39. Dolore

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il dolore ti fotte,
è inutile mentire.
Eppure, il dolore, è una cosa
che accomuna tutti
e da cui nessuno riesce
a scappare


BILLY'S POV

Mi sono sempre chiesta quante forme di dolore esistono al mondo? Contando che siamo 8 miliardi di persone in questo Universo e che la maggior parte di esse abbia già sperimentato cosa sia il dolore, penso che ce ne siano abbastanza.

Il primo dolore, quello nella quale ci si imbatte sin da subito, è il dolore fisico.
Chi non si è mai sbucciato un ginocchio oppure da bambini imparando a camminare non si è mai caduti?
Se qualcuno mi dicesse che durante il corso della sua vita non si è mai fatto male non ci crederei.

Esiste il dolore fisico, quello leggero, quello dei bambini. Poi c'è il dolore fisico più atroce, quello che ti brucia dentro. L'ho visto negli occhi della mia amica Krys e l'ho visto sulla pelle del mio amico Peter.

Quello è un tipo di dolore che non guarisce mai col tempo e che mano a mano diventa più un dolore mentale, uno di quei dolori che pesa sul cuore.

Lo riconosco ogni giorno quel tipo di dolore negli occhi di chi amo. Negli occhi dei miei amici. Perché è lo stesso dolore fisico che provava mio padre, anche se il suo dolore è giustificabile. Ma poi alla sua morte è diventato il dolore psichico di mia madre e il mio.

Convivo con questo dolore da molti anni. Ormai ci avevo fatto l'abitudine a non sentire più il rumore dei suoi passi pesanti in casa o il suo buon odore circolare nell'aria. Mi ero abituata a quella sensazione di non ricevere più un suo abbraccio o di non sentire più una sua risata. Perché ogni volta che ci pensavo il mio cuore era malinconico, ma di una malinconia bella, quella che ti porta a sorridere dei vecchi ricordi.

Il dolore mentale, quello che arriva alla psiche umana come un piccolo proiettile sparato da un cecchino, è il peggiore. È quello che consuma l'uomo e ne fa di lui il suo burattino.

E adesso, proprio quando il mio cuore era ritornato più leggero, mi sono vista cadere di nuovo il mondo addosso.

In un primo momento non ci volevo credere a quello che era successo, ma quando il mio cervello ha realizzato, il mio dolore è ritornato a bruciare come una fiamma che non si era mai spenta.

La mia migliore amica, la mia compagna di vita non c'era più.
Non potevo più condividere ogni mia piccola insicurezza.
Non potevo più parlarle di quello che sentivo dentro.
Non potevo più stringerla a me.
Non potevo più sorriderle.
Non potevo più farle scherzi.
Non potevo più guardarla emozionarsi a ogni minimo gesto dolce.
Non potevo più guardarla arrossire per colpa di Peter.
Non potevo più vederla felice e vivere la sua vita.
Perché quella vita era stata spazzata via da qualcosa più grande di noi.
Era stata portata via con crudeltà, senza un briciolo di umanità.

La mia migliore amica non c'è più. Non potevo e non posso più fare tutte queste cose.
E questo mi scava nel profondo. Mi crea una voragine nel petto che non sembra chiudersi.
È quel tipo di dolore che ti porti addosso per sempre, come la pelle o come quella copertina colorata che avevi da bambina e che non vorresti buttare mai.
O come il tuo libro preferito.
Ti si incolla addosso come un adesivo, uno di quelli fastidiosi, ma che non riesci a togliere.

AS LONG AS ARE YOU THEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora