siamo come crisalidi.
Fragili e più le insegui, più loro scappano.KRYSTEL'S POV
Vorrei non fosse mai arrivato questo giorno, ma purtroppo dobbiamo andare via da qui. Le nostre vacanze sono terminate e io dovrò rivedere la mia famiglia solo tra quattro mesi, poco no? Abbiamo passato un bellissimo Natale, solo noi quattro. Eravamo felici e abbiamo brindato alle cose belle che la vita ha da offrirci. Ma ora è tempo di scoppiare la bolla dove c'eravamo rintanate io e Rachel e di mettere i bagagli in macchina. Salutiamo con nostalgia la mamma e Dennis e ci infiliamo in macchina. Guido sulle note di Save your tears di The Weeknd, mentre io e la mia amica cantiamo a squarciagola. Il vento mi spazza la coda di qua e di là, mentre tengo salde le mani sul volante, pensierosa già di cosa potrebbe accadere arrivata alla Berkley. Di sicuro non incontrare lo stronzo. Rachel pare accorgersene perché mi alza gli occhiali da sole sulla testa.
"Non ci starai mica pensando spero." dice guardandomi.
"Tranquilla Rach, non farò niente di niente. Indifferenza totale." le dico.
Le ho confidato che non appena saremmo arrivate, l'avrei raggiunto e gli avrei sbattuto la testa su una quercia violentemente e felicemente gli avrei anche tranciato le palle per avermi usata in questo modo, ma Rachel ha detto che dare spettacolo non sarebbe significato nulla, anche perché non mi tocca minimamente.
"Ti credo, sappilo." dice riabbassandomi gli occhiali da sole sul naso, scrollando le spalle.
La musica continua a diffondersi nell'abitacolo, facendo scatenare me e la mia migliore amica.
Dopo quattro ore circa siamo dentro la città e per poco non vado a sbattere su un albero per un coglione in moto.
"Stronzo la patente l'hai lasciata nel culo?" urlo frustrata. Sono stanca, vorrei solo fare una bella doccia calda e dormire tutta la notte.
Il guidatore si volta lentamente e lo riconosco.
Cazzo. Perché tutte a me?
Rachel ride e la trucido con lo sguardo.
"Rach potrei seriamente prenderlo sotto." dico mettendo in atto un piano migliore di quello precedente.
"Ah ah, hai detto che non farai nulla, ricordi?" dice muovendo l'indice a destra e a sinistra, scuotendo il capo.
"Solo perché sei tu Rach, solo perché sei tu." dico sospirando. Si sta avvicinando, quando accelero e mi dirigo al campus. Rido come una matta mentre scendiamo le valige dalla macchina e le carichiamo su. Vedo in lontananza Jason avvicinarsi perciò decido di lasciarli soli.
Li avverto di salire su per andare a fare una doccia e mi rintano nella stanza.
Sono sotto il getto dell'acqua calda, quando sento il mio cellulare vibrare, ma non me ne curo. Mamma non può essere perché ci siamo sentite poco fa e Rach è giù. Il cellulare continua ma accendo il soffione e metto i pensieri in off.JAXON'S POV
Ragazzina del cazzo! Ma che le è preso? Sfrecciare via così. Ho già tanti pensieri in testa. Il Natale è stato tranquillo. Solo io, mia sorella e Jas. Sono andato a trovare da lontano quello stronzo di mio padre e ora stavo appena tornando dalla palestra perché stasera ho una gara. Mi girano i coglioni e chiamo Jas.
"Pronto fratello, che fai?" dico masticando un
chewing gum alla menta.
"Fratello mi dispiace ma non posso proprio esserti d'aiuto in questo momento." dice ridendo
"Cosa cazzo ridi! Sei là non è vero?" dico a denti stretti.
"Si e avresti dovuto farlo anche tu coglione." mi dice.
"Ero in palestra. Dov'è?" dico sapendo già a chi mi riferisco.
"Sopra. È parecchio turbata, non so per quale motivo. Ora scusami ma devo scappare." dice e chiude. Brutto stronzo! Tutto pur di mettere l'uccello fuori dalle mutande eh?! Gliela faccio pagare io al signorino! Non so se andarci per infastidirla un po', dato che è appena arrivata o farla riposare per lo stesso motivo. A questo punto opto per chiamarla, almeno la infastidisco, ma la lascio in pace. Primo squillo,secondo, trentesimo. Non mi risponde.
Riprovo. Nulla da fare. Mi sposto i capelli indietro frustrato e vado a casa. Charlotte è partita questa mattina perciò mi ritrovo solo con i miei pensieri. Decido di chiamare Eleonor e mi reco subito da lei.
*****
Sono sotto la doccia nervoso come non mai. Quella papera di Eleonor starnazza di qua e di là da farti venire il mal di testa, cazzo! È brava solo a scopare o meglio, a farsi scopare. Del resto è solo una papera. Sento la porta di casa scattare e deduco sia arrivato Jason.
"Amico sono tornato!" urla dal salotto.
"Sono in doccia!" urlo di rimando.
Mi sciacquo velocemente ed esco con un asciugamano avvolto sui fianchi.
"Allora gliel'hai messo Jas?" dico ridendo.
"Non fare il cazzone! È diversa dalle altre, non voglio rovinare questa cosa." dice serio.
"Mio Dio cosa sei diventato! Ti hanno rovinato amico mio!" dico mettendomi una mano sul cuore facendo finta di essere amareggiato.
"Non farmi la caricatura, stronzo. Piuttosto vedi di iniziare a ragione anche tu. Ti ho sentito l'altra notte." dice poi indicandomi.
"Sentito cosa?" dico incuriosito. Che cazzo ho fatto ora?
"Niente, lascia stare." dice uscendo dalla camera.
"No cazzo. Ora me lo dici." dico raggiungendolo al piano di sotto.
"Ti ho sentito parlare nel sonno Jax. Dicevi che ti mancava la tua 'bambolina' e che lei è tornata più forte di prima." dice prendendo una birra dal frigorifero.
"Eh? Impossibile!" dico. Ricordo vagamente i pensieri di quella sera.
"No invece Jax. Ascolta questo coglione che hai difronte. Inizia a ragionare e a capire chi hai davanti, perché se lo fai troppo tardi la vita ti fotte. Vado a fare una doccia fredda" dice e sale al piano superiore per lavarsi.
"Ma che cazzo significa! Che devo fare io, mh?" urlo senza ottenere risposta. Scaccio questi ultimi dieci minuti dalla mia mente perché devo concentrarmi per la gara di questa sera. Pista più grande, curve più ampie, meno probabilità di sopravvivere. Un campo di guerra, insomma.
"Cazzo." impreco nervoso tirando un calcio al divano.
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AS LONG AS ARE YOU THERE
RomanceOgnuno di loro ha delle cicatrici. C'è chi le presenta esteriormente e chi internamente. Ognuno di loro ha sofferto, perciò andare avanti risulta impossibile. Sono tutti il bersaglio del loro passato, ma anche del loro presente e forse del loro fu...