capitolo 7

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Atene

Entriamo tutti nell'ufficio, Berlino alza la cornetta.

"Ci sei?"
"Dove eri finito?"
"Diciamo in una specie di, viaggio spirituale, da cui sono tornato come un uomo nuovo"
"Mi fa piacere, perché c'è una cosa importante che devi sapere"
"Ho messo io il bottone nella Seat Ibiza, hai ucciso un ostaggio, hai superato la linea rossa, e questa è la tua punizione"
"Mi dispiace sentirlo, mi dispiace moltissimo, e sinceramente credo che sia una punizione molto ingiusta, vedrai, voglio che ascolti una cosa"
"Come ti chiami?"
"Mi chiamo Monica Gazzambighe"
"E come sta"
"Bene"
"E sei viva"
"Si sono viva"
"E anche molto bella grazie, visto perché sei un uomo ingiusto?"
"Ammiro il tuo cinismo, ma se quella donna è ancora viva, non è di certo grazie a te, purtroppo non si torna indietro, la buona notizia è per tutti, perché grazie a questo lieto esito, possiamo mettere in atto il piano Valenzia"
Butta giù.

"Signori, viene attivato il piano Valenzia, adesso, fuoco!"
Ci mettiamo a sparare a vuoto, la polizia è confusa, e così deve essere.
Nairobi ordina agli ostaggi di gridare, ci guardiamo soddisfatti.
Il piano Valenzia ha funzionato.

"Abbiamo un'altra cosa da fare, il Professore mi ha comunicato che l'ispettore Raquel Muriglio entrerà per verificare che gli ostaggi sono tutti vivi, indossate le maschere e in posizione" annuncia Berlino, "perché?" Chiedo distrattamente, "i video modificati non hanno funzionato, l'ispettore è intelligente" alzo gli occhi al cielo, "bene, allora prepariamoci, Tokyo Rio, niente maschera, neanche io la indosserò, ormai sanno chi siamo, è inutile continuare ad usarla" annuiamo.

Raquel entra nella Zecca.

"Mani in alto" lei obbedisce, "procedi" Tokyo inizia a percuisirla, "niente armi" "Rio, fa gli onori di casa" lui le passa un rilevatore per il corpo, e si ferma in punto diciamo, scomodo.

"Rauqel, la polizia non è stupida ma a volte lo sembra, credeva davvero di infilarsi con un microfono?" "E lei non crede che avrebbero voluto proteggermi" "Tokyo percuisisci di nuovo l'ispettore, ma ti prego, mettici un po' più di entusiasmo come sai fare" Rio ridacchia, lei obbedisce, levandole il microfono consegnandolo a Berlino, "sono davvero colpito, l'ultimo ritrovato tecnologico, il microfono perianale" ci mettiamo a ridere, "distruggilo" ordina a Rio, che fa come richiesto.
"Abbiamo finito, vi dispiace accompagnarmi?".

Rauqel si siede su una sedia posizionata di fronte alla scalinata, "il professore ha detto che ha chiesto un caffè" annuncia Berlino, "glielo ho portato decaffeinato, così questa notte dorme" lei lo prende perplessa, e lui si siede accanto a lei, " e adesso le prove, avanti" fa scendere gli ostaggi uno alla volta, per confermare la saluta di tutti loro.
Arriva il turno di Monica, che non si azzarda a parlare dello sparo.

In quel silenzio, l'ispettore Muriglio, riuscì a sentire le macchine che stampavano banconote a pieno ritmo, e si rese conto la avevamo ingannata, che gli spari erano solo una finzione, e che quella visita al museo, era servita solo per regalarci due ore di tempo, due ore durante lei era rimasta fuori gioco, e noi, avevamo guadagnato 16 milioni di euro in più.
Aveva ragione il Professore, in quella rapina, il maledetto tempo era denaro.

Arriva il momento dell'ultimo ostaggio, che come tutti gli altri, dice che sta bene e bla bla bla.

"Molto bene, manca Alyson Parker, è il suo turno no?" Si accorge Rauqel, Tokyo si avvicina a lei, "altrimenti? Che fa ci arresta?" La sfida, " Hey, per favore signore, un po' di calma" interviene sarcastico Berlino, "lo sai, da quando sono qui ti ho sentito dire solo stupidaggini" "speravo in qualcosa di più sostanzioso da un uomo che restano quanto? 7 mesi di vita?".

La nostra espressione cambia radicalmente, sbarro gli occhi e il respiro si fa irregolare, "di che sta parlando?" Chiede confuso Rio, "che cazzo succede?" Intervengo con più forza, "ha la Miopatia di Helmer, una malattia degenerativa molto aggressiva, con una speranza di vita tra i 14 e i 25 mesi".

Mentre lei spiega i sintomi della malattia, come chiamati in causa, i tremori alla mano di Berlino si fanno sentire, facendolo uscire dall'atrio.

"Ho parlato troppo?" Dice beffarda Rauqel, "credevo che, fra voi non ci fossero segreti, che foste, amici, voglio vedere Alyson Parker, adesso.
No, non è possibile.
Esco anche io dall'atrio, decisa a trovare Berlino.
Lo trovo nel suo ufficio.

"Berlino, dimmi che non è vero" sussurro, lui non si volta, "ti prego dimmi che non è vero" mi trema la voce, "l'ispettore ha ragione, ho la Miopatia di Helmer, sono un malato terminale" poggio la mano sul tavolo, "no..." Sussurro, "non si può fare qualcosa insomma, non c'è un farmaco che-" "no Atene, per ora sto prendendo una medicina, ma serve solo a fermare i sintomi della malattia, non La malattia" "no!" Esclamo,lui si volta, "invece si Atene, io l'ho accettato tanto tempo fa, adesso devi farlo anche tu".

mi siedo, "perché?!" "Ma cosa ti prende Atene? Non sei tu in questo momento, dove è finita la ragazzina ribelle che mi tiene sempre testa? Non c'è niente che puoi fare, puoi solo collaborare a fin che questa rapina, che come hai ripetuto più volte, abbiamo progettato per 5 mesi, funzioni, e il Professore ha ragione, ognuno di noi è una tessera del puzzle, tu compresa" il suo tono è severo, "ma come fai a essere sempre così..." "Cosí?" "Mi incalza, "così tu, così Berlino! Come fai a essere sempre calmo, anche nelle situazioni più critiche, come fai a essere a capo dell'operazione sapendo che probabilmente non avrai il tempo di spendere i soldi che rapineremo? Come fai a essere così tranquillo mentre una malattia ti sta distruggendo!" Sbotto.

C'è silenzio, "Atene, niente relazioni personali" "ma vaffanculo! Guarda Tokyo e Rio!" "Non importa, io le regole le seguo, abbiamo accettato tutti queste regole, compresa questa" "sei un'egoista!" Singhiozzo, "lo so, è scritto anche nella mia cartella, per l'amor di Dio Atene, quello che dovrebbe piangere sarei io, io ho una malattia mortale, non tu" scuoto la testa, "non lo capisci? Io non posso perdere un'altra persona a cui tengo! Non posso non lo sopporterei!" Lui mi fissa a lungo, "non ti facevo così emotiva" "fanculo!" Esco dalla stanza.

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora