Quando sento il campanello suonare alzo gli occhi al cielo.
Non ero d'accordo con papà nel far venire qua il suo assistente mentre sarei stato a casa a esercitarmi perché per prima cosa non mi va, seconda odio le interruzioni e terzo non voglio avere niente a che fare con gente estranea che sicuramente troverà qualcosa da psicanalizzare in me.
«Eliaaa». La voce allegra dell'uomo che mi ha dato la vita mi raggiunge, sebbene io stia suonando una canzone dei Dance Monkey.
Finisco di suonarla fregandomene e, anche se non dovrei, già so che odierò questo ragazzo per il solo fatto che verrà a mettersi in mezzo ai miei impegni, perché conosco troppo bene mio papà e i suoi trabocchetti oltre che ai suoi orari.
Scendo le scale inviando un messaggio.
-Se c'è una cosa che odio è venir interrotto mentre suono
Mi affaccio nel salone senza vederli, ma seguendo le loro voci e l'odore del caffè so che questo incontro si protrarrà più del dovuto.
«Buongiorno». Dico entrando e posando gli occhi su un ospite che è tutto il contrario di come me l'ero immaginato.
«Buongiorno». Mi saluta con un sorriso fin troppo bello e che dovrebbe tenere per sé e non regalarlo al primo che incontra. «Suoni stra maledettamente bene».
Se ne esce così, lasciandomi di merda e con mio padre che si copre la bocca con la mano per non ridere. «G-grazie». Balbetto preso in contro piede.
«Credo che mi piacerà qui». Dice rivolto all'uomo che gli farà da docente e in quegli occhi riconosco la stessa fiamma di vita che era apparsa quando lo avevo videochiamato per dirgli che lo avrei raggiunto. Gioia di poter esserci per qualcuno.
«Ne sono sicuro. Vuoi anche tu un caffè?». Domanda poi voltandosi verso di me.
Annuisco.
«Lo studi o è solo un hobby?». Mi domanda. «Oh. Non mi sono nemmeno presentato, Filippo».
Allunga una mano verso di me e mi ritrovo a stringerla. È calda e morbida. «Elia». E proprio quando sto per lasciare la presa lui la fa voltare verso l'alto.
«Dita lunghe e sottili». Sorride, ma sembra lo stia facendo in ricordo a qualcosa. «Scusa». Si affretta a dire quando se ne rende conto.
Lo guardo. Occhi grigi e impenetrabili, capelli neri pettinati in avanti e un po' mossi, rasati ai lati, labbra carnose e zigomi ben definiti su un viso pulito. Una t-shirt bianca all'apparenza anonima abbinata a un paio di jeans neri strappati che cadono su un paio di anfibi dal nome a me sconosciuto.
«Ho passato l'esame?». Mi prende in giro.
Papà mi affianca posando un braccio sulle spalle prima che possa rispondergli, mettendomi in mano la tazza col caffè. «È fidanzato».
«Scusi, non intendevo per quello e comunque anche io quindi può stare sereno». Si affretta a dire Filippo, come se avesse appena compiuto un atto oltraggioso.
Sorrido perché quell'aria da duro che mostra è solo perché vuol apparire forte, quando in verità ha tutte le carte in regola per essere uno di quei ragazzi dolci e appiccicosi. E poi mi do uno schiaffo perché io questo ragazzo dovrei odiarlo dato che me lo ritroverò sempre in mezzo ai piedi.
«Sarei stato sereno anche se non lo fossi stato, anzi, magari avresti potuto dare una svegliata a mio figlio dato che a quanto pare sei interessato al genere maschile».
E forse è perché sono suo figlio, forse perché lo ha fatto mille volte anche con me o forse è solo perché non voglio mettere in imbarazzo il nuovo arrivato che metto un punto a questo discorso. «Ti sta testando proprio in questo momento per cui non rispondere, ne va della tua sanità mentale».
![](https://img.wattpad.com/cover/319620898-288-k84468.jpg)
STAI LEGGENDO
ONLIFE
RomanceCosa succede quando il ragazzo che conosci solo tramite un'app finisce nella vita vera di tutti i giorni? Bee e RuMa sono amici online, non sanno nulla l'uno dell'altro eppure da quattro anni si sentono ogni giorno, parlano dei loro studi, dei loro...