27 @LeeRuMa - Elia

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Epilogo

La luce entra fioca dalla finestra che ieri sera abbiamo dimenticato di chiudere, l'alba si sta avvicinando e quei deboli primi bagliori ora stanno mordendo i piedi scoperti di Filippo. L'aria che si respira nella stanza è pregna del nostro amore che abbiamo da poco consumato e che lo ha avvolto in un delicato torpore accompagnandolo in un sonno profondo. 

So che è stanco, so che ha dato il massimo in queste settimane per dare gli ultimi esami della sessione e so che stare dietro a me lo impegna altrettanto dato che non vuole saperne di mollare un po' la corda da quel guinzaglio che ci lega l'uno con l'altro. 

È come se avesse una flebile e costante paura di un mio allontanamento se per un giorno non riuscisse a scoprire come sto o cosa mi passa per la testa, portandolo così allo stremo. Adoro che sia così coinvolto, che si interessi alla mia vita, ma deve capire anche che non me ne andrò e che non mi perderà se per una volta al posto di parlare ci baciassimo solamente. 

Accarezzo la sua spalla nuda con i polpastrelli, segnando una scia che scende giù sulla sua schiena per poi risalire non appena trova l'ostacolo del lenzuolo. Sono pochi mesi che stiamo sul serio assieme, ma dentro di me so che ho sempre visto Bee come il mio unico e grande amore, nonostante non lo conoscessi ancora. Ed è strano di come la nostra amicizia online si sia trasformata prima in una relazione onlife per poi alla fine diventare offline. Il continuo mescolarsi tra virtuale e vita vera alla fine ci ha regalato quello che siamo diventati oggi. 

Sorrido con i primi raggi che fanno capolino dalla finestra e portando lo sguardo fuori dal vetro mi perdo a rincorrere quel pulviscolo che silenzioso ci osserva ogni giorno litigare, far pace, parlare e innamorarci di nuovo. 

Per anni abbiamo condiviso la nostra vita con altri ragazzi, per anni abbiamo conosciuto sapori che non sono stati in grado di trattenerci. Odio sapere d'aver sprecato così tanto tempo e odio ancora di più d'essermi buttato in storie che sapevo avevano già la parola fine scritta a chiare lettere sulla copertina. Odio che altre mani abbiano toccato il suo corpo e sapere che rimarrà nei ricordi di altri fa agitare il mio cuore più del dovuto. 

Sbuffo mentre litigo da solo nella mia testa, mentre creo conversazioni immaginarie per una sceneggiatura che non verrà mai messa in atto. Ma farlo mi aiuta a stemperare quella voglia di fare una strage tra i suoi ex, sapendo benissimo che in ogni caso non risolverebbe il problema della mia gelosia. 

Solo quando lo sento muoversi riporto l'attenzione su di lui. 

«Cosa fai sveglio?». Mi domanda, la voce impastata dal sonno, gli occhi solo due fessure appena aperte. 

«Pensavo». Gli dico tornando a stendermi al suo fianco per stringerlo nuovamente a me. 

«A cosa?». Ci prova, ma Morfeo lo sta tirando nuovamente verso di sé. 

«Credo dovremmo lasciarci». Butto fuori, con coraggio e stupidità. 

«Dormi». Sono le sue ultime parole. 

Mi scosto girandomi a pancia in su, tenendo però un braccio sotto al suo collo. Alzo gli occhi al soffitto e lascio fermentare ancora per un po' di ore quella paura che da due giorni ormai si è impossessata di me. Non mi rendo nemmeno conto d'addormentarmi, forse il troppo pensare alla fine ha esaurito tutte le mie forze, lasciandomi inerme sul materasso accanto al suo corpo caldo. 

Quando apro gli occhi sono solo, ma spostando lo sguardo sulla stanza seguendo l'aroma che si propaga nell'aria, lo vedo di fronte alla finestra con in mano una tazza di caffè fumante. 

«Non credevo saresti arrivato a volermi lasciare». La voce è tesa, infastidita. 

«Sai come la penso». Mi metto a sedere rivelando il mio corpo nudo, coprendomi l'erezione mattutina con il lenzuolo. 

ONLIFEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora