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Arrivai davanti casa dopo circa un'oretta. Presi le chiavi dal piccolo marsupio e aprii la porta, con tanta e tanta emozione che la mano tremava. Entrai dentro e disattivai l'allarme e accesi le luci.
《Oh?》 Scoppiai a ridere alla vista dell'interno della casa semivuota. 《Beh, c'è del lavoro da fare.》 Risi.
Posai le valigie nella presunta mia cameretta dove erano rimaste a malapena le doghe del letto. Era difficile che traslocassimo tutto in un altro paese all'epoca, specie se in un altro continente. Sospirai e mi spogliai per indossare qualcosa di comodo preso da una delle valigie, anche se alla fine optai solo per un paio di pantaloni corti per via del caldo. Camminai in giro per la casa per decidere il da farsi: i pezzi di arredamento sarebbero arrivati solo domani e dovevo andare a comprare i prodotti per la pulizia.
Controllai l'orario: quasi le 18.00.
Così tardi e stanco dal viaggio per via del fuso orario non me la sentivo proprio di fare le cose in casa.
Afferrai il telefono e ordinai del pollo fritto per le 20.00 di sera. Così avrei avuto il tempo di uscire a comprare qualcosa al minimarket per i giorni a venire. Giusto qualche snack, niente di impegnativo. Mi rivestii per bene e misi le scarpe. Presi il telefono e i soldi e uscii di casa.Mentre camminai osservavo il quartiere. Era cambiato un po' ma d'altronde era passato molto tempo; ma quanto? Sono andato in Australia quando avevo cinque o sei anni? 2006? Erano passati quasi dodici anni?
Osservai le pubblicità sui muri e i negozi ancora aperti. Gruppi di ragazzini si stavano riunendo per andare all'arcade o chi al karaoke, o ancora chi stava andando verso le piazze per le esibizioni pubbliche. Proprio per questo, improvvisamente scordai per cosa ero uscito a fare e seguii la massa di ragazzi e ragazze urlanti verso una piccola piazza.
《Sbrighiamoci, che si esibirà a momenti!》
《IO DEVO RIPRENDERE L'INTRO NON POTETE CAPIREEE.》
《Ragazzi io volevo arrivare prima per farmi fare l'autografo e voi mi avete fatto ritardare, che cazzo.》
Mi avvicinai a quello che pareva essere uno stage all'aperto. Qualche celebrità era in pubblico? Eppure non vedevo furgoni neri, cameraman o pedane con tanto di staccionata in ferro. Curioso, avanzai fino a quando sentii la base di una canzone.
"BOCA" delle Dreamcatcher.
Non so come, riuscii ad arrivare in prima fila. All'udire della voce-- non in playback-- rimasi a bocca aperta. Non riuscivo a togliere lo sguardo dalla ragazza. Stava ballando e cantando, da sola, sostenendo l'intera coreografia senza alcun affanno. I movimenti erano così sinuosi che non riuscivo a capire se fosse un'illusione o meno. Non avevo mai visto messuno esibirsi in maniera così perfetta. Mi ritrovai sotto stato di shock.
Da quale casa discografica veniva?
Tossii piano, per farmi sentire da qualche presunto fan: 《Scusami, posso chiedere chi è?》 Sussurrai imbarazzato. Era il momento che mettessi in pratica il mio vecchio vocabolario di coreano.
Due ragazzini mi guardarono stupefatti. Non so per la pronuncia un po' sporca o per la domanda. 《Come "chi è lei"?》
《È Ōkami! Come puoi non conoscerla? Cioè, guardala!》
《È L'ARTE IN PERSONA.》
Misi delle mani in avanti come a pararmi da quei colpi. 《Scusate, sono nuovo qui...》 E a quell'informazione si sollevarono tantissimi sollievi ed esclamazioni.
Ripresi a guardarla: il talento c'era, altro che. A guardarla meglio, sembrava pure carina. Se non fosse per la mascherina e il capello, entrambi neri, che non mi davano una chiara idea del suo profilo. I capelli erano di un biondo abbastanza scuro anzi, non riuscendo a focalizzare bene il colore per via del cielo che si stava facendo scuro, avrebbe preferito dire che erano di un castano chiaro. Indossava un paio di shorts neri e un top bianco con una sorta di scritta illeggibile da quella distanza. Quello che desideravo vedere però erano i suoi occhi, ma erano impossibili da vedere se non da vicino.
