18 @LeeRuMa - Elia

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È passato quasi un mese da quando abbiamo condiviso il letto. E sarei un pazzo incosciente se non pensassi che Filippo è quel ragazzo che ho sempre voluto avere nella mia vita, un pazzo a non capire che tutto in lui sta gridando a perdifiato di vederlo. Di accorgermi, di fare quel passo che a quanto pare non vuole fare. Mi basterebbe poco per avere la certezza che i due ragazzi con cui mi sento sono in verità solo uno. Eppure non lo voglio sapere, non voglio spezzare quella lastra di ghiaccio su cui stiamo camminando perché una volta rotta, che sia vero o no, non c'è via d'uscita dato che entrambe le risposte mi farebbero male. Se scoprissi che in realtà non è Bee mi si spezzerebbe il cuore dato che continuerei ad amare il mio amico immaginario e a dover far spazio anche per Filippo nel mio cuore. E se invece Bee fosse davvero Filippo ne resterei deluso perché per tutto questo tempo mi ha mentito e ha giocato liberamente con i miei sentimenti. 

Quindi per questo continuo a fare finta di nulla, a camminare con i para occhi seppur la verità si stia nascondendo dietro al mio dito indice. Ma più rimango nel limbo del dubbio, più mi sento bene. Voglio continuare a sognare senza frantumare l'illusione che mi sono creato nella testa, ma soprattutto perché quello che voglio io sembra volerlo in qualche modo anche lui. 

E quando ricevo il messaggio di Bee mi trovo tra due fuochi.

-E se ci incontrassimo?

Leggo più volte quel messaggio scritto proprio da lui, lui che era quello più contrario tra i due. 

-Ne abbiamo già parlato. Non ti dico di no, ma non ne sono più sicuro

Ho la mano che trema mentre premo sul tasto dell'invio. Non ora, mi ripeto. Non so cosa mi risponderà e ho un po' paura a essere sincero. Scuoto la testa per scacciare via ogni pensiero e incredibilmente riesco a mantenere un respiro costante mentre torno indietro nella memoria ripescando pezzi di varie conversazioni avvenuti quando ancora non eravamo nessuno l'uno per l'altro. Ai suoi sfoghi sull'università, sulla musica e alle sue uscite e a quando mi scriveva da ubriaco che mi avrebbe reso il ragazzo più felice dell'universo. Sorrido a quei ricordi beandomi di quella spensieratezza che poco a poco è riuscita a incollarci e a portarci a dove siamo oggi. 

-Cambierebbe qualcosa se ti dicessi che sono figo? 

Rido, alla faccia dell'essere umile. -Chattiamo da quattro anni, se non fossi figo a quest'ora ti avrei già silurato da un pezzo

Gli scrivo così, ma sappiamo benissimo che la nostra amicizia iniziale si basa soprattutto sull'essere solo noi, veri e sinceri. Cosa che a quanto pare però si è rotta nell'ultimo periodo. 

Alzo gli occhi verso il cielo, la sera è ormai fredda, in lontananza sento qualche macchina passare sulla via principale, l'aria sa del profumo tipico d'inverno, un misto tra ghiaccio e purezza mentre i miei passi risuonano sotto una leggera brina che ha ricoperto le foglie ingiallite cadute sul marciapiede. Quando mi avvicino a casa, attraverso le finestre vedo le luci spente del suo studio, segno che papà non ha clienti. È venerdì sera e sono quasi tentato di chiedergli cosa sta facendo quando, aprendo la porta principale, sento la sua voce. 

-Così superficiale.. 

Leggo il messaggio subito dopo aver varcato la soglia con il sorriso sulle labbra e le mani congelate quasi. Senza rispondergli oltre chiudo la chat per poi togliermi le scarpe, infine mi faccio sentire. «Filippo sei qui anche tu?». Domando andando verso lo studio e raggiungendoli. 

«La fame ti ha fatto tornare a casa immagino». Se ne esce papà. 

«Come sempre». Gli rispondo. «Ti fermi a cena?». Domando poi al suo studente, nonché il mio scopa amico, in un tono del tutto naturale mentre gli poso una mano fredda sulla nuca sapendo benissimo che questo gesto agli occhi di mio padre sarà visto per quello che è. 

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