capitolo 15

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Atene

"Sapete, ero qui a non fare niente, e all'improvviso mi sorge un dubbio".

"illuminami Nairobi" rispondo, "Tokyo, che fine farà?" Alzo le spalle, "non sono cazzi miei, e poi sappiamo tutti come è andata, ha perso la testa punto e basta, ha avuto quello che meritava, tutto qui" spiego con nonchalasche.

"Ah Rio, prima che tu dica qualcosa, sappiamo quanto ti tocchi questa faccenda, ma risparmia il fiato, perché quello che ho detto agli ostaggi, vale anche per te, come vale per Helsinki, Denver e tutti coloro che infrangeranno il piano del Professore" sibilo indicando il mio arco poggiato al muro, "ok?" Silenzio.

"lo prendo come un sì" mi alzo dal tavolo, "beh? Che aspettate, ognuno ai suoi posti".

Dopo un tempo indefinito, vediamo Rio correre verso il portone, "TOKYO STA TORNANDO!" urla, sbarro gli occhi e cerco lo sguardo di Berlino, ma non lo trovo, "ah cazzo!" Impreco, i cancelli si aprono, e Rio e Mosca escono, non capisco cosa sta succedendo.

All'improvviso, una moto della polizia, entra nella Zecca, il guidatore si leva il casco, "oh merda" sussurro, non faccio in tempo a dire altro che Rio si fionda su di lei.

Cazzo è davvero tornata.
Sposto lo sguardo verso il portone, e mi copro la bocca con le mani, "NO MOSCA!"urlo disperata, tutti accorrono al mio fianco, "GUARDA COSA HAI FATTO!" tuono guardando Tokyo negli occhi.

"No..." Sussurro, "quante sono?" Chiede Mosca, "sono 3 papà, sono 3" ammette Denver stringendo la mano del padre, "andrà tutto bene Mosca, ti rimetterai" si aggiunge Tokyo, "ma guarda, prima gli fai piantare 3 pallottole nell'addome, e poi vieni qui a fare la crocerossina a fare l'infermiera che consola il paziente" lei mi fulmina con lo sguardo, "Atene, che ne dici di andare dagli ostaggi?" "Perché? Voglio aiutare Mosca" protesto, "siamo già in tanti, vai abbiamo bisogno di personale" sgrano gli occhi.

"Berlino..." "Sono io il capo, vai" mi alzo sbattendo i piedi, "poverina, sbatte come una bambina piccola" giro sui tacchi e tiro una sberla a Tokyo, "non permetterti mai più di parlarmi così!" Mi dirigo verso gli ostaggi.

Poco tempo dopo, sono di nuovo io, da sola seduta con la schiena al muro. Mi volto a guardare la porta bianca sulla piastrella nella parete e traccio i contorni con il dito.

"che sto facendo?' sussurro, "perché sono così... Vorrei avere io una porta magica, per aprirla e magari trovare lui" tiro su col naso,
"Che sto facendo? Perché ho accettato? Perché non sono rimasta sola, così non avrei dovuto essere stronza con nessuno, e magari avrei potuto andarmene per sempre, in fondo, cosa ho da perdere? Milioni di euro. chiunque li vorrebbe, eppure non riesco a smettere di pensare che avrei dovuto passare avanti, voltarmi dall'altra parte, continuare a camminare, e lasciar andare il mio angelo custode, avrei potuto..." Mi asciugo le lacrime, "sto davvero parlando da sola?"

"Veramente no" "oddio..." "Non ti preoccupare, non voglio picchiarti, anche se la tentazione è forte" si siede accanto a me, "hai fatto bene ad accettare quell'accordo" mi volto, "mi dispiace Rio per averti quasi tagliato la gola, e Tokyo non ti ha mai usato, sono io che volevo che vi separaste,per non pensare alla mia separazione, mi... dispiace" lui alza le spalle, "sta tranquilla".

Mi metto a ridere, "ma come fai? Tu sei sempre così carino e gentile con tutti, hai davvero perdonato la persona che ha consegnato la ragazza che ami alla polizia, e che ha quasi tentato di ucciderti?" Lui mi guarda un attimo, "veramente, non ti ho perdonata, lo farò solo quando chiederai scusa anche a Tokyo" "ah cazzo" "sono le mie condizioni" "sai che non possiamo stare nella stessa stanza per più di due secondi vero? Lei mi odia, Nairobi mi odia, tu mi odi, potrei continuare, non prenderla come una lamentela, io vi do ragione, vi do completamente ragione, perché melo merito" lui si alza e pulisce la tuta con le mani, "fate pace, e io la farò con te" "mi stai ricattando?" "Prendila come vuoi" esce dal bagno, "come faccio adesso?".

"Tokyo?" "Che cazzo vuoi tu?" Ecco come non detto, "senti, perché non... facciamo ecco, pace?" Lei mi guarda un secondo, "vediamo i pro e i contro, contro: mi hai tirato una sberla, trattata di merda e consegnata alla polizia, pro: mi hai dato consigli per riavvicinarmi a Rio e ti sei confidata con me" sostengo il suo sguardo, "prenditi del tempo per decidere" faccio per uscire, ma lei mi prende per un braccio, "lo farò, ma ad una condizione" "per caso oggi è il giorno dei compromessi?" "Ecco, a questo mi riferivo, smettila di essere così crudele" "parla quella" "Atene" "ok.." "facciamo tregua non pace" le stringo la mano,"e tregua sia".

Tokyo

Zecca

Mi avvicino a Berlino che guarda l'acquario con calma, "3 colpi, gli hanno sparato 3 colpi!" Esclamo, "3 colpi nello stomaco!" Si alza, "dobbiamo chiamare un medico, noi non possiamo fare niente!" "È il momento di mantenere il sangue freddo Tokyo, non penso solo a Mosca, ora chiamo il Professore" "il Professore non c'è!" Urlo, "l'ho chiamato mille volte e non è nella'anghar, non so dove cazzo è!" "Dobbiamo chiamare l'ispettore Muriglio" "noi non possiamo farlo, e tu lo sai, non è nel piano" "Quale piano? Sai quell'era il mio piano? Ucciderti,ma ora quello che sta morendo è Mosca, quindi non ripetermi quello che non è nel cavolo di piano" C'è silenzio.
Lui chiama la polizia.

"Parla il colonnello Prieto"
"Vorrei parlare con l'ispettore Muriglio"
"I servizi hanno preso il comando"
"Colonnello, sono Fonnoiossa, mi piacerebbe chiederle come è vestito ma non ho il tempo per le chiacchere, hanno piazzato 3 pallottole in uno dei nostri, voglio un chirurgo qui dentro, adesso".

"Sa cosa voglio io? Che smettiate di rompermi i coglioni, avete liberato Silene Oliveira la avete blindata e fatta rientrare nella Zecca, avete piazzato ordigni esplosivi che grazie a Dio, non hanno funzionato, credete di essere nella posizione di fare richieste?"
"È stata un'azione pulita da parte nostra, voi invece vi siete messi ad aprire il fuoco, dovreste aiutaci a salvare la vita di quest'uomo "mi ascolti bene,se vuole salvare la vita di quell'uomo che esca dal portone principale disarmato, e troverà un ambulanza dove sarà curato"
"Non consegneremo uno dei nostri colonnello"
"Beh, allora avrete un'altro cadavere nella banda"
Chiude la chiamata.

Mosca è ancora sdraiato sul pavimento, "Helsinki, come la vedi?" Chiede, "non è duro in gamba, stomaco zona molto brutta Mosca, molto brutta, serve subito chirurgo" "la verità, quanto tempo abbiamo?" "Ore, 11,12,13 però senza chirurgo non facciamo niente" "Mosca non manderanno un equipe chirurgica però c'è un'ambulanza qui fuori per portarti in ospedale" annuncia Berlino, "beh puoi andare a dire ai poliziotti di andare a fanculo, perché io non ci torno in carcere, a questo punto, mancano 3 picconate per arrivare dall'altro lato, e sono 10 ore di lavoro, mettetevi a picconare, e io penserò a resistere" "resisti papà, resisti, signori, andiamo via di qui".

Il telefono squilla.

"C'è stata una sparatoria cos'è successo?"
"Mosca è ridotto ad un colabrodo, 3 pallottole"
"Dove?"
"Allo stomaco, il fegato non è colpito"
"E tu come la vedi?"
"È fottuto, però ha detto che non vuole uscire, fra poco imboccheremo il tunnel"
"Ho già i servi qui, picconeremo anche noi, da questo lato, e poi contatterò, il medico Ucraino, in ogni caso dovete uscire quanto prima, mi hanno scoperto Andrés, non so quanto ci metterà la polizia ad arrivare qui".

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora