capitolo 1

1K 17 1
                                    

Atene

L'uomo misterioso, che si fa chiamare "Professore" mi guida in una casa nel bel mezzo del nulla. Arriviamo davanti ad una porta, mi fa cenno di entrare, mi porto una ciocca dietro l'orecchio, lo faccio quando sono nervosa.
Poggio una mano sulla maniglia, e lui mi fa un gesto rassicurante con la testa, "entra" mi sussurra amichevolmente, annuisco e spingo la mano sulla maniglia.

Appena entrata, in quella che sembra a tutti gli effetti una classe scolastica, 8 paia di occhi mi fissano perplessi, il Professore chiude la porta alle sue spalle.

"Era questa 'la grande sorpresa'" sbuffa un ragazzo al secondo banco, "Professore, può spiegarci che succede?" Interviene la ragazza in fondo, "Bene, va' pure a sederti, non presentarti" obbedisco e mi siedo dietro ad una ragazza mora.

"Perfetto, adesso che siamo tutti, vi dò il benvenuto" sembra un po' in imbarazzo, "e vi ringrazio per aver accettato, questa, offerta di lavoro" si sistema gli occhiali sul naso, "accettato sto cazzo..." Sussurro a me stessa, la ragazza davanti a me si volta a guardarmi, "che c'è?" Lei rotea gli occhi e poggio la mano sulla guancia, trattenendo uno sbadiglio.

"Bene, vivremo qui, isolati dal resto del mondo, 5 mesi, 5 mesi in cui studieremo come portare a termine il colpo" spiega, "5 mesi? Come sarebbe a dire 5 mesi!" Intervengo, "vedi, la gente passa anni, a lavorare, per arrivare ad ottenere uno stipendio, che nella maggior parte dei casi, sarà sempre uno stipendio di merda, che cosa sono 5 mesi? Io vivo pensando a questo, da moltissimo tempo, così non dovrò più lavorare, e neanche voi, e neanche i vostri figli" cala un religioso silenzio.

"Bene, per ora non vi conoscete, e così deve essere, non voglio nessun nome, nessuna domanda personale, e naturalmente nessuna relazione personale" la ragazza davanti a me trattiene una risatina.

"Voglio che scegliate un soprannome, qualcosa di semplice, possono essere pianeti numeri città" "tipo il signor 17 e la signorina 23?" Ironizza il ragazzo dell'inizio, lo fulmino con lo sguardo, odio le battutine, preferisco il sarcasmo.
"E i pianeti? Io posso essere Marte, lui Urano" propone un ragazzo, "a me non mene frega un cazzo..." Mi lascio scappare, il Professore rotea gli occhi, "va bene va bene, allora facciamo città" conclude, "vada per le città".

E così ho finito per chiamarmi Atene, questo che mi fissa il culo è il signor Berlino, gioiellerie furgoni blindati e case d'asta, il suo colpo più grande, L'esansè elise a Parigi.
Quello che tossisce è il signor Mosca, 6 pelliccerie, 3 orologerie, sa usare la lancia termica alla perfezione.

Quello seduto dietro Mosca è Denver, suo figlio. Droga, denti e costole rotti, è il re delle risse da discoteca, una testa calda in un piano perfetto, una bomba ad orologeria.

Rio, è una specie di Mozart del computer, programma da quando aveva 6 anni e sa tutto di allarmi ed elettronica, per tutte le altre cose della vita è come se fosse nato ieri.

E questi sono i gemelli, Helsinki e Oslo, anche il piano più sofisticato a bisogno di soldati, e chi meglio di due servi? Forse pensano anche ma non credo lo sapremo mai.

Nairobi, un'inguaribile ottimista, falsifica banconote da quando aveva 13 anni, adesso è addetta al controllo qualità, probabilmente è pazza, ma ti fa morire dalle risate.
Quella davanti a me è la signorina Tokyo, a quanto ho capito, ha una storia molto simile alla mia, ma non abbiamo molta affinità.

"Vedete, ogni giorno i notiziari parleranno di noi, ogni giorno, tutte le famiglie di questo paese si chiederanno sicuramente, che cosa stiamo facendo, e sapete cosa penseranno? Che bastardi magari ci avessi pensato io".

Il Professore. Nessun precedente, ultimo rinnovo della carta d'identità a 19 anni, a tutti gli effetti, un fantasma, però un fantasma molto intelligente.

ATENE ~the new member~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora