capitolo 4

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Narratore's voice

La ragazza apre con calma gli occhi, mette a fuoco la figura ad un palmo dal suo viso, "Berlino? Che è successo?" Chiede con voce impastata, "ti hanno sparato alla gamba, ma ora va tutto bene, abbiamo estratto il proiettile, ti farà un po' male m-" "mi dai un bacio?" L'uomo rimane spiazzato da quella domanda, "Atene, hai la febbre per caso?" "No, mi sento come se fossi drogata, però è moooolto bello, mi piace tantissimo la sensazione, dai melo dai un bacio?" "Ma cosa c'era in quelle medicine, e no, non telo dò il bacio" lei sbuffa come una bambina, "però così sei scemo, siamo andati a letto due volte e tu hai paura di darmi un innocente bacio? Maschilista".

La porta di apre, "Tokyo, amica miaaa!" Cantilena la ragazza, "ma che ha?" "Le medicine" "oh Nairobi tesoro caro, ci sei anche tu, fantasticoooo!" I tre si scambiano occhiate perplesse, "no scusate ma io adoro il lato drogato di Atene" Tokyo scoppia a ridere, contagiando anche Nairobi, "che succede?" "Ah, Rio de Janeiro, ci mancavi!" Il ragazzo guarda prima la ragazza sdraiata sul divanetto, poi Tokyo e Nairobi, che sela ridono di gusto.

"DENVER! CIAOO!" Atene si mette seduta, "cazzo, chi manca? Ahhh, Professooooreee!" Tokyo non smette di ridere, "ma perché ci chiamiamo così? Cioè insomma mi sento una città! Ragazzi dai che palle! Ma se tipo giochiamo a obbligo o verità? Nooo, troppo stupido, cazzo tu assomigli un botto a mio fratello!" Indica Denver, Tokyo smette di ridere, "si è vero, mene rendo conto adesso, speriamo che tu però non crepi! Sennò siamo fottuti, dai raga cosa son ste facce, allegria!" "Dai, Berlino mi passi il Brendi?" Sbiascica, "raga ma tutto bene? Avete una faccia, sembrate dei pesci lessi, dovreste vedervi, che giorno è oggi?" "Sicuri che stia bene?" Interviene Nairobi, "mai stata meglio, se potessi correrei ma non posso, perché non mi hanno sparato chessó al braccio? Così non posso fare niente, ah ciao gemellini!" Saluta con la mano Oslo ed Helsinki, "medicine" anticipa Tokyo.

"manca la Mosca, dov'è?, No scusate è un uomo, però io ho sempre pensato che la mosca fosse un insetto! Anche rompipalle, ti ronza in torto, mi passi il Brendi!" Scalpita, "dai Berlino ti pregoooo!" Fa il labbruccio, "direi che sei già messa male, non ti conviene darti all'alcol" risponde secco, "che palle!" Incorcia le braccia, "ah Denverino,non volevo mica minacciarti di morte! È facile raga, hanno sparato a mio fratello, ma non fa niente, c'è insomma, guardate Tokyo, no aspetta tu sei una stronza, non sei un ottimo esempio, a qualcuno è morto il fratello?" Silenzio, "sorella?" "Padre, madre, amante, fidanzato? Senza offesa Tokyo, cazzo ti ho dato della stronza per caso? Merda, scusa c'è un prete? Vorrei confessarmi, tanto so che andrò all'inferno, però magari due padre nostro e qualche ave Maria, Dio mi perdona! Oh cazzo, non le so ste preghiere! Sto parlando a raffica per caso? Perché se è così fermatemi, non mi offendo!" C'è silenzio.

"Ma secondo voi, se il Professore è il mio angelo custode, perché non ha le ali? Cioè tutti gli angeli hanno le ali! Posso parlarci?" Indica il telefono Rosso, "ok, tanto era quasi l'ora della chiamata di controllo, Berlino dalle la cornetta" Berlino obbedisce.

"Berlino chiamata di controllo, lì tutto bene?"
"No prof non sono Berlino, sono Atene"
"Ah, emh mi devi dire qualcosa?"
"In realtà volevo farti una domanda"
"Certo dimmi pure"
"Ma se tu sei un angelo custode, perché non hai le ali? Tutti gli angeli le hanno!"
"Professore è ancora lì?"
"Puoi passarmi Berlino?"
"Ma siiii certo, grazie professore è stato utile parlare con lei!"
"Datele un sedativo"
"D'accordo"

"Oh Hey che fai!" Si lamenta la ragazza, "ti innietto un sedativo, ferma" Berlino le tiene fermo il braccio, e lei chiude gli occhi lentamente.

Atene

"Cazzo che mal di testa" "sei sveglia finalmente" ho gli occhi chiusi ma riconosco la voce di Tokyo, "che è successo?" Sussurro.

"Ti abbiamo iniettato un sedativo, eri davvero...sembravi drogata!" Mi metto seduta di scatto, "merda cosa ho detto?" Esclamo, "emh vediamo, da dove comincio? Hai detto tante di quelle cose..." Sbarro gli occhi, "oh Dio no" lei ridacchia, "allora, mi hai dato della stronza" alza un dito, "Dio Tokyo, mi dispiace, non ricordo nulla, non lo penso sul serio" "poi hai chiesto perché il Professore non ha le ali, perché è il nostro angelo custode, non ti do tutti i torti" alza un'altro dito, "ma dai!" Rido, "poi, hai chiamato Rio 'Rio de Janeiro' avrei voluto morire, hai paragonato Mosca ad un insetto" mi spiaccico la mano sulla fronte, "che figura di merda" alza il terzo dito, "e poi..." Il suo tono di voce si fa triste, "e poi cosa?" "Tokyo poi cosa?" "Hai, detto a tutti che tuo fratello è morto, e lo hai paragonato a Denver" rimango in silenzio.

"merda, Tokyo passami una bacinella, devo vomitare" lei obbedisce, "dio ma che mi è venuto in mente?!" Mi passa un fazzoletto, "grazie" sussurro, "come va la gamba?" "Non sento dolore" rispondo in fretta, mi rimetto sdraiata, "no no no dai" sussurro a me stessa, "senti, mi dispiace davvero Atene" mi mette una mano sulla spalla, "lo so, Nairobi?" "È con il signor Torres, 144 milioni di euro, pazzesco, non riesco a credere che stiamo rapinando la Zecca di Stato, Dio la Zecca di Stato!" Le sorrido dolcemente, "già è fantastico, il Professore non avrà le ali, ma il cervello lo ha più grande di tutti i nostri messi insieme".

sento che le mie barriere stanno crollando, "Dio ma perché piango?" Cerco di asciugare le lacrime, "Atene! Sei sveglia!" La voce squillante di Nairobi mi spacca i timpani, "si è sveglia, e no, non è ubriaca, e si sta piangendo, direi che forse è meglio lasciarla da sola" spiega Tokyo, abbraccio il cuscino, loro escono dalla stanza.

"Hai capito? Cioè ci credi?! Siamo ricchi!" Esclamo, "si, lo siamo" il suo tono è moderato, ma un sorriso è dipinto sulle sue labbra, batto le mani in modo infantile, "SIAMO RICCHI!" Urlo, "Matiás, festeggiamo?" Mi volto, un poliziotto ci sta puntando la pistola, chiudo gli occhi terrorizzata, ma non succede niente.
"Fratellone..." Sussurro, abbasso lo sguardo, "Hey! Mi senti?! Non è divertente!" Le lacrime iniziano a rifarmi io viso, "Ti prego..." Sussurro, gli prendo il volto fra le mani, "Matiás, per favore..." "MATIÁS!".

"MATIÁS!" mi metto seduta di scatto, sono sudata e ho il fiatone, "Atene" "Berlino, che ci fai qui?" Rispondo ancora affannata, "prendevo un caffè, ma che ti succede?" Si avvicina, "niente un, incubo" "Matiás è tuo fratello vero?" Sto in silenzio, "si" sussurro, "è colpa mia se è morto" lui si volta verso di me, stringo i pugni, "no merda" impreco, "cosa hai fatto?" Si avvicina e mi prende bruscamente le mani, abbasso lo sguardo, mi tira su le maniche della tuta, "Atene, che cosa ti è successo?" Scandisce, "è...una storia lunga" "raccontamela" "no, abbiamo da fare, ti ricordo che stiamo rapinando la Zecca di Stato, e adesso fammi tornare al lavoro, sto bene!" Esclamo, "tu torni al lavoro quando lo dico io, e ti ho detto che puoi?" Ed ecco che torna il suo solito tono da Berlino, "no" sussurro, "comando io qui, questo è un PATRIARCATO!" urla, "ok" rispondo in un fil di voce, "bene, vedo che impari in fretta" "però, questo sarà anche un patriarcato, ma questo è il mio corpo, e decido io" mi metto in piedi perfettamente, stranamente non provo molto dolore, "ragazzi, cambio turno, oh Atene, sono contenta che ti sia ripresa" mi sorride Nairobi.

Entro in bagno.
"Denver? Che ci fai qui?" Domando, si sente il rumore di uno sciaquone, "portavo Monica in bagno, non sta molto bene, e...pensavo di portare mio padre sul tetto, ha avuto un attacco di panico, voglio farlo respirare un po'" mi mordo il labbro, "ok ma sta attento".

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora