30. You got me speechless

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When the teardrops touch my mouth
I taste the bitterness like you
Got me speechless and it stung my tongue
I'll never get over you
Everyday I'll wonder what you're like
When you touch my lips

– The Rose

30.

Minho chiude il sacco pieno di spazzatura ed indossa il giubbotto pesante, si mette le Dr. Martens ed esce di casa. Sospira non appena legge il foglio attaccato al ascensore, ovviamente è di nuovo guasto. Scende la scale lentamente e senza voglia, appena arriva fuori dal palazzo, mette il sacco vicino agli altri e poi si incammina verso il negozietto poco più lontano.

L'aria fredda di Milano gli entra nelle ossa e si pente di non aver preso anche la sciarpa prima di uscire. Si stringe nel suo cappotto teddy marrone e sospira, una nuvola gli esce dalla bocca e cerca nella tasca il pacco di sigarette. Dovrebbe smettere, lo sa, ballare e fumare non vanno affatto d'accordo, ma ormai è un vizio e fatica a resistere.
Appoggia la sigaretta in bocca e poi avvicina la mano con l'accendino, i suoi occhi si soffermano sui due anelli e sospira rumorosamente.

Jisung non gli ha più scritto da quella telefonata di un mese fa, non ha ricevuto sue notizie e ora sta smettendo di sperarci. Non crede che il ragazzo verrà a Milano, ormai è il ventitré dicembre e non ha più speranze.
Ci sta male, vorrebbe urlare e liberarsi da tutto il dolore, ma non ci riesce.
Stringe la sigaretta nella mano e la spezza, la butta nel cestino accanto a lui e si allontana.

Compra della birra e dei cioccolatini, la spesa di una persona patetica, un vero adulto. Alza gli occhi al cielo e aggiunge anche delle pringles e un barattolo di nutella, almeno affoga il suo dispiacere nel cibo spazzatura. Paga la spesa e ritorna sul suo percorso verso casa.
Decide comunque di fumare una sigaretta prima di salire i quattro piani di scale. Gira l'ultimo angolo con la sigaretta in bocca ed espira una massa di fumo.

Guarda il cielo scuro e come sempre senza stelle, a Milano non si vedono quasi mai. Abbassa lo sguardo poco dopo e si blocca, la sigaretta gli cade e la busta della spesa anche, le due lattine di birra rotolano a terra. Sulle poche scale davanti al suo palazzo, vede un ragazzo, completamente coperto in un giubbotto pesantissimo e completo di cappello e sciarpa. Nonostante tutto quel materiale pesante, Minho lo riconosce subito e sente il cuore esplodergli nel petto.

Jisung sta guardando il telefono e sembra imbronciato, lo vede portare l'oggetto all'orecchio e poco dopo sente il suo vibrargli in tasca. Lo prende senza mai togliere lo sguardo dal ragazzo e se lo porta all'orecchio.

<<Pronto?>>

<<Sei venuto davvero>>

Jisung sente la sua voce ed alza lo sguardo da terra, i loro occhi si incontrano come magneti e Minho si sente improvvisamente completo. Ora sta bene, non ha bisogno di altro. Jisung ha la bocca semi coperta dalla sciarpa ma Minho riesce a vedere lo stesso il sorriso sulle sue labbra. Il maggiore lo vede alzarsi lentamente e poi avvicinarsi a lui, sono pochi passi e in pochi secondi è a mezzo metro da lui.

<<Ciao...>> Minho non riesce a rispondere e non sa come reagire. Vorrebbe abbracciarlo, ma non sa se Jisung sarebbe d'accordo, in fondo non stanno più insieme, lui non è più il suo ragazzo. Restano fermi in mezzo al marciapiede a guardarsi negli occhi per cinque minuti buoni, senza dirsi una parola. Ma i loro occhi sembrano dirsi tutto perché Minho apre le braccia e Jisung ci si tuffa dentro senza esitazione.

Sprofonda il viso nell'incavo del collo del più piccolo, e respira profondamente. Jisung è cresciuto un po in quei mesi ed ora li dividono pochi centimetri. Minho gli stringe i fiachi, c'è davvero troppo  tessuto a dividerli, ma si gode quel momento a pieno. Non parlano, quel silenzio è confortante perché sanno già che quando arriverà il momento di dirsi qualcosa sarà troppo complicato. Per ora voglio o solo godersi quela stretta, un abbraccio che è mancato tantissimo ad entrambi.

I'm your seonbaenim || MINSUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora