𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪𝘥𝘶𝘦

55 4 6
                                    

☀︎︎

Mi svegliai normalmente. Ero ancora assonnato, ma adesso era stata la luce dalla finestra a turbare il mio sonno. Catherina ancora dormiva al mio fianco e questa volta ne fui immensamente grato. La guardai per un po'; le accarezzai una guancia e le baciai la fronte prima di spostarmi il più delicatamente possibile da lei. Non volevo svegliarla.
Controllai l'orario e notai come fosse abbastanza tardi. Cavoli...
Andai verso la porta. Quando la aprii le luci del corridoio erano accese. Passò per di lì una donna che teneva in mano una cesta di vestiti. Proprio in quel momento dovevo uscire!? Stupido me!
Arrossii da morire, non potevo più ritirarmi. Inoltre, c'era un silenzio di tomba tra quegli sguardi che stavamo condividendo.

《B-buongiorno s-signora...》 sentenziai.

La signora, che riconobbi subito come la mamma di Catherina, parlò inclinando la nuca. 《È passato mezzogiorno... è più corretto dire "buon pomeriggio".》

《Oh... sì, mi scusi...》

Lei continuava a guardarmi, fino a quando non spalancò gli occhi, fece cadere la cesta dei panni e mi corse incontro.
Mi ritrovai avvolto in un paio di braccia forti e quasi rassicuranti.

《ODDIO, FELIX!》Mi accarezzò i capelli. 《Non ti avevo riconosciuto! Caro, caro! È Felix! GRAZIE AL CIELO È LUI!》 Poco dopo apparve sulla scena un uomo sulla cinquantina.

Quel Felix!?》

La donna quasi si mise a piangere commossa.

◔◒◕

Seduti ad un tavolo nella sala da pranzo, conversai coi gentili signori. Cominciarono a sciogliersi i nodi dubbiosi della sera precedente e del comportamento di Catherina.

《Pensavamo si fosse portata a casa un ragazzo qualsiasi.》Sospirò la mamma con un certo sollievo guardandomi.

《Insomma, le abbiamo sempre concesso libertà, ma ancora ci sembra un tantino presto per tali libertà.》 Si irrigidì il padre.

《Ma ci siamo arrabbiati con lei perché non potevamo sospettare che avesse una qualche simpatia verso qualcuno. Esce per lavorare, non ci parla di nessuno e poi la ritroviamo che condivide il letto con qualcuno? Sì, è anche abbastanza grande, ma pur sempre la nostra bambina rimane!》

《Tralaltro non ci aveva detto che fossi tornato, forse non si fida di noi?》

Ad una certa riuscii a proferire parola. Wow, non credevo ci mettessero tanto a parlare!

《Vedete, sono venuto qui dall'Australia da solo... sono venuto a cercarla. Non riuscivo a trovarla nei social e ho fatto la pazzia di venire direttamente qui.》 Arrossii.

《Per lei?》 Si addolcì la madre.

《Per lei... sì.》

《E questi capelli così blu?》 Mi guardò il padre.

《Oh! Sono per... beh- forse è meglio che racconto com'è avvenuto il primo incontro con vostra figlia.》 E cominciai a raccontare del mio arrivo, le mie prime conoscenze che mi hanno portato da lei (anche se in un modo completamente inaspettato e abbastanza caotico), il mio disperato appoggio da parte della sua amica (ho tralasciato che ci siamo baciati e lei mi ha persino schiaffeggiato), fino alla sera precedente (ho solo raccontato che ci siamo chiariti, mica che ci siamo limonati!).

《Beh... a Catherina piace il blu.》Osservò il padre.

《Già... 》 Ho già detto che arrossii?

《E quindi?》 Chiese in attesa la madre.

《E quindi... mi piace vostra figlia.》

《Sì, l'abbiamo capito. Intendo come volete continuare? Tu sei tutto solo qui e i tuoi sono ancora in Australia?!》

《Sì, mi hanno permesso di stare qui per un anno. Loro sanno di questa mia missione per trovare Catherina...》

La madre scoppió a ridere. 《Tua mamma come sta? Ahhh, la signora Lee, immagino sia ancora una bella donna come 15 anni fa.》

Oh, non me l'aspettavo. 《Sì, sì- cioè- sta bene. Ha molti ricordi felici della Corea e ovviamente anche di voi... come io li ho con Catherina.》

《Ah, voi due da piccini eravate veramente adorabili. Peccato che non avete trascorso tutta l'infanzia insieme. Sembrerà strano ma a Catherina sei rimasto nel cuore, seppur eravate piccolini. Ha sofferto la tua mancanza.》

《Anch'io ne ho sofferto... mi creda. Ma come potevo io da piccolo capire ciò che stava succedendo-》

《La mamma ed io eravamo molto amiche. L'Australia era l'opportunità che i tuoi genitori dovevano cogliere al volo per sistemarsi al meglio e far crescere bene te e le tue sorelle. Non puoi dare loro una colpa. Ci sono questioni che purtroppo devono andare al di là dell'amicizia e dei rapporti che si instaurano nella zona in cui si vive.》

Annuii. Capivo meglio l'esigenza dei miei genitori di dover lasciare la Corea. Però non capisco perché non mi ci abbiano mai portato prima.

《Catherina la scorsa notte è ritornata in camera piangendo...》 Dissi sussurrando.

《Te l'abbiamo spiegato, Felix. Non sapevamo le dinamiche e lei insisteva senza tirar fuori il tuo nome. A noi sembrava una cosa assurda che con noi fuori casa facesse qualcosa di... hai capito.》 Riprese il padre.

《Però... riparlatele di ciò. L'avrà vista come una mancanza di fiducia che voi avete nei suoi confronti.》 Presi la mano della madre. 《Se non ricordo male... lei è un po' più fragile da questo punto di vista.》

《Come te, caro.》Mi accarezzò la guancia la madre, con la mano libera. 《Io voglio solo il meglio per lei. E adesso che le cose mi sono un po' più chiare, voglio che costruiate voi stessi la tela del vostro rapporto. Sempre andando passo dopo passo, mi raccomando...》 Mi guardò complice.

Sorrisi imbarazzato. 《Certo, signora. Certo.》

《Più in là potrai chiamarmi "mamma", se il tempo correrà!》

Ridacchiai, quando sentii una presenza alle mie spalle. Tutti e tre ci girammo, per vedere Catherina in piedi intenta a stropiccarsi gli occhi, ancora visibilmente assonnata. La guardai con occhi a cuoricino.

《Ma che cazzo sta succedendo...》 Bofonchiò lei.

《Buongiorno bocca di rose! Siediti che tra poco si pranza!》 Rise di cuore la madre.

𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐;; 𝐋𝐄𝐄 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora