Sarebbe dovuto essere un normale pomeriggio di marzo che i nostri eroi avrebbero passato come dei normali adolescenti. Ogni tanto anche loro avevano bisogno di svagarsi per non pensare ai mostri che li volevano morti.
Il loro pomeriggio non andò esattamente come da pianificato. Dove ci sono semidei ci sono mostri, e dove ci sono mostri ci sono guai.
Percy, Annabeth, Leo, Jason e Piper volevano passare un tranquillo pomeriggio a New York ed erano riusciti ad ottenere il permesso di Chirone per uscire dai confini del campo.
Si erano comunque portati dietro le loro armi, nel caso si fossero imbattuti in qualche mostro.
Così si erano fatti accompagnare da Argo fino a New York, e una volta lì erano saliti sul primo autobus diretto a Central Park.
Il bus era vuoto.
E già quello avrebbe dovuto farli sospettare di qualcosa. L'autista era un uomo grassoccio spaparanzato sul sedile del guidatore, con i capelli solo ai lati della testa e un qualcosa sul collo che sembrava un doppio mento. Percy dovette trattenersi sul fare battute al riguardo.
I cinque ragazzi avevano timbrato i biglietti e avevano occupato i posti in fondo. Era da quasi mezz'ora che erano saliti e, secondo i calcoli di Annabeth, sarebbero dovuti scendere a Central Park 15 minuti prima.
- ragazzi - li richiamó. Percy e Jason, che fino a quel momento stavano guardando qualcosa sul telefono anti mostri di quest'ultimo, alzarono lo sguardo su di lei; Piper stava osservando Leo che stava costruendo una girandola con dei bulloni che aveva tolto da dei posti più avanti e con delle cartucce che aveva trovato qua e là.
- siete sicuri che questo sia l'autobus giusto? - chiese la bionda ai due ragazzi che le stavano di fronte. Infatti erano stati Percy e Jason che si erano offerti di controllare il tragitto che avrebbe fatto il loro bus e di conseguenza le avevano assicurato che il 9 passava da Central Park.
Percy cercó di sistemarsi i capelli con il solo risultato di scombinarli ancora di più - eddai, Beth, rilassati. Ti abbiamo già detto che è questo l'autobus -
Le sue parole non rassicurarono per niente la ragazza che stava già pensando a qualcosa da controbattere.
Leo, vista la situazione, decise di riporre la girandola nella cintura e di alzarsi dal proprio posto - sentite, adesso vado li davanti a chiedo al tipo se questo è il bus giusto. Mi avete scocciato vuoi due con i vostri battibecchi da innamorati - così si fece largo tra le gambe dei suoi amici e scese nel corridoio centrale, agguantandosi a un palo per non cadere in avanti. Leo, passando da un palo all'altro, raggiunse la postazione dell'autista - ehy, senti amico, qui c'è la mia amica che non è convinta di aver preso l'autobus giusto. Questo qui porta a Central Park, vero? - poi si rese conto che non c'era più il tipetto grassoccio con il doppio mento alla guida, ma un lestrigone con la faccia deformata.
Il mostro sibiló - ci incontriamo ancora, Leo Valdez -
Leo fece una cosa molto poco coraggiosa: cacció un gridolino femminile e gli tiró addosso la prima cosa che gli capitó a tiro dalla cintura degli attrezzi, ovvero un martello.
Sarebbe stata un ottima mossa se il martello non fosse stato di bronzo celeste e se il lestrigone non si fosse disintegrato in una polverina d'orata.
Leo tornó al suo posto che era bianco come un cencio, senza dire nulla.
Gli altri lo fissarono in attesa di risposte.
- allora? - lo spronó Annabeth
- allora cosa? -
- é l'autobus giusto? -
Leo non rispose ma fu anticipato da Jason - una di voi ragazze ha gridato poco fa? -
Leo si schiarì la voce - allora... ho una buona e una cattiva notizia -
Piper sospiró - e ti pareva -
- la buona è che dovremmo essere a Central Park entro circa... 10 minuti se non di meno -
- e la cattiva? - domandò Percy molto poco interessato
Leo si passó una mano tra i capelli -... la cattiva è che ho accidentalmente polverizzato il nostro autista -
Non dissero niente per un paio di secondi, indecisi se prenderlo sul serio o meno, ma quando videro che la postazione del conducente era vuota, impallidirono.
- tu hai fatto cosa?! - gridó Annabeth.
- non l'ho fatto apposta! - si giustificó il figlio di Efesto.
L'autobus sbandó a sinistra riversando i ragazzi a destra che caddero sul corridoio al centro.
I cinque si guardarono e gridarono.
Il bus svoltó in una strada principale a 200 kilometri all'ora.
Percy si giró su un fianco estraendo Vortice e lanciando sonore imprecazioni - Valdez! Ti avevamo chiesto di vedere se era il numero giusto, non di ammazzarci il conducente! -
Leo si tiró su grazie ad un palo al quale si era disperatamente attaccato
- ma era un lestrigone! E il mio martello era di bronzo celeste! -
Jason sbatté la palpebre un paio di volte - lestrigone? -
- non importa! - urló Piper barcollando per rimettersi in piedi - dobbiamo fermare questo autobus prima che si schianti da qualche parte! -
- sono d'accordo! - disse Annabeth - chi di voi sa guidare un autobus? -
L'unico ad alzare la mano fu Percy ma Annabeth lo fulminó con lo sguardo
- con la fortuna che hai tu, al massimo ci fai saltare tutti in aria. È fuori discussione! -
Il bus salì su un marciapiede, facendo gridare e spostare delle persone che ci stavano camminando sopra.
Jason e Piper volarono in fondo al veicolo.
- vuoi che esplodiamo ancor prima che io ci abbia provato? - ribatté Percy.
Annabeth non riuscì più a sostenere il suo sguardo a cedette - e va bene - poi si giró verso il figlio di Giove precipitato dall'altro lato - Jason! Credi di riuscire a controllare i venti per rallentare la corsa? -
Il ragazzo aiutó Piper ad alzarsi - posso provarci! Voi andate -
Leo si aggrappó al palo come uno scimpanzé - io credo che resterò qui -
Percy porse una mano ad Annabeth - vieni con me? -
- non riesci a starmi lontano, eh? -
- Annabeth! -
- scusa, cercavo solo di prenderla alla leggera. Andiamo - Annabeth sorpassó il ragazzo e lo trascinó fino alla postazione del guidatore.
Il bus sbandó in un'altra strada e Annabeth avrebbe sbattuto la testa sullo spigolo di un gradino se Percy non l'avesse afferrata per la vita in tempo - tutto bene? - le chiese una volta che la fece tornare dritta.
Lei riuscì a nascondere il rossore che le stava nascendo sulle guance - si! Andiamo! -
Raggiunsero il volante e Percy si sedette sulla poltroncina, non sapendo dove mettere le mani.
- Percy, sbrigati! - lo sollecitó Annabeth, agguantandosi dietro di lui
Sulle strisce stava attraversando una donna con un passeggino e il bus stava per investirla - Percy -
- un secondo. Appena capisco come cambiare marcia... -
- Percy! - gli indicó la strada e il ragazzo afferró il volante e svoltó bruscamente a sinistra, evitando di poco la signora.
Le mani del figlio di Poseidone tremavano mentre teneva il volante
- per un pelo -
- non cantare vittoria prima del dovuto - lo rimproveró la ragazza - e ferma questo coso! -
- se me lo chiedessi "per favore", forse... -
- PERCY JACKSON! -
- Okay okay - con il piedi premette sui freni, ma non successe nulla. Allora riprovó ma fu inutile - oh no -
Annabeth gridó esasperata - cosa c'è adesso? -
- i freni sono rotti -
- che cosa?! -
- i freni sono rotti! Ci schianteremo -
Le persone gridavano per strada, correndo per mettersi al riparo.
- santi numi! - Annabeth si voltó verso il corridoio, dove Jason stava provando a controllare i venti. E in effetti ci stava riuscendo ma non era abbastanza.,
Percy svoltó di nuovo per evitare una carovana di vecchiette che stavano facendo jogging in una zona pedonale.
- dobbiamo riparare i freni - giunse alla conclusione la ragazza.
- che geniale intuizione - la prese in giro Percy.
Annabeth si voltó di nuovo verso il corridoio - VALDEZ! - ringhió.
Il ragazzo era rimasto ancorato al palo - si? -
- i freni sono rotti, vieni qui, adesso! -
Leo esitó, come se non avesse preso in considerazione l'opzione di staccarsi dal suo luogo sicuro - ma io... -
- non era una richiesta, Valdez, è un ordine! -
Leo si slanció in avanti e si affiancó ai due. Vide la situazione e fece un cenno di saluto al ragazzo alla guida
- come va, Jackson? -
- no, sai Valdez, stavo provando a non farci morire -
- molto bene - Leo si chinó verso i pedali e aggeggió un pó con dei cavi e degli strumenti che aveva nella cintura.
Quando videro cosa avevano davanti, Percy e Annabeth impallidirono - oh dei -
Davanti a loro c'era un enorme fontana circolare che gli sbarrava la strada. In nessun modo avrebbero potuto evitarla.
- Leo -
- ci sono quasi... -
- Leo! -
- ho detto che ci sono quasi. Datemi trenta secondi -
- Non li abbiamo trenta secondi! - ribatté Percy, sempre con le mani sul volante e le nocche bianche.
Annabeth si voltó verso Jason e Piper che erano ancora bloccati nel corridoio - tenetevi forte! -
Non se lo fecero ripetere due volte.
Gridarono.
Il bus si fermó ad appena due centimetri dal bordo della fontana.
Leo si tiró in piedi, con una macchia nera sulla guancia - evvai! - esultó - sono un fottuto genio -
Jason e Piper li raggiunsero e dalla loro faccia sembrava che si stessero trattenendo dal vomitare.
Si sentirono le sirene della polizia e i ragazzi scesero dal veicolo ammaccato e se la filarono il più lontano possibile, prima che la polizia arrivasse.
Però erano arrivati a Central Park.
Si sedettero su una panchina immersa nel verde e restarono a fissare un punto nel vuoto in silenzio per una decina di minuti.
- mai più - disse Percy - promettetemi che non saliremo su un autobus mai più -
Nessuno osò contraddirlo.
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𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ
FanfictionCi sono storie che nessuno ha mai raccontato. Ci sono storie che non avevano la necessità di essere raccontate. Ma se qualcuno non avesse deciso di farlo adesso non saremmo qui. {𝒂𝒕𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆: 𝒔𝒑𝒐𝒊𝒍𝒆𝒓 𝒅𝒊 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒚 𝑱𝒂𝒄𝒌𝒔𝒐𝒏...