Capitolo 27

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- Lando, come.. - la voce dell'uomo che ha fatto irruzione nella stanza non riesce a concludere la frase e credo che il motivo sia certamente la visione di me e Lando sdraiati l'uno accanto all'altro abbracciati, mentre ci scambiamo parole dolci.

Mi volto verso la porta e vedo che si tratta di John.
Cazzo.
Posso dire addio al mio sogno di lavorare ancora per la McLaren.

Lando sembra non muoversi di un millimetro, malgrado ci sia un'altra persona nella stanza che non dovrebbe sapere ciò che succede tra noi, mentre io mi sposto leggermente per ricompormi. Mi divincolo dalla sua presa e mi sistemo i capelli arruffati per via delle sue mani che li hanno toccati fino a qualche minuto fa.

- John, entra - lo saluta felice il pilota inglese, dopo avermi riservato uno sguardo maligno per averlo spostato da me.
- Scusate, non volevo interrompervi - si gratta la nuca l'uomo vestito ancora con la divisa color papaya, che probabilmente voleva solo assicurarsi che andasse tutto bene.
Fa per andarsene, quando Lando lo richiama - Non essere stupido, vieni qui - il ragazzo cerca di alzarsi, sotto il nostro sguardo preoccupato: non dovrebbe muoversi così velocemente.
Abbraccia il suo personal trainer, quasi aggrappandosi alle sue spalle per evitare di caricare il peso sulla gamba dolorante.
John ha un sorriso smagliante nel vedere che sta bene, in fondo é come se lo considerasse un figlio e non vorrebbe mai che gli capitasse nulla di male.

Parlano per qualche minuto su come comportarsi per riprendere subito la forma fisica in vista della prossima gara, come se io non ci fossi e gliene sono grata, perché in questo momento vorrei scomparire per l'imbarazzo.
La mia mente é troppa occupata a pensare al fatto che John ci abbia visti avvinghiati, ma soprattutto che non sia sorpreso di vederci insieme, pare solo imbarazzato, ma non incredulo.

- Lui lo sa? - chiedo a Lando, dopo aver notato l'espressione colpevole del ragazzo e dando voce ai miei pensieri che sembrano aver capito tutto - Perché glielo hai detto? -.
Lando sa delle mie difficoltà nel rapportarmi con la gente e conosce perfettamente quanto io mi imbarazzi a stare al centro dell'attenzione.
- Non gli ho detto nulla - risponde innocentemente, ma non convincendomi affatto fino in fondo.
John ride di gusto, assistendo probabilmente al nostro primo litigio di 'coppia' - Non mi ha detto niente nessuno - scuote la testa - Mi é bastato vedervi in questi tre mesi per capirlo -.
Lando sorride verso di me, come se gli facesse piacere udire quelle parole che io ho sentito dire parecchie volte da Daniel.
É così surreale che tutti lo abbiano capito, ancor prima di noi due. Era davvero così evidente?
In fondo se ci penso bene né io né lui, nel paddock, abbiamo mai fatto notare nulla. O almeno così credo. Anche se di certo le foto in cui siamo stati paparazzati insieme non hanno aiutato, come nemmeno le foto ufficiali del team o il video su YouTube di Gedda: ho analizzato tutto così tante volte in questi giorni lontana da lui, che mi sono accorta di come effettivamente mi guarda, un dettaglio che quando siamo insieme non noto. Uno sguardo che ho sempre desiderato ricevere che mi ricorda un po' Daniel con Heidi.
Come sempre quell'australiano aveva ragione.

- Oltre al fatto che Lily, la ragazza delle risorse umane, mi ha chiesto il motivo per cui Lando volesse sapere l'indirizzo della nuova tirocinante, facendomi insospettire non poco - prosegue l'uomo con la barba, facendomi ridere per la prima volta dopo tutto quello che é successo oggi. Ricordo ancora quel giorno come fosse ieri e mi esce in automatico un sorriso, perché da quel momento in poi tutto é cambiato: i momenti passati al di fuori del lavoro sono aumentati, come anche i miei sentimenti nei confronti del numero 4.

- Stai tranquilla Hannah non dirò nulla a tuo padre - John mi legge nel pensiero, come se sapesse tutte le mie preoccupazioni a riguardo e a giudicare dallo sguardo di gratitudine di Lando, é stato lui a supplicarlo di non farne parole con nessuno.
- Anche se pure un cieco se ne accorgerebbe di voi due - mi fa sorridere di nuovo la battuta dell'uomo con cui ho instaurato fin da subito un bellissimo rapporto, ma che avrei comunque voluto che evitasse di vedermi nel letto di ospedale abbracciata al suo pilota.
- A quanto pare siamo gli unici che non se ne sono resi conto fino a qualche giorno fa - dice sottovoce Lando, alzando le sopracciglia e inclinando la testa, mentre sul suo volto si crea un sorrisino compiaciuto.

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