capitolo 6

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Flashback

"Clare che fai?" La voce di mio fratello mi fa voltare, "direi che è evidente" indico l'arco e le frecce che tengo in mano, lui alza un sopracciglio, "sai tirare con l'arco?" Sorrido beffarda, "guarda" indico una mela attaccata ad un albero, "mettici sotto, fidati di me" gli sorrido, lui annuisce confuso, prendo la mira e scocco, la freccia colpisce in pieno la mela, che cade proprio nelle mani di mio fratello, gli faccio l'occhiolino.
"Pazzesco" sussurra guardando la mela fra le sue mani, "puoi tenerla, tela regalo, sono molto buone" gli passo di fianco e entro in casa.

Adesso.

Mi mangio le unghie nervosamente, senza farmi vedere da nessuno, prendo il mio arco, portato di nascosto mescolato alle armi, è come un portafortuna, prendo una freccia e faccio finta di scoccarla, ora che ci penso, potrei piantarla nel petto di Athurito...ci penserò.

Sento dei rumori e lo metto via.
"Che stavi facendo?" La voce di Denver mi fa voltare, "nulla" mento, "ti prego, ho visto tutto, tu sai il mio segreto, io conserverò il tuo" mi sorride, "mi fai vedere che sai fare?" Io faccio un risolino, "qui? E dove?" Lui mi fa cenno di seguirlo, prendo arco e frecce e lo seguo.

Flashback

Tutti sono a cenare, io esco di nascosto e arrivo nella zona dei manichini, dove ci alleniamo con i fucili, accarezzo con dolcezza il mio arco, tracciando con l'unghia la mia iniziale e quella di mio fratello, incise nel legno, sorrido malinconica.

Faccio un respiro profondo e prendo la mira, lancio la freccia che colpisce perfettamente il cuore del manichino, ne scocco un'altra, e un'altra ancora, una dopo l'altra, centrando in modo impeccabile tutti i punti segnati sui finti omini, "niente male" sussulto, "Denver, che ci fai qui?" Lui scrolla le spalle e si avvicina, "sei brava sai? Perché non dici al Professore di questo tuo talento?" Rido, "no, abbiamo fucili, pistole, esplosivi, a cosa servirebbero un arco e delle frecce? E poi è solo passione" spiego, "ti metto alla prova" si sistema contro un albero, e si posiziona una bottiglia di birra sopra la testa, "scocca la freccia e rompi la bottiglia" sbarro gli occhi, "no, io...ho paura di farti male" lui mi sorride, "ho visto prima, non sbagli un colpo, mi fido di te" deglutisco a vuoto e socchiudo gli occhi, la freccia colpisce la bottiglia, lui mi sorride, "visto? Dovresti dirlo al Professore, sei davvero un talento" mi fa l'occhiolino e rientra con una sigaretta fra i denti.

Adesso.

"Monica..." Sussurro mentre Denver chiude la porta della camera blindata, "Atene?" Le sorrido, "si sono io" le sistemo una ciocca dietro l'orecchio, "grazie, ad entrambi" sussurra, "voglio che fai vedere a Monica di cosa sei capace, le servirà una distrazione" spiega Denver mentre appende delle banconote sulla parete, "centrale tutte" annuisco e faccio come dice, "wow, fantastico" esclama Monica sorpresa, le sorrido gentilmente, "grazie, Denver, il piano delle maschere?" Torno seria, "andato alla perfezione, e anche la produzione va a gonfie vele" sospiro sollevata, "devo andare, sono lieta di averti vista Monica, a dopo Denver, sarà il nostro piccolo segreto" ridacchio con un dito sulle labbra, chiudo la porta.

"Tutto perfetto" annuncia Berlino, "bene" risponde Mosca, "già..." Sussurro, c'è un momento di silenzio, "vado a vedere come va la produzione" lascio la stanza.

"Che fate?" Chiedo curiosa, "guardiamo i notiziari, hai visto? Il Professore aveva ragione, tutti parlano di noi! Pazzesco" ride Nairobi, mi siedo al suo fianco, "cazzo i miei genitori!" Esclama Rio.

Ma l'intervista ai genitori di Rio non è delle migliori, anzi, il padre ha anche affermato di volerlo morto.
Tokyo stacca la spina, "il Professore ha detto niente contatti con l'esterno" scandisce, poggia una mano sulla spalla di Rio, ma lui si scosta bruscamente e lascia la stanza, sospiro frustata.

"Si?"
"Ho violato la rima regola del piano, ho ucciso un ostaggio" "in realtà non io, è stato Denver, ma non è questo il punto, lo ha fatto sotto il mio ordine" "ho preferito dirtelo io personalmente" il Professore non risponde, e
"Era l'unica linea rossa"
"Hai rovinato tutto"
"Capisco la tua preoccupazione"
"Hai rovinato tutto"
"Quella donna aveva un cellulare fra le gambe, forse voleva usarlo per chiamare sua cugina a Celito, per raccontarle che si faceva il direttore generale, ma la realtà che penso che avesse intenzione di chiamare la polizia"
"Ora non ci sono più telefoni, di questo puoi stare certo"
"Chi era la donna?"
"Monicá Gazzambighe"

Il Professore batte il telefono sul tavolo, si sente spaesato, ma soprattutto, spaventato,
"Hai intenzione di punirmi? Sai, dovresti farlo,so che sei un idealista, che sei un brav'uomo,ma ora basta giochetti, adesso devi punirmi, perché se non hai il fegato, andrà a finire male, telo ho detto molte volte nel corso degli anni, non sono io ad avere dei problemi, sei tu, dovrai punirmi, perché così saprò che sei un capitano, che sei al timone, che sei un persona di cui ci si può fidare, sembra che non desideri parlarmi ora, nessuno all'estero sa di questo sfortunato decesso quindi il piano va avanti" "Vorranno una prova che siano vivi in meno di 48 ore" butta giù il Professore.

Questa è la telefonata che origlio dall'ufficio di Berlino, chiudo gli occhi e sospiro, "Berlino..." "Ha sentito tutto no? Non c'è nulla da aggiungere" dice brusco, "Tokyo ti ha convinto?" Chiedo, "non penso che sia stata una mia iniziativa?" Scuoto la testa, "non è da te" alzo le spalle, "spero che la tua punizione sia esemplare" sibilo uscendo dall'ufficio.

***

"Berlino, ma che stai facendo?!" Lo vedo girare per i corridoi, chiamando a gran voce il nome di Denver, con Nairobi alle calcagna, che cerca di dissuaderlo, "Quel ragazzo ha infangato il mio nome, tutto qui" risponde con nonchalasche, "ma che..?" Due fucili si puntano alla mia testa e a quella di Nairobi, "era solo uno scherzo quello della giacca!" Esclama disperata, capisco tutto, "no merda merda!" Ma Oslo mi tiene ferma con il fucile puntato alla testa.

Berlino continua chiamare il nome di Denver a gran voce, ma non ottiene risposta, lo trova finalmente alla soglia del bagno
"Denver, ti cercavo"
"E adesso mi hai trovato"
C'è una pausa.

"Sembra che, la mia faccia sia ormai su tutti i telegiornali" rompe il silenzio, Denver lo guarda perplesso, "e sai cosa stanno dicendo di me?" Continua, "no" " che sono un ladro, e fin qui va bene, ma poi dicono anche che sono un puttaniere, e che abuso di bambine, tutto per un bottone, un bottone della mia giacca, ricordi, quando tela sei messa?" "Che a quanto sembra, hai dimenticato nella macchina che avevamo a Toledo, un'auto in cui sono sicuro di non essere mai salito, sai questo cosa vuole dire?".

"No, non lo so" "si che lo sai" "che mi hai appena rovinato la vita" "ma dai..." "Che faccio con te?" Nairobi e io arriviamo di corsa, "Berlino!" Helsinki e Oslo ci puntano i fucili, alziamo le mani, " scusa non mi sono accorto del bottone, ti compenso, con 15, 20 milioni dei miei va bene?" "15 milioni, per un bottone?" "Lascia stare Berlino" lui si mette a ridere, "è curioso, sono venuto con l'idea di sparargli un colpo, magari ad un piede, come risarcimento, e invece mi sta venendo una gran voglia di spararti un colpo in testa, e non so bene il perché" all'improvviso si sente il rumore di uno sciaquone.

Berlino dice di fare silenzio.
Entra lentamente nel bagno. Apre una ad una le porte del bagno, sotto lo sguardo terrorizzato di Nairobi Denver, e io, lo fa con una lentezza da brividi, bussa ad una porta, e sente la voce di Monica, apre la porta, e con grande sorpresa, si mette a ridere.
La tensione aumenta.

Il Professore ci chiama, ma nessuno di noi risponde.
Ritenta, ma la maggior parte di noi, assiste a quella scena spaventosa.

C'è uno scambio di pistole, Berlino a Dener, Denver a Oslo, e così via, ormai la tensione è alle stelle, Berlinobpunta la pistola a Monica, e ordina si abbassare le armi.

Tokyo raggiunge la porta e sbarra gli occhi alla vista di Monica, "porca puttana, è viva" esclamo, "si è viva Tokyo" dice semplicemente Berlino, guardo la scena confusa, "Berlino,mi dispiace interromperti ma devi salire di sopra, il professore ha chiamato" annuncia.







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