La folla continuava ad aumentare e ad acclamare la ragazza. Poi mi resi conto che si stava facendo tardi e andai nel pallone. Guardai un'ultima volta la ragazza.《Ōkami, eh?》
Lupo, in giapponese.
Al minimarket c'era confusione, ma fortunatamente ho preso lo stretto necessario e sono andato subito alla cassa. Ad attendermi c'era un ragazzo con la mascherina nera abbassata fino al mento e uno sguardo piuttosto seccato. Passò i prodotti sul rullo e poi li misi nel sacchetto attendendo che mi indicasse il prezzo.《Fanno 34.000₩.》 Disse guardandomi senza far filtrare alcuna emozione. Io tastai le tasche per pagarlo e nel frattempo lui ricevette una telefonata.
《Hey amore.》 Improvvisamente il suo umore cambiò. Non poteva avere più di diciotto anni uno come lui, quindi pressupposi che si trattasse di un mio coetaneo che stava avendo una telefonata con la sua amata. 《Avete finito? Okay, allora raggiungimi con Rin che mangiamo qualcosa con gli altri a casa di Chris, sì. [...] Anch'io ti amo, a dopo.》 Mise il telefono da parte e ritornò a guardarmi.
《Uh-》 Gli consegnai distrattamente i soldi e poi mi diede lo scontrino. Mi guardò un'ultima volta e io andai a casa. Il suo sguardo mi mise in soggezione, pensai lungo il percorso verso casa.
Quando rincasai, improvvisai una tavola apparecchiata a terra, pregai e poi aspettai il fattorino per la cena.
Arrivata l'ora, il campanello suonò e io mi precipitai ad aprire perchè il mio stomaco stava implorando di ricevere qualcosa. Alla porta trovai un ragazzo sulla ventina con in mano il sacchetto con all'interno il mio ordine e con l'altra il telefono. Il suo sguardo non era su di me ma sullo schermo. Tossicchiai per attirare l'attenzione e finalmente mi guardò.
《Buonasera...》 Dissi gentilmente.
Mi squadrò anche lui, come il ragazzo del minimarket. Rabbrividii.
Cosa avevano tutti da guardare?Poi si mise a ridere. 《Lee Felix?》
《Sì.》
Tornò subito serio. 《Abbiamo lo stesso cognome, che cosa buffa.》
《È abbastanza comune... 》 Tremai per il suo sguardo.
Mi porse il sacchetto e io gli diedi i soldi. 《Grazi-》
《E la mancia?》 Chiese schietto.
Eh?! 《Come prego?》
《La mancia per il servizio.》 I suoi occhi sembravano quelli di un gatto, taglienti. Eppure di solito i gatti sono carini–
《Uh...》 Rovistai tra le tasche per trovare qualcosa. Gli porsi gli spiccioli. 《Scusi e grazie ancora.》 Aggiunsi con un sorriso. Mi guardò e alzò gli occhi al cielo per poi riportarli sul cellulare dove stava messaggiando furiosamente con qualcuno.
Aspettai che se ne andasse, per educazione.《Bastardi, vedete di aspettarmi per mangiare insieme, dopotutto anch'io lavoro. Ho fatto l'ultima consegna, sto arrivando, bitches.》 Sentii dire al ragazzo che stava facendo un audio e mi misi a ridacchiare una volta tornato dentro.
Poggiai la schiena alla porta e sospirai. 《Anch'io dovrei trovare un lavoro... 》
Guardai il sacchetto e il mio stomaco brontolò.
《Ma prima di lavorare devo mangiare, altrimenti mamma mi rispedisce a casa.》
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L'ho visto. È tornato.
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𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐;; 𝐋𝐄𝐄 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐗
FanfictionFelix è un ragazzo dolcissimo, dagli occhi sempre pieni di gioia e il cuore colmo d'amore, sempre pronto a mettersi a disposizione per gli altri. Conserva fin da piccolo il ricordo di una sua coetanea, bambina, che poi dovette abbandonare per trasfe...