Atene
"Merda Tokyo!" Impreco con le mani fra i capelli, "certo, è anche colpa mia che ti ho incitata a parlargli, ma mi spieghi cosa è successo?".
Lei mi guarda un secondo,"abbiamo discusso" "è un po' vago" ribatto ferma, "Rio aveva portato Alyson in un ufficio, stavano parlando, io...credo di essermi ingelosita, sono apparsa sulla soglia della porta. Alyson stava registrando il video per i suoi genitori, Rio ha appoggiato sul tavolo il telefono ed è venuto a parlare con me, o meglio, a litigare con me. Così Alyson ha approfittato del nostro momento di distrazione per prendere il telefono. voleva cancellare quella cazzo di foto da internet, la polizia è riuscita a risalire alla sua identità grazie alla fotocamera frontale, e beh,di conseguenza alla mia, se ti ricordi quel giorno al museo eravamo insieme, ecco tutto" spiega con lo sguardo basso.
Continuo a lavarmi le mani, "smettila, è la terza volta che ti lavi le mani!" Strizzo gli occhi, "non cambiare argomento, aspetta, cos'è quella?" Noto il disegno di una porta, è un po' sbiadita, lei sorride, "la mia porta magica" risponde semplicemente, "che? Quale porta magica?" Rispondo perplessa.
"L'ho disegnata il giorno in cui io e Rio venimmo al museo, mia madre la disegnava sulla parte della mia camera, diceva che se avessi avuto paura, avrei potuto aprirla e trovare lei, ma potevo farlo una sola volta nella vita" "l'hai aperta?" "No, non l'ho mai fatto" abbasso lo sguardo, "cazzo..." Sussurro guardando il sangue scorrere dalle mie mani, "cosa sono quei segni?" Sospiro, "ho un passato complicato Tokyo, e lo sai, non aggiungo altro, mi sono già confidata con te, ma alcune cose non sono riuscita a dirtele, è... difficile" mi poggia una mano sulla spalla e chiude l'acqua, "su con la vita, fra poco saremo milionarie! Torniamo dagli ostaggi" annuisco, e butto un'ultima fugace occhiata alla porta bianca.
"Atene, devi sapere una cosa, è grave" una Nairobi terrorizzata mi prende per un braccio, "ok ok vengo, so camminare!".
"Berlino ha fatto uccidere un ostaggio".
sentenzia Tokyo gelida, "merda" esclamo, "Ma che cazzo ti è saltato in mente?!" Alzo la voce, "calmati Atene, ho fatto quello che era necessario" "ah sì? E cosa di grazia?" "Quella donna aveva un telefono fra le gambe, cosa dovevo fare? Darle un bacio?" "Spaventarla, non ucciderla!" "Ma guarda, è la stessa cosa che ha detto Nairobi" "allora fatti due domande" ribatto"il professore lo sa?" Chiedo esasperata, "no non lo sa" risponde Tokyo, "avevamo detto, niente sangue" mi trema la voce, "si certo, e anche nessuna relazione personale" mi trattengo dal stringere i pugni, mi avvicino, e in preda alla rabbia, gli tiro una sberla.
Nella stanza cade un religioso silenzio, mentre tutti mi guardano scioccati, io prendo la cornetta, "che cavolo vuoi fare ragazzina?!" Berlino mi stringe il polso, "mi fai male.." stringe di più la presa, "Berlino..." Sussurro, "molla la cornetta" obbedisco, e mi massaggio il polso dolorante.
Flashback
"Fratellone, il papà mi ha di nuovo fatto la bua alla mano" gli mostro l'esile polso arrossato, "tranquilla, ci penso io a papà, tu va' a letto, arrivo più tardi a darti la buonanotte ok? Ti ho lasciato il pigiama sul comodino" esce dalla stanza chiudendo piano la porta, "ahi" mi lamento, "io volevo solo del gelato..." Sussurro allo specchio, sento delle urla, apro lentamente la porta e con passo felpato mi nascondo dietro ad una delle sbarre delle scale, "TI RENDI CONTO? HAI PICCHIATO TUA FIGLIA PERCHÉ VOLEVA DEL CAZZO DI GELATO AL CIOCCOLATO? HA 7 ANNI!" è sicuramente mio fratello, mi sporgo ancora, "è in punizione, non era in dovere dichiedermelo" risponde mio padre con una birra in mano, "smettila di bere!" Sbotta, lui si alza dalla sedia e gli da uno schiaffo, rabbrividisco, "sono io il padre, e comando io!" Righia, "AH SÌ? SEI UN PADRE? NO, SONO IO IL PADRE QUI, SONO IO CHE MI OCCUPO DI CLARE! SONO IO CHE LE DÒ LA BUONANOTTE LA SERA! SONO IO CHE LA ACCOMPAGNA A SCUOLA, ANCHE A COSTO DI BECCARMI UNA NOTA PER IL RITARDO! E TU SARESTI IL PADRE?!" "Fratellone..." Sussurro con gli occhi lucidi, "va'di sopra Clare, arrivo subito" chiudono la porta lasciandomi in piedi da sola, con le lacrime agli occhi.
Adesso
"Mi stai ascoltando?!" La voce di Berlino mi riporta alla realtà, "no scusa, dicevi?" "La devi smettere di stare con la testa fra le nuvole è chiaro?!" Urla, mi ha portata nel suo ufficio, "GUARDAMI QUANDO TI PARLO!" si alza dalla poltrona, "posso andare adesso?!" Mi lamento, lui mi alza il viso con un dito, e con mi grande sorpresa, mi dà un bacio.
Rimango immobile un istante, poi senza neanche sapere il perché, ricambio."Qualcuno sa dove sono Atene e Berlino? È più di due ore che sono chiusi in quell'ufficio!"sento la voce di Nairobi, "scusate, stavamo parlando del-" Berlino mi schiocca un'occhiataccia, "del piano, non avevo capito un passaggio, chi è con gli ostaggi?" Cambio argomento, "Helsinki, stavo giusto per chiamarti, una persona sola non basta, stai bene?" Chiede Tokyo, "si benissimo, adesso vado".
Entro nel bagno, e noto Denver intento a lavarsi le mani sporche di sangue, mi avvicino lentamente, "Denver..." Sussurro, "hai bisogno Atene?" Chiede monotono, "come ti senti?" Chiedo flebile.
"Sinceramente, una merda" abbasso lo sguardo, "sai, non hai l'aria da assassino" lui mi guarda come se avessi detto una bestemmia, "come lo sai?" Alzo un sopracciglio, "cosa dovrei sapere scusa?" Mi guarda terrorizzato, "Denver, cosa non dovrei sapere" ripeto più sicura, "non l'ho uccisa Atene, è viva, quella donna è viva".
"Che succede?" Vedo Mosca avanzare verso il portone, "non ne ho idea" mi risponde Tokyo, "cazzo, no no, MOSCA FERMATI!" urlo, gli ostaggi si mettono a terra spaventati, "MOSCA!" urla Helsinki, "oh fanculo" mi metto la maschera e lo seguo all'esterno, "ATENE!" sento la voce di Berlino, mi butto letteralmente addosso a Mosca, "Hey Hey, calmati ok? Non-" un dolore lancinante alla gamba mi fa bloccare, abbasso lo sguardo, "non, n-non l'ha uccisa, Monica è v-viva" la vista si offusca, sento qualcuno che mi trascina all'interno, "ah cazzo!" Impreco, "Atene, calma, così peggiori le cose" Tokyo mi stringe la mano, "ci pensiamo noi, la gamba non è un punto pericoloso, cela faremo" che chiudo gli occhi.
Spazio autrice
Ciao a tutti!
Come avrete già notato, nella mia storia mi concentro più sui sentimenti e sulla storia di ogni componente della banda, e racconto solo quello che succede alla Zecca, senza quasi nessun accenno al Professore, anche se ovviamente alcuni eventi, come appunto lo sparo di Monica, andavano raccontati, salvo questo, spero che la storia vi piaccia.
Alla prossima!
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ATENE ~the new member~
FanfictionLa famosa banda del Professore è quasi completa. Quasi. Il nono elemento, la persona che gli manca per mettere in pratica il suo geniale piano è una ragazza. Ma non una semplice ragazza, perché lei non è affatto semplice. Lei è furba, bella, scaltra...