capitolo 8

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Atene

"Una mattina, mi sono alzato, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao, una mattina, mi sono alzato, e ho trovato linvasor"
"TERRA!" urla felice Mosca, "che succede?" Chiedo con un sorriso sulle labbra, quando lei mostra a tutti il tunnel, ci abbracciamo.

Non era ancora scesa la notte di domenica, che fummo travolti da un team di euforia, avevamo trovato la terra, e Nairobi manteneva le rotative al massimo della potenza.
Aveva superato i 400 milioni di euro.
Avevamo sigillato le entrare con le cariche esplosive, e avevamo la sensazione di essere in un buncher.
Erano i nostri 10 minuti di gloria

400 milioni. Di euro

Entro nella camera blindata e mi metto a tirare frecce, mentre le lacrime mi bagnano le guance, ognuno ha il suo metodo di sfogo, il mio è questo.
Lascio cadere l'arco con il fiatone, e mi siedo con la schiena al muro.

"Denver, voglio stare sola"
"Hai pianto?" Roteo gli occhi, "sto bene" mento, lui si siede al mio fianco, "cavolo, poi le stacchi tu quelle eh" indica le frecce, sorrido, "va bene" "cosa ti succede?" Deglutisco a vuoto, "nulla" "non ci credo, poi la tua faccia ti tradisce" "merda" mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, "sono io, puoi dirmelo" mi poggia una mano sul ginocchio, mi volto a guardarlo, "Berlino ha quella...malattia degenerativa" sussurro, "ho capito" mi precede, c'è silenzio, "sono venuto per questo, vuole fare tipo un discorso, vuole che ci siano tutti" mi alzo, "d'accordo".

Rio fissa il microchip, "dopo una, approfondita riflessione, vi porgo le mie scuse, per non essere stato sincero con voi, l'ispettore aveva ragione, ho una malattia degenerativa" annuncia Berlino a tutti noi, c'è silenzio.

"Piuttosto bastarda, ho i giorni contati, ma non voglio che siate tristi per me, e , tantomeno che mi compatiate, si tratta di una malattia che colpisce una persona su centomila circa, e questo mi rende davvero speciale" spiega con nonchalasche versando del Brendi in un bicchiere, Rio è ancora intento a fissare l'oggetto fra le sue mani, "Quello che voglio è, invitarci a brindare" "Dai, Rio" ma lui non si muove dalla poltrona, "tutti dobbiamo morire, è a questo che brindo, è perché siamo vivi, e il piano funziona perfettamente, alla vita, e al piano" brindano, mentre io rimango ferma, Rio esce dalla stanza.

La porta del bagno si apre, "Rio ma che cavolo hai fatto?" Domanda Tokyo, "ci ha tolto la possibilità di prendere tempo, questo ha fatto" risponde Mosca schizzinoso, "non funzionava chiaro? Erano tutti lì che bisbigliavano cazzo!" Si mette davanti al lavandino, "ma chi ti credi di essere?" Squilla Mosca, "eh? Tu devi eseguire gli ordini!" Urla, "non decidere! Deve obbedire, non cambiare i piani".

"Hey Hey Hey, Rio ha parlato con loro, se non andava non andava, va bene?" Interviene lei, "sono giorni che prendiamo in giro quell'ispettore, non è colpa sua chiaro?!" "Ci siamo?" Conclude, "non avrebbe, chiamato il Presidente ne i telegiornali" "sarà meglio" sibila Mosca, "maledizione a voi" borbotta uscendo.

"Vi lascio soli" sussurro mentre Tokyo mi scocca un'occhiataccia, "poi mi racconti tutto" "va via!" Chiudo la porta ridendo.

"Berlino?" Mi sorprende vederlo qui, "allora anche tu pisci" lui non reagisce, "scusami" sbarro gli occhi, "come scusa? Berlino che chiede scusa? Ma ti senti bene?" Ironizzo, "per non averti detto della malattia...e anche per la cosa delle relazioni personali" agito la mano con noncuranza, "non fa niente davvero" c'è una pausa, "senti, sai che non sono bravo con le parole" "già, però sei bravo a fare battutine sarcastiche, quello si" "per te questo è un gioco?" Alzo un sopracciglio, "cosa?" .

"Ti hanno sparato alla gamba, e ti sei ripresa come se nulla fosse, mi tieni testa, tieni testa al capo dell'operazione, e non smetti mai di essere sarcastica, non smetti mai di essere tu, non smetti ami di essere Atene, è questo che mi piace di te, nonostante la sberla che mi hai tirato" non riesco a formulare una frase sensata, "ma che, che vuol dire questo?" Lui si avvicina, ma prima che possa fare qualcosa, una Tokyo infuriata esce dal bagno, faccio un salto di un metro, "scusa parliamo dopo" gli lancio un'ultima distratta occhiata.

"Tokyo!" Esclamo, "che succede?" Lei continua a guardare diritto davanti a sé, "Berlino ha ragione, le relazioni personali non portano a niente" sputa fredda, "come? Tokyo aspetta" "lasciami stare Atene, devo stare sola" sospiro mentre svolta l'angolo.

"Atene per l'amor di Dio, smettila di tenere il broncio" esclama Nairobi, "gli ostaggi, ho come un presentimento" comunico giocherellando con una lattina, "che intendi?" Chiede perplesso Rio, "ho come l'impressione che stiano architettando qualcosa" "adesso sei una sensitiva?" Mi sfotte Denver, "molto divertente" "Arthuro, lui non mi convince per nulla" Denver ride, "oh ti prego, chi non vorrebbe sparare ad Athurito?" Scherza, "Denver, non sto scherzando, non è un bel presentimento" "i presentimenti sono solo pensiero effimeri, qui dentro bisogna pensare ai fatti" Berlino spunta dalla porta, "che filosofo Berlino" interviene sarcastica Tokyo, "vado da Monica" Denver lascia la stanza "ognuno a fare il suo lavoro" ordina Berlino, "aspetta Atene, tu no" mi fermo, "hai bisogno?" Chiedo, "la conversazione di prima, non abbiamo finito di parlare" continua, "senti, non sto capendo più se vuoi stare con me, o se mi odi" sputo, "ma dai, indovina" "mi odi" "risposta sbagliata signorina Atene" lo guardo scioccata, "parla quello che ha avuto 5 divorzi" lo sfotto sbuffando, "non sei molto affidabile sai?" "Chiudi la bocca per favore?" "Aspetta Hey questa è maledu-" mi bacia, "ok? Oh cazzo" lui mi guarda confuso, "cosa?" "Berlino, tu sai sorridere?" Rido, "eddai! Così mi offendi" sentiamo dei rumori, "Atene, non so come hai fatto ma, Denver ha detto che 16 ostaggi stanno scappando!" Comunica affannata Nairobi, "cazzo!".

"Ma che fine ha fatto il Professore?" Esclamo mentre avanziamo verso la porta sul retro, "non ne ho idea!" Urla Tokyo, "no merda!" C'è un enorme buco nel muro, gli ostaggi sono usciti, "siamo vulnerabili!" "Ma dai scherzi?" Dico sarcastica, "attenta Nairobi!" Un poliziotto sta per sparare, ma una freccia lo fa cadere a terra, "mi spiegherai tutto dopo ma intanto grazie" faccio un cenno del capo, "copritemi!" Urla Tokyo, continuo a scagliare frecce, "Tokyo ma che fai!" Strillo, "tu pensa a prendere la mira!" Riusciamo a chiudere il buco per un pelo, "grazie a Dio" esclamo affannata, "cazzo! Ora lo chiamo io il Professore così vediamo cosa dice" sbotto Denver infuriato, "Denver, calma" "NO NON STO CALMO!" "E tu l'arco? Da dove spunta fuori?" Domanda Berlino, "io... l'ho portato di nascosto... è il mio portafortuna" spiego con lo sguardo basso, "con tutte queste armi tu portare arco?" Interviene Helsinki, "non avevo intenzione di usarlo in realtà..." "Però mi hai salvata" spunta Nairobi, "bene, e dopo questo momento commovente direi che è l'ora di chiamare il Professore" annuncia Berlino.

Speriamo che abbia avuto una buona ragione per farci quasi ammazzare tutti.

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora