- Scompiglio in cucina -

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La casa che avevano affittato per le vacanze era davvero carina. Era una villetta gialla che dava sul mare, molto spaziosa, su due piani e curata fin nei minimi dettagli. Insomma, era stata Annabeth a trovarla, per questo era così deliziosa.
Poi arrivarono i ragazzi e la casetta non fu più così graziosa. Per fortuna non riuscirono a raderla al suolo, ma per poco non appiccarono un incendio in cucina.
Le ragazze avevano esplicitamente chiesto ai maschi di non cucinare per nessuno motivo al mondo: sapevano che avrebbero finito per combinare qualche disastro. Che motivo avevano loro, semidei forti e coraggiosi ammazza-mostri, di mettersi ai fornelli? Apparentemente nessuno.
In realtà era solo una mancata prova di virilità che avrebbe contribuito ad alimentare il loro ego già smisurato (tutti tranne Frank. Il poveretto era stato anche fin troppo paziente).
Così, sfruttando il fatto che le ragazze erano in centro a fare un giro, i quattro eroi ne approfittarono per sperimentarsi in cucina.
Jason si auto proclamò addetto alla ricetta. Serviva qualcuno che non perdesse di vista la preparazione.
Leo e Percy sarebbero stati gli chef.
A Jason non era andato giù facilmente (perché quei due insieme sapevano fare solo disastri), ma aveva poi scoperto che non gliene importava poi granché.
Frank si era astenuto dall'impresa perché non voleva subire l'ira delle ragazze. Che squadra di eroi meravigliosa!
- Ricordate cosa ci ha detto Annabeth?- ricapitolò il figlio di Giove, sedendosi sul bancone e impugnando il libro di cucina come se fosse il suo gladius.
- Ci ha severamente vietato di bruciare la cucina. E l'intera casa. - rispose prontamente Leo, indossando fieramente un grembiule bianco con la scritta rossa 𝑲𝒊𝒔𝒔 𝒕𝒉𝒆 𝒄𝒉𝒆𝒇 contornata da adorabili cuoricini. 
- Io continuo a credere che finiremo nei guai. Anzi, "finirete" dato che io non partecipo alla missione. - borbottó Frank, sedendosi su uno degli sgabelli che stavano accanto al bancone, in modo da vedere lo spettacolo dalla prima fila. - Leo finirà per appiccare un'incendio. - 
Percy si soffió via un ciuffo di capelli da davanti gli occhi - Tranquillo, ragazzone. Vedrai che andrà tutto bene. -
- Hai detto la stessa cosa quando ci hai convinto a venire all'Acquapark - proseguì Frank, che non aveva intenzione di lasciar cadere la questione. 
- E hai fatto esplodere tre vasche nel reparto bambini solo perché Leo ti aveva quasi affogato - lo spalleggió Jason.
-  Io non posso affogare - replicó Percy, sottovoce - E questa volta non combineremo disastri. Promesso. -
In quel preciso momento a Leo scivoló di mano la ciotola rosa che serviva per l'impasto. L'oggetto cadde a terra con una botta sonora. Frank e Jason lo fissarono con un'espressione del tipo "dicevi?"
Leo si strinse nelle spalle - Non guardate me. Io non prometto un bel niente -

- Percy, smettila -
- Ma non ha senso! -
- Percy, taci. Non metteremo il colorante blu nell'impasto per i muffin - continuó impassibile Jason, senza alzare gli occhi dal ricettario.
Il ragazzo incroció le braccia sul petto, offeso.
- Mi spiegate che senso ha avere il colorante se non possiamo metterlo nell'impasto? -
- Facile: nessuno - rispose Leo, continuando a girare la manovella del braccio meccanico che girava il mestolo nella ciotola. Quando voleva sapeva essere molto creativo.- Sei te che hai qualche problema, amico -
- Vuoi sapere quanto me ne importa? -
- Fatti sotto, Jackson -
All'improvviso, tra i due voló un mestolo di metallo. Si voltarono verso colui che l'aveva lanciato.
- Stavate per iniziare a picchiarvi - si giustificó Frank. - Jason mi ha dato il permesso di farlo - 
- Non importa - concluse quest'ultimo, indicando poi una pagina del ricettario - Percy, prendi le uova. Qui c'è scritto che ne vanno aggiunte tre -

- Ma che stai facendo? - chiese il figlio di Efesto per l'ennesima volta.
- Sto cercando di rompere le uova - rispose Percy, mantenendo lo sguardo concentrato sul suo lavoro.
- Devi metterci più energia, bello - gli consiglió Leo, che nel frattempo stava impostando il braccio meccanico ad una potenza più elevata.
- Devo solo sbattere le uova, Leo -
Percy colpì il guscio dell uovo contro il bordo della ciotolo un paio di volte, perché questo non ne voleva sapere di rompersi. Quando ne ebbe abbastanza, picchió più forte e il guscio finalmente si ruppe.
Frank lo stava guardando con compassione. Probabilmente compativa l'uovo, non il ragazzo.
Leo si fermó con l'impostare il suo strumento, visibilmente perplesso - Woah. Se sbatti così le uova, Annabeth può ritenersi una ragazza fortunata - considerò a voce troppo alta.
Silenzio.
Jason alzó gli occhi al cielo, inorridito
- Dai Leo! -
Frank fece una smorfia di disgusto
- Hai la finezza di un rinoceronte -
Percy non rispose, rendendo l'idea di aver preso sul serio il commento di Leo, lasciando parecchio spaventati gli altri.

- "Due cucchiai di zucchero" - dettó Jason, sempre seduto sopra al bancone.
- Due? Sei sicuro? - domandó Leo, con il cucchiaino a metà strada tra il contenitore e la ciotola.
- Si, Leo, due -
Leo posó il cucchiaio sul tavolo - Ma così non diventa un pò troppo zuccheroso? -
- Infatti - lo appoggió Percy - Devi aver letto male -
Jason sospiró, riconsiderando molte delle sue scelte di vita. - Qui c'è scritto che aggiungendo due misurini di zucchero all'impasto, la consistenza stessa dovrebbe ammorbidirsi e risultare, così, anche più facile da... -
Percy prese un pugno di farina dal sacchetto vicino al resto degli ingredienti e lo lanció con cattiveria contro Jason.
Frank cercó di trattenere una risata. Percy e Leo non si fecero scrupoli.
- Jas - disse Leo tra una risata e l'altra - Hai un po' di... farina sulla faccia -
Il figlio di Giove chiuse di occhi e si sfregó il volto con una mano - Percy, sei un deficiente -
- Non la smettevi più di blaterare, mi sembrava il minimo - 
Frank passó un tovagliolo a Jason, con il quale lui provó a ripulirsi la faccia - Siete due imbecilli. Era proprio necessario? -
- Tralasciando il fatto che sono due imbecilli a prescindere dalla situazione - intervenne Frank, che nel frattempo aveva preso a Jason il libro di cucina per evitare che si sporcasse di farina e stava guardando la ricetta - Sapete che invece Jason aveva ragione? Qui c'è scritto proprio due -
Leo e Percy smisero di ridere e si guardarono perplessi.
Jason si sporse per controllare. In effetti Frank aveva ragione.
- Sono un genio - si complimentó Jason con sé stesso - Sono un cavolo di genio -

Lavoravano già da più di 5 minuti senza sosta, quando arrivó Percy a rompere quella fantastica l'atmosfera di sintonia.
- Ehy, bro - disse rivolto a Jason - Che ne dici di rallegrare un po' questo mortorio? -
Il figlio di Giove si voltó e afferrò agilmente la piccola radiolina portatile che stava sulla mensola della cucina. Giró la rotellina che le stava di fianco.
Partì una canzone sparata a tutto volume:

"Oh, she got both feet on the ground, and she's burning it down.
Oh she got her head in the clouds,
And she's not backing down..."

- Oh, no - mormoró Frank.
Leo afferró il mestolo, a mó di microfono e si gettó in ginocchio, con i capelli che avevano preso istantaneamente fuoco:

" this girl is on fire!
This girl is on fire!
She's walking on fire!"

- Cambia, ti prego - supplicó Frank.
Jason cambió subito stazione e Leo si ricompose, anche se un po' a malincuore.

"En mi bandera llevo el alma,
Amarrada por mi calma,
Mi calma eres tú,
Contigo me desencadeno,
Ahora entro mi terreno,
Y esta lucha te dedicaré..."

I tre guardarono Frank lanciandosi mute occhiate complici.
Lui li fissó senza capire.

"... como un animal,
Como un animal, animal... "

- Io vi odio - a quel punto fu Frank a cambiare stazione. E per 3 minuti andó tutto bene, finché Jason non giró la rotellina un'altra volta.

"My songs know what you did in the dark..."

A quel punto spensero direttamente la radio, prima che Leo incendiare la cucina.

Dopo altri 30 minuti di estenuante lavoro, i quattro erano in salotto, con in mano i joystick, seduti sul divano, e concentratissimi su ciò che stavano facendo.
Credevano di meritare una pausa, così si erano messi a giocare a Battlefield 3 alla playstation.
- Leo, coprimi - stava dicendo Jason, senza staccare gli occhi dallo schermo.
- Lo sto facendo, Jas, sei te che non riesci a starmi dietro -
E conversavano con frasi di questo tipo da circa 25 minuti.
- Ragazzi - disse Frank, ad un certo punto.
Gli altri gli risposero, mormorando qualcosa di incomprensibile.
- Qualcuno è andato a controllare i muffin? -
Subito l'atmosfera geló.
Percy interruppe il gioco e si voltó lentamente a guardare gli altri - Doveva andarci Leo- 
- No, amico, doveva farlo Jason -
Il ragazzo alzó le mani in segno di protesta - Io avevo capito che doveva controllare Frank -
- E io credevo toccasse a Percy - rispose quest'ultimo.
Alla fine, Jason voló il joystick sul divano e si fiondó in cucina, con gli altri di seguito.
Il forno era pieno di fumo.
- Oh, oh -
Leo aprì il forno e prese la teglia, mezza bruciacchiata. Jason fece uscire il fumo dalla finestra cercando di non morire intossicato.
Percy guardó la teglia di traverso - Non hanno un bell'aspetto -
- Decisamente - concordó Frank.
Ci furono diversi momenti di silenzio
- Ordiniamo una pizza? - propose Leo
- Ordiniamo una pizza. Alle ragazze non dispiacerà  - confermarono gli altri tre in coro, dirigendosi poi in salotto e lasciando i muffin sbruciacchiati abbandonati sul tavolo della cucina.

𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗDove le storie prendono vita. Scoprilo ora