𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘵𝘳𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪

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Nei giorni successivi mi resi conto di quanto importante fosse a me il supporto di mamma, anche se a distanza. Non avevo mai pensato quanto mi sarebbe mancata la mia famiglia; io volevo partire per trovare le mie origini e per poter ricongiungermi con quella bambina che è sempre rimasta fissa nei miei pensieri. Non se n'è mai andata dal mio cuore; ma io dal suo?

Nonostante non avessi molta compagnia, avevo i consigli delle mie due sorelle che riuscivano veramente a parlarmi come se fossero qui presenti con me. Così, piano piano, stavo cercando di dare vita a un nuovo me.

*

Ho sempre pensato che le mie lentiggini dovessero andare coperte con del correttore, quello che solitamente si usa per le occhiaie. E così, dopo aver comprato questo prodotto make-up, sperimentai sulla mia pelle la copertura di quelle che erano state sempre definite le mie piccole particolari macchioline. Questa azione non mi è stata indicata né da mamma né da Olly e Rachel, ma dalla mia spontanea volontà.
Nei video in internet le persone usano diversi tricks per risultare più belli; volendo migliorare anche nell'aspetto esteriore cominciai ad appassionarmi anche sulle curiosità sulle donne e su come fare per attrarre la propria cotta.
Come mi sono ridotto?
Ho sempre pensato che dovessi piacere per quello che sono, senza dover cambiare e soprattutto mostrando il vero me. Ma se a Catherina non piaccio più...
Per carità, a me piace Catherina sin da piccola, ma non ho mai avuto la possibilità di farglielo sapere. Cavoli, eravamo bambini! Come potevo io capire cosa fosse l'amore?

Ma cos'è l'amore?
L'amore è forse come si vede nei videogiochi? Salvare la principessa Peach da Bowser?
O forse è essere attratti da quella persona per ciò che l'istinto ci dice di fare?
Io... non so cosa sia l'amore. O forse il mio cuore lo sa, ma non riesco proprio a definirlo.

Io provo amore nei confronti di Catherina? Non lo so.

So solo che quando l'ho vista il mio stomaco è andato sottosopra, la mia bocca ha iniziato a produrre una quantità enorme di saliva che a momenti pensavo che riuscissi a tossire fuori il cuore. Forse ho anche sudato. Rivederla dopo tantissimi anni, essendo cresciuti a distanza, mi ha dato un forte senso di appartenenza a quel luogo. A lei. Soprattutto a lei.

Anche se non so spiegarlo bene, io sento di appartenere a lei. Si è presa il mio cuore da piccino. Io non penso che molte persone si fermino a ricordare una persona passata e a pensarla costantemente in quello che rappresenta un importante periodo dell'arco di vita.

Come cazzo è stato possibile che io sia rimasto innamorato di lei a distanza di tutto questo tempo? Come?


*

Sono uscito proprio in questo momento dal parrucchiere. Non so se il mio sia stato un colpo di pazzia, però non sono riuscito a trattenermi quella che considero una genialata per il mio piano di avvicinamento a Catherina. Mi sono tinto i capelli. Già. È un colore abbastanza innocuo; la hair stylist mi ha cortesemente spiegato che non rovina il capello e che, se non dovesse piacermi, il mio colore ritornerà come prima con il tempo, ma allo stesso il capello ha la sua lucentezza e morbidezza originale. Poi mi sono anche fatto spiegare come poterli lavare e asciugare correttamente per non poter sembrare un pulcino spettinato di prima mattina - perché sì, lo sembro appena sveglio -. È stata gentilissima! Me li ha leggermente spuntati, perché pensa che i miei capelli meritino di crescere un altro po'. Onestamente quando ho visto il risultato per poco non scleravo come una ragazzina di dodici anni. Mi piacevo, mi piacevo sul serio!
Adesso devo solo piacere alla mia persona.

*

Un pomeriggio mi decisi. Decisi che dovevo parlare con Catherina per farle vedere la mia voglia di essere presente, per poterle spiegare come andarono veramente le cose tanti anni fa. Dai, dovrebbe essere contenta! Lo spero...

Il problema è che difficilmente le potrò parlare senza avere una via di mezzo per arrivare a lei. Quale strategia poter attuare me la sono pur sempre domandata, cercando più alternative possibili. Non conosco bene le persone che la circondano, però ho potuto constatare alcune - se ben poche - certezze. La prima cosa che avevo pensato era stata chiamare Christopher. Ma nonostante la bomba fosse presente ancora prima di quella sera, è stato lui a farla scoppiare. Attualmente non ho proprio la testa per potergli parlare senza fare uscire dalla mia bocca cose poco gradevoli. Io tengo alla persona di Chris, ma non sono io ad aver commesso uno sbaglio con lui, ma lui con me. Quindi pian piano, se a lui interesserà questa faccenda, potremmo pure risolvere.

L'unico modo per arrivare a Catherina gradualmente, a quanto pare, è l'amica con la quale era arrivata quella sera.
È brutto citare solo ed esclusivamente quell'incontro con Catherina... ma affinché ne avvengano altri in un futuro prossimo ho bisogno di fare ciò.
È per questo che mi ritrovai davanti al locale dove serviva come cameriera quella ragazza dai ricci neri.
Per via del caldo, la maggior parte delle persone era all'interno del locale per usufruire dell'aria condizionata. Attesi qualche istante per prendermi di coraggio e successivamente entrai. Non essendo mai entrato in quel locale, mi ritrovai sorpreso dal notare che i colori di quel posto erano così tenui che mi trasmettevano una tranquillità magica. Mi guardai un po' intorno, mentre i colori sul verde e l'azzurro mi avvolgevano.
Mi sedetti in un tavolino abbastanza piccolo, che dava sulla vetrata che affacciava sul marciapiede della strada. Il mio era un piccolo tavolo che sarebbe andato bene solo per due persone; io occupavo poco più della metà dello spazio. Chissà se Catherina si sia mai seduta con qualcun altro in un tavolo del genere. Così piccolo... così intimo.
Questi erano i pensieri che mi apparivano come pop-up nella mia mente, fino a quando non venni interrotto.

《Salve, ha già visto qualcosa sul nostro menù?》 Io la riconobbi subito, ma forse lei un po' meno nei miei confronti.

《Salve, volevo sapere se potevo parlare in privato con lei.》 Dissi cercando di trasmettere più calma possibile. In realtà la mano poggiata al mio ginocchio tremava da sotto il tavolo.

《Ma tu sei... 》 Boccheggiò un po', come se tentennasse di fuoriuscire il mio nome dalle sue labbra.

Io sospirai, misi una mano tra i capelli come a voler aggiustare quella massa blu e la guardai. 《Volevo parlare con te per sapere riguardo a Catherina. Non posso evitarlo.》

𝑸𝒖𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒐;; 𝐋𝐄𝐄 𝐅𝐄𝐋𝐈𝐗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora