1. Alone

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“What may be easy for one person can be something difficult for another.” – Hometown Cha-Cha-Cha


1.

Jisung si sveglia sempre alle sei e mezza e comincia la giornata con una colazione abbondante preparata con devozione dalla governante, l'unica donna che Jisung vede come una specie di madre. La ringrazia ogni giorno prima di uscire di casa e la signora Choi gli sorride dolcemente, arriva davanti alla scuola alle sette e quaranta ed ha venti minuti prima dell'inizio delle lezioni.

Si mette le ciabatte, prende i libri che gli servono e si dirige verso la sua classe. La scuola è iniziata da due mesi e lui è già conosciuto come il ragazzo intelligente, ricco e anche carino ed educato. Gli insegnanti lo adorano e i compagni di scuola sono sempre gentili con lui, ma nonostante questo si mette sempre in disparte e cerca di mantenere una certa distanza da chiunque.

Non gli piace molto il contatto umano, che sia fisico o mentale, semplicemente preferisce stare da solo. Non ha amici e non ha mai sentito il bisogno di averne. Tutto quello di cui ha bisogno lo trova nei libri e per lui studiare è un modo per scappare dalla realtà. Una realtà che lo fa sentire solo e senza speranze. Una realtà dove lui è il figlio di un medico importante ed un avvocata di successo che vede una volta al mese per la cena di famiglia. Una realtà dove lui è da solo in una casa enorme e tanto silenziosa da sentire il suo cuore annegare sempre più in profondità.

Si siede al suo posto dopo aver salutato i suoi compagni. La Whimoon High School è una scuola superiore maschile, ovviamente privata. Questo vuol dire completamente ha pagamento e quindi gli studenti per la maggior parte sono figli di genitori ricchi. Qualche volta qualcuno entra con un aiuto, vincendo borse di studio, ma capitava raramente.

Il professore di linguistica coreana entra in classe ed inizia a spiegate scrivendo alla lavagna. L'uomo sulla cinquantina ha una voce profonda, da fumatore incallito e Jisung riesce a seguirlo molto bene. Gli piace ascoltarlo e gli piace quella materia, gli piace la sua lingua madre e gli piace imparare sempre di più. Si concentra sulla lezione e dopo due ore sente la solita voce alla radio comunicare la pausa di dieci minuti.
Il ragazzo presenta una canzone dei BigBang e poi la sua voce sparisce e fa spazio alla canzone.
Jisung è abituato a quella voce e gli piace molto, non conosce la persona che c'è dietro ma si accontenta di ascoltarla ogni giorno.

Sistema le cose per la prossima materia e si alza per andare a prendere la solita bevanda. È il tredici maggio e le temperature stanno amunetando piacevolmente. Jusung preferisce l'inverno, ma sa anche godersi i raggi del sole che gli riscaldano il viso. Ed è proprio quello che sta facendo ora, seduto su una delle tante panchine all'interno del parco della scuola.

<<Ti verranno le lentiggini se stai tanto al sole, credimi ne so qualcosa>> quella voce profonda lo fa sobbalzare e apre gli occhi di scatto. Davanti a lui c'è un ragazzo poco più alto di lui, magrolino e con i capelli biondi, Jisung ammente che gli stanno molto bene e quando si sofferma sugli occhi nota che sono azzurri, ma pensa siano delle lenti colorante. Il suo sguardo si posa infine sulla pioggia di lentiggini che sembrano disegnate perfettamente per quel viso dolce.

<<Piacere, sono Felix>> il ragazzo gli sorride e Jisung rimane a guardarlo per un po prima di riprendersi e stringere la mano davanti a lui. <<Sono Jisung, hai un nome strano>> è sempre stato uno che va dritto al punto e non si vergogna del suo modo di fare, nessuno si è mai lamentato. <<So chi sei, c'è la tua foto sul tabellone, sotto il motto della scuola e la classifica di quelli con il punteggio più alto>> Jisung annuisce ma infondo si vergogna di quella cosa <<Be a great man>> Sussurra il motto della scuola e chiude di nuovo gli occhi, godendosi il sole. <<Il mio nome coreano è Yongbok, ma preferisco essere chiamato Felix, è il mio nome da Australiano>> Jisung posa di nuovo il suo sguardo sul biondino e gli sorride <<Mi piace, Felix ti si addice molto>> il buondo gli sorride a sua volta <<Abbiamo la stessa età, possiamo parlare in modo informale>> gli comunica appena il suono della campanella riempie i corridoio ed il cortile. Jisung annuisce e si incammina verso la sua classe.

I'm your seonbaenim || MINSUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora