𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘴𝘦𝘵𝘵𝘦

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Era un martedì mattina e mi stavo cimentando a giocare a League of Legends. Ogni tanto riuscivo a scorgere il solito nickname, ma non riuscivo mai a finirci in squadra. D'un tratto mi arrivò un SMS da Chris. Sì, ogni tanto riuscivamo ad andare in palestra insieme e allora mi diede il suo numero di cellulare, per ogni evenienza. Dopotutto eravamo quasi vicini di casa, a suo parere.
Con lui mi sentivo a mio agio: non solo perché lui possedeva una predisposizione ad essere amichevole e molto empatico, ma anche perché in un certo senso sentivo di avere qualcuno vicino che mi potesse "proteggere". Eravamo usciti solo qualche volta per un caffè e cornetto o anche per comprare qualche maglia o semplicemente per svago. Non faceva altro che chiedermi come stessi, si interessava su come potessi sentirmi in una nuova città e se avessi mai bisogno di aiuto per qualche lezione di coreano. 《Ho un amico che è molto dotato per darti delle lezioni.》 Mi disse quella volta.
Non parlava mai di sè, almeno, non di sua spontanea volontà. Credevo che gli piacesse ascoltarmi, o semplicemente non aveva voglia di parlare delle proprie cose con me.

Il messaggio che mi aveva appena inviato diceva di raggiungerlo per fare pranzo insieme. Accettai immediatamente rispondendogli di sì e gli chiesi delle indicazioni. Diedi un'ultima occhiata allo schermo del pc e mi andai a preparare.

◔◒◕

《Chris!》 Urlai per raggiungerlo quando lo vidi dall'altra parte della strada. Sollevai un braccio per farmi notare e lo scossi in aria. Lui dall'altra parte della strada mi sorrise.
Oggi indossava un paio di jeans accompagnati da una maglia nera a maniche corte, la quale non faceva altro se non accennare i suoi muscoli nelle braccia. Io invece avevo lasciato i miei capelli mori scompigliati e indossavo una maglia verde e pantaloni di tuta grigi. Quando lo raggiunsi mi abbracciò lui stesso. Ricambiai a malapena, perché volevo prendere confidenza piano piano, ma come ho già ripetuto più volte lui era più espansivo –in senso positivo, credo–.

《Ti porto in un bel posto.》 Disse, rompendo l'abbraccio.

《Io conosco un locale dove fanno degli ottimi panini con il roast-beef—》

《No no, ti porto in quello mio. Lì... sempre se è quello che penso ovviamente, ho fatto un paio di figuracce e non voglio metterci piede.》

《Oh.》 Dissi semplicemente. 《Allora proseguiamo per il tuo ristorante.》

《Più che ristorante è una specie di fast food.》

《Andiamooooo!》

Quando arrivammo, ci sedemmo al tavolo e ordinammo. Sembrava un misto tra McDonald e Burger King. Qualsiasi panino abbia scelto, il mio stomaco non smetteva di brontolare.

Le nostre guance erano piene, ma il nostro viso mostrava contentezza. L'aria circolava molto per via delle finestre aperte. Nonostante fosse estate, il caldo non era spiacevole e quindi favoriva la fame.

《Cosa fai domani, hyung?》 Gli domandai, per fare un po' di conversazione.

Lui sembrò pensarci molto, ma non ci feci molto caso perché pensavo che fosse perché stava masticando. E masticava molto lentamente.

《Beh... dovrei forse vedermi con dei miei amici》 Mi guardò dritto negli occhi e emise un respiro, come se fosse stato trattenuto per troppo tempo dall'apnea. Se dovessi esprimerlo in un cartone animato lo farei con l'onomatopea "GASP!" o " HHH!". 《Perchè non vieni anche tu? Casa mia, amici miei, cena pagata da me. Che te ne pare? Così conosci nuove persone.》 Mi guardò come se mi stesse proponendo un'offerta da non perdere.

Non me l'aspettavo proprio, questa. 《Intendi una... serata tra quasi amici?》

《Amico, tu non sei solamente il mio "quasi vicino", ma anche mio amico. Domani anche quelli saranno tuoi amici. Certo, un po' prestino da dire e anche da affermare, ma vedrai che sono simpatici, anche se parecchio rumorosi.》

In quel momento sentii il mio cuore riscaldarsi e quel calore proveniente da lì cominciò ad espandersi in tutto il mio corpo. Credo che le mie guance siano diventate rosse, perché le sentivo calde.
《Uh... ci penserò.》 Avevo altri pensieri, non volevo passare il mio soggiorno a fare nuovi amici, quando ne cercavo una vecchia.

《Pensaci e mi dai la conferma con un messaggio, eh! Scusa, ma non accetto un no a meno ché non ci siano imprevisti, certamente.》 Mi dedicò un largo sorriso.

《Vabene...》 Ricambiai leggermente il sorriso e seguii con lo sguardo la sua mano che si spostava verso le patatine. Ne prese una manciata e le mise in bocca. D'un tratto vidi il suo viso farsi rosso, diventando paonazzo. Le mani che si facevano aria sembravano delle molle.

《PICCANTE!》

𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐;; 𝐋𝐄𝐄 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora