? Magari questa volta miro più in alto" non vola una mosca, "perfetto, direi che avete capito, e se fosse il contrario, beh, il piede diventerà il cuore, e non esiterò, non mi può fregare di meno delle vostre patetiche vite!" Sputo crudele,"detto questo, buon appetito" saluto con la mano.

"Non c'è di che" sussurro ai membri della banda.

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora