Atene
"Allora?" Chiedo a Nairobi, scuote la testa, "no..." Sussurro, "Denver, credo voglia parlare con te" annuncia lei, "si certo" si avvicina al padre, in fin di vita, c'è un breve dialogo fra i due, che noi non sentiamo, "signori, è stato un piacere" emana l'ultimo respiro, "no!" Ripeto, abbraccio dolcemente Denver, "mi dispiace tanto" è tutto quello che riesco a dire, "non è colpa tua.." sussurra, "Monica?" "Sono dei vostri" mi volto verso Berlino, che annuisce, cerco di asciugare le lacrime, "scusa Denver, non dovrei essere io quella a piangere" lui scrolla le spalle e mi abbraccia di nuovo, chiudo gli occhi, lo sento singhiozzare, "shhh, va tutto bene" sussurro accarezzandogli i capelli, "Monica, prenditi cura di lui ok?" Lei annuisce e prende il mio posto, "il tunnel è pronto?" Chiedo rivolta alla banda.
In quel momento, pensai che fino a quell'istante, ero sempre stata la dura, quella che ristabiliva l'equilibrio quando tutto andava nel panico, e ora, mi sentivo solo, una povera ragazzina fragile.
"Il Professore arriverà presto, nel mentre, stampiamo le ultime banconote" spiega Berlino, tiro su con il naso, "va bene" mi fa un cenno del capo e mene vado.
Tokyo
Siamo tutti davanti alle due bare, Oslo e Mosca ,Denver dice una preghiera, noi con lui.
Il momento più triste di questa rapina.Ci sono momenti nella vita, in cui bisognerebbe avere un maledetto telecomando, per metterla in pausa, anche solo per 5 minuti.
Ma a volte gli eventi si susseguono, e non si può fare niente per impedirlo.
Da una parte, avevamo sepolto Mosca, dall'altra, ci stavamo aprendo la strada per la libertàE poi, quello che mi aveva confessato Atene.
Potevo crederci? In fondo, mi aveva già mentito, ma è improbabile che si sia inventata tutta quella storia, la storia che siamo, "sorellastre" sussurro a me stessa, "oh cazzo" batto un piede per terra, "avevo una sorella, e non l'ho mai saputo...mia madre era una bugiarda..." "Tokyo!" "Ah ma guarda, proprio tu" "è arrivato il Professore!" Esclama, si vede che è felice, "arrivo" rispondo sommessamente, "arrivo...".Atene
"Non so mi è sembrata strana!" Esclamo camminando avanti e indietro per la stanza, "sai com'è, le hai appena detto che siete sorelle..." "Sorellastre" la correggo, "vabbè è la stessa cosa!" Sbuffa, "senti, mi sono stufata okay? Voglio solo andarmene da qui, e cercare Axel" mi siedo accanto a lei, "certo scusa, ti sto rompendo le palle, poi però melo fai vedere eh!" Le do una spintarella, "scommetto che ti assomiglia" sospira, "forse" "di solito è così, i maschi assomigliano più alla madre, e se hai una bella madre, allora sei apposto" le sorrido, "grazie" mi abbraccia, "emh ok?" Poggio la testa sulla sua spalla, "ti voglio bene" sussurro, "anche io", "staccati dai, prima che mi venga il diabete!" Ride, "usciamo da questa fottuta trappola per topi?" "Usciamo da questa fottuta trappola per topi!".
"Professore..." Gli salto letteralmente addosso, lui ricambia l'abbraccio in modo impacciato, Nairobi lo bacia sulla guancia, "984 milioni di euro" scandisce lei, "984 milioni di euro" ripete commosso, "ma dai Professore! Così mi fa piangere!" Esclamo, "siete stati tutti eccezionali, nonostante gli imprevisti, guardate qui" indica la montagna di banconote, "hai visto? Niente è impossibile, e questo ne è la prova" annuisco commossa, "siamo ricchi!" Esclamo, "siamo ricchi" ripete con un sorriso gentile, "si!" Dò un bacio sulla guancia a Nairobi e saluto il Professore, "scusate, vado a cercare Berlino!".
"Berlino!" Urlo, non fa in tempo a voltarsi che gli butto le braccia al collo, "siamo ricchi! Siamo ricchi!" Continuo a ripetere entusiasta, "per una volta ti dò ragione, ma non farci l'abitudine" rido, "va bene", "ci andremo veramente in quell'isola Berlino? O era solo una scusa per farmi stare buona?" C'è una pausa, "no lo penso veramente" sorrido raggiante, "che bello!" Sembro una bambina di sei anni, ma non mi importa, era da tempo che non provavo quella sensazione, sembra quasi... felicità
"Andiamo, cene andiamo no?" Gli prendo la mano, "aspetta Atene, non essere precipitosa" mi ferma, "vuoi mettere in atto il piano Chernobyl?" Chiedo sorpresa, "no, ma dobbiamo aspettare il momento giusto capisci? Sei troppo impulsiva" lo guardo un attimo e metto le mani sui fianchi, "sai, ogni volta che fai un passo avanti ne fai tre indietro" sputo acida, "non sono b-" "non sono bravo in queste cose Atene, è diventata la tua frase preferita mi sembra" sibilo, "non voglio litigare con te Atene" "sai, invece io penso il contrario, trovi sempre un pretesto per discutere, anche quando non c'è!" Sbotto,
"Sono fatta così, se mi ami, devi amare tutto di me, anche i miei difetti, anche se ne ho tanti, io i tuoi li ho accettati, ho accettato la tua malattia, mi sono promessa di non piangere al tuo capezzale, ho dovuto accettare tutto questo, la verità è che tu hai paura Berlino" c'è una pausa, "ma sappi una cosa, non voglio essere il tuo sesto divorzio, e sappi che non ti tradiró mai, se hai creduto cinque volte nell'amore, perché non puoi farlo di nuovo? Scommetto che tutte le altre non sapevano che eri malato, mi sbaglio? Tu non sai quanto io soffra, al pensiero di perderti" "mi dispiace Atene, sul serio, non sei tu il problema, sta tranquilla, io mantengo le mie promesse" "aspetta un secondo" lui mi guarda accigliato, "tu sai sorridere?" Alza gli occhi al cielo, "a quanto pare" "voglio uscire di qui" torno seria, "voglio andare su quell'isola esotica, ricchi da far schifo" "lo faremo, il Professore ci darà presto il via libera, ora va" obbedisco."Hey..." "Che c'è?" "Hai pensato a quello che ti ho confessato?" Lei si volta, "dovevi dirmelo proprio nel bel mezzo di una rapina? Hai avuto 5 mesi di tempo per farlo, perché proprio adesso?" Mi stringo nelle spalle, "eri felice con Rio, il piano andava bene, non volevo rovinare tutto" "stronzate" "sto cercando di essere gentile Tokyo, ma sei fai così mi rendi tutto più complicato lo capisci? So che sei arrabbiata, ma immagina io, che ho dovuto sopportarti per 5 mesi, sapendo la verità" c'è silenzio, "ok" "ok?" "Ti perdono, come hai detto tu, non voglio avere rimpianti" le sorrido, "ma non aspettarti che tu chiami "sorella" " "alzo le mani, "no figurati" "quindi tregua finita?" Azzardo, "tregua finita" ripete con un mezzo sorriso,."mi dispiace davvero che tua madre non ti abbia mai parlato di me" alza le spalle, "è stata una sua scelta, e tu non c'entri nulla,.come non c'entro nulla anche io, eravamo delle ragazzine, sei stata coraggiosa a bussare a quella porta" "ti posso abbracciare?" Faccio il labbruccio, "ok" "sono contenta di averti trovata" le sussurro, "siamo due stronze" rido, "già" mi stacco, "okay, tu cosa farai uscita da qui? Andrai con Rio?" "Credo di sì, non so cosa abbia in serbo per noi il Professore" mi risponde alzando le spalle, "magari ha un'altro folle piano" "se ci dovessimo mai rivedere, mi insegni a tirare con l'arco?" Rido, "va bene" "notizie dal Professore?" Chiede, "no, per ora no, Berlino ha detto che chiamerà" rispondo sommessamente, "Nairobi sta mettendo via le ultime banconote, siamo quasi pronti" "vado a vedere io tunnel, vieni?" "Prima vorrei parlare con Rio" "uhhhh, allora mene vado, ciao ciao!" "Stronza" le faccio il dito medio alle sue spalle, "anche io ti voglio bene" urlo prima di svoltare l'angolo.
"Dobbiamo andarcene, subito!" Urla Rio, "ok, va bene, Monica hai con Denver?" Annuisce, "andiamo" prendo per mano Berlino, e una volta usciti tutti, facciamo saltare in aria il tunnel.
Il Professore abbraccia forte Berlino, io sorrido a quella scena, "cela abbiamo fatta!" Urlo, Nairobi mi abbraccia, o meglio, mi stritola, "ok ok, ma così mi soffochi" "scusa, è che sono emozionata" "bene, adesso dobbiamo sbrigarci, la polizia sarà qui fra pochissimo" spiega serio il Professore, ci cambiamo.Così si concluse la rapina alla Zecca di stato, ognuno con una nuova identità, sparsi per il mondo, felici, e ricchi da fare schifo, ma ancora non sapevamo, che il futuro aveva altri piani per tutti noi.
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ATENE ~the new member~
FanfictionLa famosa banda del Professore è quasi completa. Quasi. Il nono elemento, la persona che gli manca per mettere in pratica il suo geniale piano è una ragazza. Ma non una semplice ragazza, perché lei non è affatto semplice. Lei è furba, bella, scaltra...