- il Ballo delle Nevi -

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Finché non venne spedita nella vicepresidenza del Campo, per Annabeth era stata una bella giornata.
Percy sarebbe tornato, la prima volta dopo mesi che non si vedevano. E questo evento le aveva messo un'assurda quantità di felicità addosso.
Fino a quando non aveva notato che Percy era tornato al Campo... ma non da solo.
Aveva portato con se una fastidiosa mortale dai capelli rossi che non doveva avere chiaro il concetto di "spazio vitale".
E che le aveva pure lasciato dei residui di pittura secca sui vestiti.
Le era sembrata un piccolo cane randagio, pieno di pulci e spelacchiato, adottato da un uomo troppo compassionevole ma che non aveva lo spazio materiale per poter accogliere un animale.
Percy aveva sempre avuto un debole per i cani randagi.
Da quel momento non era più stata una bella giornata.
Innanzitutto, Percy aveva insistito per far vedere a Rachel (il solito esibizionista, pff) come si impugnava una spada (perché la mortale non era solo stupida e appiccicosa, ma pure immune alla Foschia) e aveva chiesto ad Annabeth — a lei! —  di tenerla d'occhio mentre andava a bere un sorso d'acqua sulle gradinate dell'arena.
Sbattendo le ciglia con innocenza aveva risposto: <<Ma certo.>>
Spero che ti ci strozzi con quell'acqua, aveva poi pensato.
Speranze vane perché Percy era il maledetto figlio di Poseidone e, guarda caso, non poteva affogare.
La situazione faceva schifo.
E aveva continuato a fare schifo quando Rachel aveva infilato con troppa forza la spada nel petto di un manichino da esercitazione; quando Annabeth l'aveva scansata bruscamente afferrando l'elsa con entrambe le mani tirando forte; e infine quando ci aveva messo pure lei troppa forza nel tirarla via e aveva colpito la tempia troppo vicina di Rachel con il pomello della spada.
Risultato?
Rachel mezza svenuta e sanguinante per terra, Percy confuso che cercava di farla rinvenire e Annabeth che aveva farfugliato un semplice "mi è scivolata".
Poi tutto era andato a scatafascio.
Le voci si erano sparse nel giro di un minuto, Micheal Yew era intervenuto tempestivamente sulla scena e Chirone aveva gridato: <<Annabeth! Nel mio ufficio, adesso!>>
Ecco come era finita seduta in vicepresidenza.
E nemmeno capiva perché Chirone fosse tanto arrabbiato dato che era stato un semplice incidente.
Gli incidenti, nel Campo, capitavano di continuo, la maggior parte delle volte per colpa degli Stoll.
Tamburellò il piede per terra a ritmo del pendolo dell'orologio.
Che inutile perdita di tempo, pensò Annabeth.
Era stato un incidente e tutti se la prendevano con lei. Percy non le aveva più rivolto la parola perché aveva seguito quell'insipida mortale in infermeria.
Che andasse pure, sai che liberazione!
Improvvisamente la porta si spalancò e Annabeth saltò in piedi. <<Per prima cosa, ci tengo a sottolineare che è stato un incidente e che io non ho alcuna colpa in tutta questa storia.>>
Chirone chiuse la porta senza nemmeno degnarla di uno sguardo. <<Siediti, Annabeth.>>
<<La colpa è tutta di Percy! Ma che cavolo gli dice il cervello? Portare una mortale al Campo?! Non dovrei esserci io qui, ma quel cretino, testa di... !>>
<<Annabeth.>>
La durezza con cui ripetè il suo nome la fece congelare.
<<Non te lo dirò un'altra volta. Siediti.>>
E lei si sedette. E ci tenne pure a fargli vedere quanto fosse scocciata.
Il centauro si ripiegò sulla sedia a rotelle e incrociò le dita sulla scrivania. Notò, però, che non aveva fretta a sgridarla, come se cercasse di ritardare il momento in cui avrebbe dovuto farlo, e questo la fece solo irritate ancora di più.
<<Vuoi dire qualcosa prima che inizi a parlare io?>>
<<È stato un'incidente.>> borbottò lei, sottovoce, per marcare ancora di più la sua innocenza. <<Gli incidenti capitano. Non l'ho fatto di proposito.>>
<<Non hai fatto niente per aiutarla.>>
<<Perché c'era Percy, Mister Mamma Preoccupata, a proteggerla.>> ingoiò l'acido prima di sputare altre cattive sentenze su di lui.
<<Non le hai nemmeno chiesto scusa.>> proseguì Chirone lapidario.
<<Perché era mezza rintontita dalla botta, non avrebbe capito niente in ogni caso.>>
Non aveva intenzione di chiedere scusa una volta, figuriamoci due.
<<Vede attraverso la Foschia, speriamo riesca a vedere anche attraverso la mia mente.>>
Chirone non rise alla battuta. Neanche l'accenno di un sorriso.
Cavolo, doveva averlo proprio fatto arrabbiare.
<<Ti rendi conto che potevi farle male sul serio?>>
<<Ma andiamo, ha solo un taglietto. Le rimarrà una minuscola cicatrice.>> replicò, indignata.
Chirone serrò la mascella e ricorse a tutto il suo autocontrollo. <<Non è questo il punto, figliola. Hai aggredito una mortale...>>
<<È stato un'incidente, santo cielo!>>
<<... a cui potevi recare seri danni celebrali.>> concluse.
Annabeth sbuffò. <<Dubito che le avrei arrecato più danni celebrali di quanto già non ne abbia di suo.>>
Chirone la fissò impassibile. <<Percepisco aggressività nella tua voce. Deduco che Rachel non ti piaccia.>>
Oh ma davvero!?
Ma invece si trattenne e lasciò al centauro il compito di fare tutte le perspicaci osservazioni.
<<E hai aggredito pure Percy. Verbalmente, questa volta, invece che fisicamente. Senza dubbio un miglioramento. Mi sembra di capire che non sia il fatto che Rachel sia una mortale ad infastidirti, dico bene?>>
Un po' della sua rabbia evaporò in una nuvoletta sopra la testa. Annuì grossolanamente.
Avendo già compreso tutto, Chirone si rilassò e si appoggiò allo schienale della sedia. <<Hai davvero bisogno che io ti dica che essere gelosi non è un motivo valido per colpire qualcuno?>>
<<No. Adesso posso andare o continuerà a tenermi in ostaggio?>>
<<Sto soltanto cercando di capirti meglio.>> chiarì il centauro <<E voglio essere sicuro che una cosa del genere non ricapiti mai più.>>
Annabeth alzò gli occhi al cielo, con un esaurimento nervoso in atto. <<Va bene. Mi dispiace. Sono desolata per quanto accaduto. Non ricapiterà mai più. Posso andare ora?>>
Chirone sollevò un sopracciglio. <<Ti dispiace veramente?>>
Annabeth tentò di mostrarsi dispiaciuta...
<<... No.>>
Chirone sospirò, anche se non sembrava del tutto contrariato. Più innervosito. Tamburellò le dita sulla scrivania di legno. <<Cosa dovrei fare con te, Annabeth?>>
<<Per esempio, lasciarmi andare?>> suggerì.
Chirone non rispose.
<<Nemmeno se le prometto che piangerò tutta la notte per il senso di colpa?>>
<<No.>>
Annabeth si afflosciò sulla sedia.
<<No, perché.>> disse improvvisamente l'istruttore, con la faccia di uno che aveva appena scoperto l'acqua calda. <<Ho in mente la punizione perfetta per te.>>
Ora sorrideva? Pessimo tempismo.
<<Un secondo.>> Annabeth balzò in piedi. <<Punizione? Addirittura? Per aver colpito per sbaglio una persona? Non le sembra un po' eccessivo?>>
<<Con te niente è eccessivo.>>
Rimasta a corto di argomentazioni, Annabeth tornò seduta.
<<Come sai bene, siamo in un periodo dell'anno particolare, Annabeth.>> cominciò lui, come se stesse narrando una fiaba. <<L'inverno non piace quasi mai a nessuno. Il Campo si svuota, le lezioni scolastiche riprendono. È freddo, cupo, ostile. Non il migliore dei climi...>>
<<So cos'è l'inverno.>> lo interruppe lei, glaciale.
<<Comunque.>> disse. <<Ho deciso adesso che, quest'anno, organizzerai tu il Ballo delle Nevi.>>
La ragazza attese in un silenzio angosciante che continuasse.
Nient'altro arrivò.
Così si concesse di andare nel panico.
<<Cosa?!>> la sedia andò a sbattere contro il pavimento. <<Mi sta prendendo in giro!>>
Chirone fissò la sedia per terra. <<In realtà sono serissimo, cara.>>
<<Non posso organizzare io il Ballo!>> protestò
<<Mi sembra di aver appena detto il contrario.>>
<<Sono anni che ci pensa Silena!>>
<<Vuol dire che le chiederò di farsi da parte per questa volta. Sono certo che non farà storie.>>
Annabeth spalancò le braccia. <<Io si invece!>>
<<Quanto sei drammatica, Annabeth.>> commentò Chirone, togliendosi un pelucchio immaginario dalla giacca.
<<Non so neanche da che parte cominciare ad organizzare un Ballo! Io mi occupo di strategie militari non di abiti di chiffon e decorazioni natalizie!>>
<<Immagino esista una prima volta per tutto.>> rispose, tranquillo. <<O organizzi il Ballo o sarai costretta a passare un'intera giornata insieme a Rachel per farti perdonare. A te la scelta, figliola.>>
Scelta?!
Non c'era una scelta!
Non avrebbe mai passato un'intera giornata in compagnia di quella sanguisuga terrestre.
Accorgendosi in fretta di non avere altre opzioni, Annabeth sospirò, placando i bollenti spiriti. <<Posso almeno farmi aiutare da qualcuno di competente in materia?>>
Chirone parve pensarci a lungo. Poi se ne uscì con: <<Si, puoi farti aiutare. Ma non da Silena.>>
Non concluse la frase che qualcuno bussò alla porta dell'ufficio. <<Chirone, posso parlarle un secondo di...?>>
Chirone finalmente sorrise. <<Oh, Percy! Proprio la persona che stavo cercando!>>
Percy corrugò la fronte, rispondendo <<Davvero?>> mentre Annabeth diceva <<Davvero!?>>
Chirone sorrise, beffardo. <<Beh, cara.>> disse ad Annabeth. <<Pare che abbiamo trovato il fortunato che ti aiuterà ad organizzare il Ballo.>>

𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗDove le storie prendono vita. Scoprilo ora