Pensieri:
12 settembre 1980Ero seduto su un altalena della scuola media, era il mio primo giorno. Stavo pensando a tutte le cose che avrebbero potuto farmi fare una figura di merda davanti a tutti... In lontananza vidi un ragazzo. Lo guardai, da capo a fondo, capelli ricci e neri che gli ricadevano sulle sue guance rosee, occhi scuri, così tanto scuri da perdersi dentro. Indossava una maglia a righe blu e un jeans abbastanza scuro per gli standard. Finì per perdermi nei miei pensieri fin quando non vidi la figura che stavo analizzando accanto a me.
«Ehi, ciao io sono Michael, Michael Wheeler, per gli amici solo Mike» mi disse con una voce alquanto timida.
«Emh... ciao io sono William Byers, ma puoi chiamarmi Will» risposi io, magari intento di fare amicizia. Un amico... pensai, il fatto che sono sempre stato preso di mira a scuola un amico per me è una novità.
«Mi chiedevo, sai ti ho visto solo è ho pensato che potessimo diventare amici» mi chiese lui con un tono gentile.
«Si, si certo va benissimo» ero a dir poco emozionato. Gli chiesi di sedersi vicino a me, sull'altra altalena e iniziammo a parlare, parlare così tanto che si fece buio.
Presente:
22 dicembre 1989Ritorno in me, pensando a quel ricordo, il ricordo più bello di tutta la mia vita mi viene una strana voglia, voglia di disegnare. Mi dirigo al secondo piano verso camera mia, afferro una tela e la appoggio delicatamente sul cavalletto, lo stesso pieno di vernice schizzata ovunque. Prendo il mio pennello e a occhi chiusi inizio a dipingere qualcosa. Per questa volta lascio che sia la mano a guidare non gli occhi. I miei pensieri si interrompono, sento il telefono squillare. Rispondo.
«P-ronto?» dico balbettando.
«Oh, Will...» Mi dice una voce che riconosco subito, Mike.
«Mike, dimmi tutto» spero per un attimo che questa volta non abbia chiamato lei, una minima speranza si accende dentro di me, ne è passato di tempo da quando non sento un "Ehi, ciao Will come stai?" oppure "Da quanto tempo che non ti sento, qua manchi a tutti". Ma so già qual'è la risposta, la sua pratica risposta.
«Senti, El è in casa?» mi chiede lui sovrappensiero
«Umh, si certo» dico, ormai non mi stupisco più di niente. Grido: «El! C'è Mike al telefono.»Chiudo la chiamata posando il telefono, me lo aspettavo d'altronde chi mai parlerebbe con Zobieboy. Continuo a "scarabocchiare" la tela. Sento El ridere dall'altra stanza. Avvolte mi chiedo, se non avesse mai incontrato El, forse quel giorno avremmo giocato tranquillamente a D&D. Apro gli occhi, non capisco bene quel che ho disegnato. Sento Jonathan.
«Will, El, è ora di andare a scuola!» dice lui urlando a pieni polmoni.
Prendo il mio zaino già pronto e scendo di corsa le scale. Prendo una fetta di pane tostato e ci spalmo della marmellata sopra. Fatto questo mi incammino verso la "macchina" di un amico di Jonathan. Lui si chiama Argyle e per me è "okay", certo lui è Jonathan hanno preso l'abitudine di fumare qualsiasi cosa ma fa niente, in fin dei conti non è un mio problema.
«Su ragazzi andate» ci dice Jonathan con voce a stanca
Gli faccio un cenno di si con la testa e scendiamo entrambi dal pulmino del suo amico.
Entro dentro scuola affiancato da El, mi dirigo vero il mio armadietto e lei va in classe.
«Will! Finalmente ti ho trovato, sei in ritardo» mi dice... qualcuno? Non riconosco la voce.
Mi giro di scatto e vedo Daniel, per gli amici Dan. L'ho conosciuto qualche mese fà, nell'ora di matematica. Come poterlo dimenticare ci siamo fatti beccare mandandoci bigliettini finendo entrambi in punizione. Lui, lui è un bel ragazzo! Sia fuori sia dentro. I suoi capelli castano/biondi mossi, i suoi occhi tendenti al giallo e le sue labbra carnose lo rappresentano alla perfezione.
«Scusa e che stavo-» non faccio in tempo a finire la frase che la completa lui per me
«Dipingendo? Si okay, non è una novità. Volevo chiederti una cosa» mi dice lui con tono ovvio
«Dimmi, qualcosa non va?» mi preoccupa, Dan non fa mai discorsi seri. La maggior parte del tempo lo passa a fare battutine o cose così.«No niente di che. Sai le vacanze le passo da solo, dato i problemi di cui ti ho già detto...» dice toccandosi la nuca. Dan ha problemi familiari da quasi due interi anni, vive nel garage di sua zia, che da poco è partita lasciandogli la casa. La madre lo odia perchè non è il ragazzo che sperava di avere, il padre invece lo picchiava da quando aveva solo cinque anni. Lo chiamano delusione, molte volte quindi viene da me a dormire per non stare solo nel garage di sua zia. Insomma i suoi genitori sono dei veri stronzi.
«...ti va di stare da me?» continua inclinando la testa verso il bassoA quella domanda mi viene un colpo di genio. Devo tornare a Hawkins e se portassi anche Dan?
«DAN! SEI UN GENIO» urlo facendo girare mezza scuola verso di me.
«Will, spaventi le persone, calmati!» dice lui ridacchiando
«Ma come, non mi credi un modello?» dico scherzando
«Ovvio, ovvio» mi dice continuando a ridacchiare
«Dopo scuola vado al parco, raggiungimi lì, okay?» dico fissando l'orologio «Oddio devo scappare! Sono in ritardo per fisica» gli faccio un cenno di saluto e cammino con passo veloce verso l'aula di fisica._______________________________
Corro, corro come non ho mai corso in tutta la mia vita. Sono in ritardo devo essere svelto ed andare al parco. Esco di scuola afferrando i libri nell'armadietto lasciati lì da qualche mese ormai, mi servivano per i compiti delle vacanze esco e vado in giardino aggrappando a volo la mia bici. Pedalo, pedalo fin che non arrivo a destinazione, tolgo il casco e vedo Dan.
«Dan sono qui!» gli urlo a qualche metro da lui. Gli faccio segno di salire sulla mia bici e lo porto a casa Byers.
Apro la porta di casa e vedo El al telefono come sempre.
«Ehi El scusami...» dico titubante
«Scusa Mike, aspetta un attimo. Will dimmi tutto!» mi dice lei
«Il fatto e che, conosci Dan no? Ecco mi chiedevo se andasse bene che... se potesse venire anche lui con noi nelle vacanze da mike e gli altri. Lo so che non lo conoscono ma mi farebbe piacere. Però solo se vuoi, ecco non so...» dico parole a spezzoni non so se mi ha compreso. Mi giro verso Dan e poi incontro lo sguardo di El.
«Per me va benissimo, sarebbe un ottima sorpersa per tutti. Poi lo chiedo io stesso a mamma, okay?» mi dice lei sorridendo.
«Grazie El!» l'abbraccio «Sei la migliore!» dico io sorridendo. Mi giro verso Dan e gli afferro il polso saldamente. Corro sulle scale per andare sopra in camera mia. Apro la maniglia e mostro a Dan il mio disegno, iniziando così una conversazione.Si fanno le nove.
«Will mi piacerebbe restare qui, ma visto che domani devo venire anch'io devo proprio andare, ci vediamo domani ok?» mi dice lui sorridendo
«Uh si certo, ti veniamo a prendere verso... le 11:30 ok?» dico io sbadigliando
«Certo» mi dice lui
«Aspetta ti accompagno all'uscita» dico io aprendo la porta di camera mia. Scendiamo le scale ritrovandoci all'ingresso di casa.
«Buonanotte Will» Mi dice lui facendo l'occhiolino
«Buonanotte Dan» dico io alzando la mano per salutarlo《Angolo Autrice》
Questo era il primo capitolo di questa storia. Lo so che non c'è praticamente alcuna scena Byler ma più avanti ne metterò molte di più.

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𝐒𝐜𝐚𝐫𝐚𝐛𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 [ɪɴ ʀᴇᴠɪsɪᴏɴᴇ] ᵇʸˡᵉʳ
Fanfic𝐏𝐑𝐄𝐌𝐄𝐒𝐒𝐄: • 𝐷𝑖𝑎𝑙𝑜𝑔ℎ𝑖 • 𝑃𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑖 • 𝑁𝑢𝑜𝑣𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑔𝑔𝑖 • 𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑒𝑛𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑖 • 𝑆ℎ𝑖𝑝 𝑛𝑜𝑛 𝐶𝐴𝑁𝑂𝑁 • 𝑆𝑐𝑒𝑛𝑎 𝑺𝑴𝑼𝑻 𝙌...