Erano passate due ore dalle loro ultime parole, eppure Harry giaceva ancora sveglio a letto. Senza farlo sapere a Louis, lo guardò in silenzio attraversò le palpebre quasi chiuse, le sue folte ciglia erano sufficienti a nascondere il fatto che fosse ancora sveglio. Stanco, ma sveglio.

Harry non riusciva a dormire, non era a causa della sua scarsa familiarità con Louis che lo aveva causato. Non riusciva a dormire a cause del suo sincero fascino per lui.

Il liscio rimase immobile per un po', la testa inclinata di lato con una mano sullo stomaco e l'altra sul fianco. Quando era così, Harry avrebbe pensato che si stesse riposando, e avrebbe quasi creduto a quel pensiero fino a quando Louis non si sarebbe risvegliato di nuovo.

All'inizio il riccio non ci pensava. Louis sussultava e tornava alla realtà come avrebbe fatto qualcuno quando sognava di cadere. Ma Harry sapeva benissimo che una cosa del genere non era possibile nelle condizioni di Louis. Il riccio ebbe compassione per lui, per non dire altro.

Tre volte, il liscio si svegliò di soprassalto involontariamente, e tre furono le volte in cui si coprì gli occhi con l'avambraccio ed emise un sospiro sommesso. Harry si rifiutò di reagire a quei momenti, sperando di risparmiare al suo visitatore l'imbarazzo di averlo visto. Voleva chiudere gli occhi e addormentarsi davvero, ma dopo aver sentito il suo materasso tremare per la quarta volta, aprì gli occhi.

Il riccio si sollevò sui gomiti. "Lou," sussurrò.

Allarmato, si voltò rapidamente. Il suo volto sembrava scioccato ed esausto nello stesso momento. "Harry? Io..."

"Non farlo." La sua voce fu un semplice mormorio. Harry si avvicinò a Louis, poi riprese a sdraiarsi sulla schiena, la testa leggermente sollevata con i cuscini che si trovavano dietro di lui. "Non scusarti."

Leggermente imbarazzato, il liscio distolsero lo sguardo e si strofinò le braccia.

"Vieni." disse Harry facendo cenno al suo visitatore

Riportando la sua attenzione su di lui, Louis incontrò lo sguardo del riccio. Aveva un'espressione confusa, chiedendosi cosa volesse dire l'altro con quella parola."

"Ho detto vieni." Fece cenno a Louis di avvicinarsi. "Vieni qui." Mentre Harry diceva questo, teste un braccio, come se si stesse preparando per una sorta di abbraccio.

Obbedendo con esitazione, il maggiore si spostò verso il riccio e si stese contro di lui, adattandosi alla curva del suo braccio.

La testa di Louis giaceva contro la spalla di Harry mentre il braccio dell'ultimo si avvolse con cautela intorno alle piccole spalle del liscio.

Nessuno dei due disse una parola.

I minuti passarono e col tempo Harry poté sentire Louis che si rilassava contro di lui, i segni. della stanchezza finalmente lo stancavano. La sua testa si accasciò contro la sua spalla ed entrambe le mani si posarono sullo stomaco. Stava provando. Tentando così tanto di adattarsi a quella piccola quantità di sonno che lo avrebbe aiutato a superare il giorno successivo, e Harry  voleva aiutare.

Per quanto non volesse crederci, volva così tanto aiutarlo.

Perché?

Harry vide una delle mani di Louis contrarsi involontariamente e, con suo sgomento, non si fermò. Lentamente, allungò una mano e la chiuse su quella che si contraeva, le sue quattro dita si incastrarono nel palmo del liscio. In pochi secondi, la sua mano era di nuovo calma.

Il riccio inspirò tranquillamente. Guardò il petto di Louis che si alzava e si abbassava ad ogni respiro che lo teneva in vita. Il suo respiro era controllato, proprio come quello di una persona che stava effettivamente dormendo. Increspando le labbra, Harry lasciò ricadere la testa sui cuscini. Voltò la testa di lato, verso quella del liscio. Poteva sentire
il suo debole profumo. Odorava di ospedale.

In Another Life || l. s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora