Nella fredda giornata del 3 gennaio, alle 20:04, la neve era caduta per la prima volta quell'anno. Louis è stato il primo a notarlo, ma è stato anche l'ultimo a dirlo.

Fu solo quando Harry alzò lo sguardo dallo schermo del suo laptop che si rese conto che fuori nevicava pesantemente. I suoi occhi si illuminarono, intenzionati ad informare il liscio, ma quando girò la testa per guardarlo, invece di essere accolto da un amico troppo entusiasta, fu presentato con un'espressione impassibile sul viso stanco di Louis.

"Lou? Non lo vedi?"

Alzando lo sguardo dallo schermo del laptop, Louis diresse la sua attenzione ad Harry

"Co...?"

"La neve? Sta nevicando fuori."

Il liscio girò la testa per dare un'altra occhiata fuori dalla finestra. Sicuramente stava cadendo la neve, e anche a pezzi, ma questo non catturò l'attenzione di Louis. Francamente, non ha avuto alcun effetto su di lui. Riuscì a fare una debole scrollata di spalle e si voltò per continuare con il film che aveva già visto per la trentesima volta

Harry era sinceramente confuso.

"Pensavo stessi aspettando la neve. Pensavo fosse quello che volevi

Le sue palpebre si abbassarono e poi si aprirono di nuovo e Louis fece un piccolo suono.

"Mnh-... io... guarda... tutto il t-empo."

Proprio in quel momento, le labbra di Harry si aprirono in realizzazione. Le allucinazioni del malato erano diventate così parte di lui, che pensava che la neve fuori fosse solo un altro trucco mentale.

"Non è un'allucinazione, Lou. Sta nevicando davvero..."

Il maggiore alzò lo sguardo per guardare di nuovo fuori dalla finestra. C'era un desiderio nei suoi occhi che Harry non poteva sopportare di vedere. Con appena un grammo di forza rimasto, Louis si tirò su un po per vedere meglio l'esterno. La curiosità aveva acceso in lui. Voleva sapere se era reale o no. Odiava quanto fosse diventato difficile per lui distinguere le cose vere da quelle false.

'"Te lo mostrerò." Harry si alzò dal suo posto e andò al davanzale della finestra. Lì, aprì leggermente il vetro. Una folata di vento gelido si fece strada in un istante nella stanza, drenando il calore da tutto ciò che toccava.

La pelle di Louis strisciava, la pelle d'oca gli bruciava la superficie di porcellana. Si coprì con molta fatica la spessa coperta

Rapidamente, il riccio chiuse la finestra, avendo raccolto appena abbastanza neve dal bordo per mostrarla a Louis. Gli si avvicinò rapidamente, prendendo a coppa la neve già sciolta nelle sue mani. Il liscio tese il suo, ansioso di vedere se fosse vero.

"Guarda." Harry mise il piccolo pezzo di neve compressa bianca nel palmo di Louis. Questo gli fece guadagnare un sussulto. Il maggiore fissò il ciuffo bianco di ghiaccio che si scioglieva e con un dito vi premette contro per vederlo cadere a pezzi. I minuscoli fiocchi di neve si deteriorarono al calore del suo palmo, lasciandosi dietro una piccola pozzanghera.

Un sussulto sfuggì a Louis. I suoi occhi si spalancarono il più possibile.

"Harry!"

"Lo so."

"Portami... Fuori!"

"Sta gelando." Harry mormorò le parole e guardò Louis su e giù. Non era altro che una coperta con la testa. "Tremi quando ci sono ventuno gradi nella stanza. In questo momento, sono circa... meno dieci gradi fuori."

"Per favore, H."

Premendo le sue labbra in una sottile lastra di linea, Harry scosse la testa ancora una volta. Lo ha trovato molto troppo difficile dire di no a Louis, ma doveva essere fatto.

"Non posso..."

"Ma perché?" Lo spirito del liscio cadde, il suo cipiglio profondo.

"Quel tempo ti farà solo male. Devi essere protetto."

"D-da... cosa?" Louis fissò il riccio, i suoi lineamenti erano passati da delusi a non accettati.

Harry trasse un respiro, ma scoprì di non poter dire nulla. Guardò Louis con uno sguardo diffidente, ignaro di quello che avrebbe detto dopo.

"Sono già nel... braccio della morte. Parlo male. Cammino a stento... non posso mangiare. Non posso dormire -L'ultima cosa che devi..." Strinse la mascella, frustrato con se stesso e con le parole che pronunciò, "...che tu devi fare... E' preoccuparti per me... che prendo un raffreddore..."

"Lou-"

"Freddo o no... sono ancora... Non durerò m-molto a lungo. Quindi per favore... Fammelo fare."

I suoi occhi erano incollati a quelli di Harry, e lui scoprì di non essere in grado di distogliere lo sguardo. Gli occhi di Louis gli dicevano tutto. Ha tradotto tutto ciò che le sue parole non potevano.

Harry guardò in basso e lontano da Louis, poi di nuovo verso la finestra.

"...Penso che la finestra sarà il più lontano possibile." Disse con voce sommessa.

"A me va bene." E proprio così, un sorriso ritrovò il volto di Louis.

Harry sospirò tra sé, frustrato dalla facilità con cui aveva ceduto alle suppliche di Louis. Ma mentre ci pensava, pensò che non poteva essere biasimato per questo. Non voleva essere lui a dire di no a qualcuno a cui era rimasto poco o niente nella sua vita.

C'era quello, e il fatto che il riccio non poteva fare a meno di trovare il sorriso di Louis accattivante, non importa quanto sembrasse malaticcio quando ne faceva uno splendeva ogni volta.

"Andiamo..." Harry allungò una mano per aiutare il liscio a rimettersi in piedi. Lo esortò a tenere la coperta intorno a sé, ma Louis insistette perché lo lasciasse alle spalle. Si tenne al supporto per flebo con una mano e la mano di Harry con l'altra mentre zoppicava verso la finestra. Le mani del liscio erano fredde come il ghiaccio, facendo crescere ancora di più la preoccupazione del più piccolo. Ma non importa quanto fosse preoccupato per lui, Harry continuò a dirigersi verso la finestra a un ritmo lento e costante fino a quando finalmente arrivarono.

In Another Life || l. s. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora