Sono felice. Non credevo che sarei riuscito a farmi notare subito nelle prime settimane di conservatorio, tanto meno che mi avrebbero dato la possibilità di esibirmi all'evento che si terrà a natale. Dovrò lavorare duramente ai pezzi che voglio presentare, ma so già che non ci sarà nessun problema dato che il piano è parte integrante di me e della mia vita. E sto fantasticando su come sarà l'evento mentre sono seduto in cucina, con aperto davanti a me il libro Storia della musica quando vengo interrotto dal campanello. Guardo l'orologio, manca poco più di un'ora alla cena e papà è ancora in studio. Mi alzo e vado ad aprire.
«Ciao». Mi saluta con quel suo solito sorriso che dovrebbe tenere al sicuro.
Inclino la testa. «Non sapevo dovessi passare». Mi faccio da parte e lascio entrare quel ragazzo che vedo solo per la seconda volta.
«Scusa, il professore mi ha lasciato un messaggio un po' ambiguo, ma ero a lezione e non l'ho letto subito e quando ho provato a richiamarlo ho trovato la segreteria telefonica, per cui sono venuto ugualmente nel caso fosse stata una cosa importante».
Annuisco con la testa e ripenso al messaggio di Bee, quello dove diceva che avrei potuto fargli cambiare idea. Sorrido, ma ci penso davvero. Quanto stronzo sarei se ci provassi? E quanto di questo comportamento verrebbe analizzato dal suo occhio clinico? Ma poi per cosa esattamente? Per un po' di sesso e basta? Con uno fidanzato?
«Vieni». Gli dico sorpassandolo e tornando in cucina dov'ero prima. «Papà è con un paziente, ma dovrebbe finire tra poco, mentre io stavo studiando».
«Cosa?». Mi domanda girando il tomo verso di sé.
«Cose noiose di sicuro per te».
«Darwin sosteneva che la musica nasce dall'imitazione dei suoni della natura». Se ne esce mentre sfoglia le pagine sulle quali ho scritto alcune note ai margini.
«Vuoi davvero iniziare una conversazione sulla nascita della musica con me?». Alzo le sopracciglia, un sorriso incredulo sul volto.
«Non credo di esserne all'altezza, ma credo di sapere quel tanto che basta per mantenere viva una discussione in caso di bisogno». Mi guarda, gli occhi vispi di chi è pronto a mettersi in gioco.
«Primo pianoforte» Lo sfido.
«Facilissima. Innanzitutto veniva chiamato fortepiano, era interamente in legno e fu messo a punto da Bartolomeo Cristofori poco prima del 1700».
Lo guardo scioccato. Mi siedo al tavolo e lui fa lo stesso mettendosi di fronte a me. «La triade a cui alcuni autori fanno riferimento come prima scuola di Vienna».
«Mozart, Haydn e Beethoven. Qui però giochi sporco». Batte l'indice sul tavolo in mezzo a noi, gli occhi socchiusi che mi studiano.
«Nomi di alcuni migliori compositori». Lo vedo pensare.
«Ravel, Schubert, Wagner, ma se lo chiedessi a me andrei su qualcosa di più moderno».
Sono affascinato e allo stesso tempo spiazzato da questo ragazzo che ha tutta l'aria di essere un ribelle, per poi invece essere in grado di nominare i grandi della musica. «Del tipo?». Sono curioso della risposta, ma peggio ancora sono ammaliato da lui come persona.
«Yiruma».
Nella stanza lo stesso silenzio che c'è nella mia testa. Tra tutti i nomi che avrebbe potuto fare ha scelto proprio quello. «Perché?».
Alza le spalle. «Ho imparato ad ascoltarlo e ora lo faccio ogni volta che devo studiare per un esame o quando sono arrabbiato. Mi aiuta a rilassarmi».
Mi perdo in quegli occhi grigi e mi domando perché non possa essere mio sul serio. Quante probabilità c'erano che mio padre incontrasse una perla rara? E quante invece che oltre ad essere bello fosse anche intellettualmente attraente? «Sposami». Butto fuori, stupendo addirittura me stesso.
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ONLIFE
RomanceCosa succede quando il ragazzo che conosci solo tramite un'app finisce nella vita vera di tutti i giorni? Bee e RuMa sono amici online, non sanno nulla l'uno dell'altro eppure da quattro anni si sentono ogni giorno, parlano dei loro studi, dei loro...