Capitolo 7

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Hannah

Sono seduta nel bar dell'hospitality della McLaren per mangiare qualcosa, prima di ritornare al lavoro.
Per tutta la mattina ho scritto la tesi e ho analizzato con alcuni ingeneri il motore delle monoposto e ho bisogno decisamente di una pausa, per questo ho deciso di venire qui sulla terrazza che si affaccia sul paddock.

- Allora cosa ne pensi del giro di oggi? - mi chiede Daniel fiducioso, mentre divora un'insalata di fronte a me.
Ha deciso di accompagnarmi dopo aver finito le sue ore di prova. Aveva bisogna quanto me di mettere qualcosa sotto i denti.

- È andato bene - mento, prima di ricevere un'occhiata minacciosa dal pilota accanto a me.
Vuole che sia sincera con lui, soprattutto quando si tratta di lavoro.
- Okay - mi arrendo, aprendo il pc per mostrargli i grafici.

Indico l'andamento della velocità e i tempi di frenata, tutti rappresentati tramite linee, per poi passare ad analizzare il circuito per fargli capire come può guidare al meglio.

- Cazzo - si passa una mano sui capelli ricci scuri - Come fai a capire tutte queste cose e come fai a spiegarle con così tanta semplicità? - é quasi stupito di aver compreso tutte le nozioni che gli ho spiegato in pochi minuti - Di solito quando mi parlano, fingo di capire -.
- Perché non ti applichi - alzo le sopracciglia con ovvietà e sorridendo al pensiero che sia diventata anche un'ottima insegnante in questa settimana e mezza.
- Una frase che ho sentito per tutto il mio percorso di studi - guarda fuori dalla finestra come se volesse ricordare i vecchi tempi con malinconia, per poi finire con una delle sue solite frasi che ti spiazzano e che ti fanno scoppiare in una risata insieme a lui - Ecco perché ho mollato -.
- O forse perché sei solo troppo stupido - interviene la voce di Lando dietro di me, facendomi ridere ancor più di prima.
Deve essere appena entrato e io non me ne sono nemmeno accorta.

Daniel gli riserva semplicemente una smorfia e un dito medio. Tipico suo, anzi di entrambi. Questi due sono inseparabili.

- È ingiusto che aiuti solo lui - si lamenta il pilota inglese, rivolgendosi a me e sedendosi accanto alla mia sedia - Anche io ne ho bisogno -.
Sembra un bambino in cerca delle attenzione di sua madre e la cosa mi fa assumere un cenno di gioia sulle labbra sottili.

- Mettiti in fila Lando - lo schernisce l'australiano, facendogli un segno con la mano.
Entrambi sembrano due bambini, ognuno a modo loro.
- Quando vai in pista ora? - chiedo, ignorando i finti battibecchi tra i due.
- Tra mezz'ora - afferma il ragazzo, guardandomi con quegli occhi verdi così innocenti.
- Okay si può fare - ribatto, alzando il dito per avvertire entrambi - Ma poi basta. Vi ricordo che sono venuta qui per fare altro -.
Fino ad ora non ho potuto impegnarmi quanto speravo sulla scrittura della tesi, anche se ho fatto parecchia esperienza direttamente sul campo, aiutando papà e il resto del team.

- Rimorchiare piloti di F1? - interviene Daniel, indicando il suo compagno di squadra - Lando è single - riferendosi alla mia frase precedente.
- Quando la finisci? - domanda il diretto interessato, socchiudendo gli occhi come per minacciarlo.
Quella reazione mi fa ricordare il sabato sera in cui, a detta di Daniel, Lando ha provato a difendermi per le battute infelici del pilota australiano, anche se non ho mai saputo le parole esatte che gli sono state dette. E mi ha fatto ricordare quando Lando mi ha sussurrato all'orecchio che avrei votato per lui su chi fosse il più bello. Di nuovo dei brividi mi pervadono, ma questa volta riesco a non diventare paonazza.

- Vorrei saperlo pure io - lo spalleggio, alzando lo sguardo al cielo.
- Preferisci Hamilton? - insiste Daniel fingendosi serio, grattandosi il mento come se volesse pensarci su - Beh in effetti ha più esperienza -.
Io e Lando ci guardiamo e in contemporanea ci alziamo senza proferire parola, mentre il trentatreenne ci urla contro - Ehi dove andate? -.

Ho imparato ad apprezzare le battute di Daniel, per quanto a volte vorrei ucciderlo, ma forse è proprio questo il bello: avere un rapporto di amore e odio che si é creato con molta naturalezza.
So che si é affezionato a me quanto io a lui e per questo gli permetto di scherzare sulla mia vita sentimentale praticamente inesistente. Ma ogni tanto deve essere ignorato.

- Non lo sopportavo più - faccio un respiro profondo, come se mi fossi tolta un peso, mentre camminiamo per il paddock per raggiungere il box McLaren per aiutare l'inglese, come ho promesso.
- Pensa a me - ribatte Lando, ridendo.
- In effetti non so come tu faccia - ammetto sincera.
Daniel é un vulcano in continua eruzione, è difficile stare al suo passo con quello che gli passa per la mente, ma so che Lando é molto simile.
É una persona in continuo movimento e con una miriade di interessi, ed é l'unico a riuscire a tenere testa a Daniel e viceversa. Si sostengono e si divertono insieme.

- Quindi non ci sei rimasta male per quello che è successo sabato? - domanda quasi imbarazzato l'inglese, grattandosi la nuca coperta da quei ricci.
- No - sorrido, scuotendo la testa - Volevo solo andare a letto e dormire - spiego in riferimento a quella sera - E poi volevo vedere la faccia delusa di Daniel. Quel ragazzo scherza troppo -.
- E siamo solo alla prima settimana. Vedrai il resto dei mesi - mi avverte, sempre con quel cenno di gioia sulle labbra.
- Non voglio pensarci - scuoto la testa, mentre camminiamo fianco a fianco.
In realtà sono elettrizzata al pensiero che vivrò questa esperienza al fianco di mio padre e di altre persone che mi hanno fatto subito sentire a casa a partire da lui e Daniel, insieme anche agli altri piloti.

- Sarò felice di farti da spalla quando vorrai vendicarti di lui -.
- Questa cosa la tengo seriamente in considerazione - mi fermo nel bel mezzo del paddock e abbasso il capo imbarazzata per ringraziarlo sinceramente - Grazie Lando. Anche per esserti preoccupato l'altra volta -.
Non avevo ancora avuto l'occasione e mi sembrava il minimo, considerando che si é interessato più del dovuto.

- Mi sembravi piuttosto sconvolta - inizia a parlare seriamente, per poi tirarmi in giro con una spallata innocente - Non ero ancora a conoscenza delle tue grandi doti da attrice -.
Non era mia intenzione allarmarlo, ma volevo semplicemente rimanere sola quella sera. Come sempre i miei pensieri negativi hanno meglio su quello positivi.
Ho comunque apprezzato che abbia voluto assicurarsi che io stessi bene.

- Beh posso sempre tenerlo come piano B, se vedo che come ingegnere non ottengo nulla - ride di gusto alle mie battute, rasserenandomi: a volte credo di non essere abbastanza divertente per i loro livelli. Alla fine sono un noioso ingegnere e nient'altro. Non ho una vita emozionante. Questa é la prima volta che vivo qualcosa di diverso.

- Dubito - si fa più deciso, continuando però ad avere quel sorriso sul viso infantile - In una settimana sei riuscita a dare consigli preziosi per tutto il team. Non sarò il primo a dirtelo che sei in gamba -.
- Ora vado altrimenti tuo padre mi ammazza - si gira un'ultima per rivolgermi un occhiolino come è sempre solito fare con me.

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