Incontri

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Tornata a casa Francesca, ripensò al pomeriggio incredibile che aveva passato, non faceva per lei, era davvero troppo, meglio la sua tranquilla chat era intrigante al punto giusto per farle arrivare il desiderio di toccarsi da sola e ampiamente soddisfarsi, non era sicura di volere altro, Davide, Paolo, Max, Tatiana, Rafy e soprattutto il dottore erano talmente coinvolgenti da soddisfarla "quasi "completamente.

Poi c'era Fausto, perché era scappata? Cosa non riusciva ad accettare? Ogni tanto pensava ancora a lui, ricordava il suo profumo, il tocco delle sue mani, l'intesa tra i loro occhi i brividi e anche le emozioni, ma ormai era passato troppo tempo dal loro fantastico incontro, non era più andata al parco a passeggiare ed aveva preso l'abitudine al sabato mattina di fare un giro in bici fino in piazza Duomo e li passeggiare per Vittorio Emanuele tra i negozi.

Quel sabato mattina, con la sua bici era arrivata in San Babila, l'aveva legata e stava passeggiando tra i negozi in una tiepida mattina di giugno, mentre stava guardando la vetrina di intimo di una famosa firma dietro di lei si fermò un uomo, sentiva il suo profumo tanto le era vicino, "lo stesso di Fausto" pensò ma il pensiero fu presto sostituito alla certezza quando la voce maschile dietro di lei chiese "Francesca?" Lei si senti tremare dalla testa ai piedi e imbarazzata si girò verso di lui, arrabbiata con sé stessa per sentirsi così in imbarazzo. "Ciao Fausto" si sono io, "come stai?" Fausto era a dieci centimetri del suo naso, viso sornione la guardava e disse "mi parevi tu, grazie sto bene, che bello incontrarti, posso offrirti un caffè?" E poi ridendo, "no forse è meglio un gelato il caffè l'ultima volta è stato galeotto" Francesca non riusciva a riconoscere le sue sensazioni, era indubbiamente contenta di vederlo ma allo stesso tempo imbarazzata e anche un po' eccitata, ma nel complesso era una sensazione piacevole. "Anche a me fa piacere rivederti e si, forse è meglio evitare il caffè" rispose sorridendo.

Fausto le chiese se potevano sedersi da qualche parte e fare due chiacchiere poiché aveva davvero bisogno di capire cosa avesse fatto per farla scappare. "Sei sposata o fidanzata vero?" "No Fausto, non lo sono, non sono abituata a finire nel letto di un uomo dopo un'ora che lo conosco e questo mi ha fatto scappare per l'imbarazzo," stai dicendo che dopo quelle ore meravigliose passate assieme tu, ti sei negata una continuazione perché ti vergognavi??" Chiese lui, "già rispose lei, so che adesso suona davvero stupido ma mi sono concessa a te completamente e non mi era mai successo" non voglio che ricapiti. "Sei sicura chiese lui?" Sornione "sei sicura che non vuoi che io ti faccia provare ancora le emozioni che sono già riuscito a provocarti? Non ne capisco il motivo! Ti prego accetta di venire a cena al ristorante stasera ricominciamo da capo, adesso che ti ho ritrovata non voglio perderti"

Francesca era molto combattuta, tutto il suo corpo le gridava di accettare quell'invito, Fausto le piaceva davvero tanto e rapiva la sua razionalità, forse era quello il motivo che la spaventava, non era lei a condurre il gioco, Francesca era abituata ad avere la situazione sotto controllo nei rapporti, con Fausto non era così, sentiva di essere in balia delle emozioni e faceva fatica a tenere sotto controllo i suoi desideri. Era tentata di accettare quell'invito, molto, e quindi gli disse: "ok Fausto, dimmi dove vuoi incontrarmi e a che ora, mi farò trovare" "ok" rispose lui, ma lasciami il tuo numero di cellulare, questa volta non voglio più perderti.

Scambiandosi il numero si diedero appuntamento in un ristorante zona Porta Venezia, così da essere comodo per entrambi, e si salutarono con una stretta di mano, ma Fausto strinse quella mano e l'attirò a sé, sfiorandole con un bacio la guancia, cosa che procurò a Francesca un brivido lungo la schiena.

Tornando alla sua bicicletta, si mise a pensare all'incontro appena avvenuto, Fausto era davvero affascinante, un savoir-faire da uomo di mondo, ci sapeva davvero fare, quando era con lui veniva rapita mentalmente oltre che fisicamente e la sensazione era ambivalente, piacere e disagio, doveva davvero capire cosa provasse per quest'uomo.

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