Avevo 13 anni, ero ancora vivo e avevo combattuto centinaia di mostri. Arrivati a questo punto, qualunque persona normale non si sarebbe più spaventata di nulla.
Ma c'era ancora una cosa che mi faceva paura, paura più di tutte le altre. E no, non era un mostro.
Mi issai sulla barca e aiutai Annabeth a fare lo stesso. Poi, senza dire niente, presi un asciugamano e glielo passai, ma rimanendo comunque distante da lei.
Adesso vi chiederete cosa sia l'unica cosa in grado di spaventare il grande Percy Jackson. Ebbene, eccovi la vostra risposta: Annabeth Chase.
Prima che possiate chiederlo, no, Annabeth non era un mostro anche se giusto 5 secondi fa aveva rischiato di brutto e forse anche di diventarlo.
Come al solito non sapevo cosa succedeva alle ragazze che rimanevano ammaliate dal canto delle sirene ma ero abbastanza sicuro che non fosse niente di bello.
Insomma, dal mio punto di vista Annabeth aveva fatto una cavolata gigantesca.
Non picchiatemi, so che Annabeth è intelligente, ma sinceramente io non sarei stato tanto incosciente da rischiare la mia vita per sentirmi più intelligente. E credetemi, un po' di intelligenza mi ci voleva.
Ma conosco Annabeth tanto il necessario per dire che è una orgogliosa.
Non ditele che ve l'ho detto o potrebbe staccarmi un arto.
È mia amica e mi sarebbe dispiaciuto se fosse diventata una sirena psicopatica. O se fosse diventata una frittata semidivina.
Il senso lo avete capito!
Essendo figlia di Atena, credevo che Annabeth avesse un po' di sana mentalità, ma ho capito che forse stare con me le abbia tolto anche quel poco senso della responsabilità che aveva. Quando ha detto che voleva sentire il canto delle sirene, credevo stesse scherzando.
Piccolo spoiler: non stava affatto scherzando.
Doveva essere impazzita. Disse che ascoltare il canto delle sirene rendeva più intelligenti. Se era realmente così, allora mi sarei dovuto buttare in mare a braccia spalancate.
Ma almeno io lo avevo un po' di tatto.
Le avevo detto che era pazza se credeva una cosa del genere e lei mi ha letteralmente ringhiato contro.
Adesso capite perché ho detto che faceva paura?
Quindi avevo dovuto accettare. Si era fatta legare all'albero maestro e mi aveva detto di non slegarla qualunque cosa mi avesse detto.
Poi mi ero messo della cera nelle orecchie e ed eravamo entrati passando attraverso il tratto di mare abitato dalle sirene. Devo dire che è strano fare qualcosa senza sentire ciò che mi stava attorno ma non volevo nemmeno rischiare di essere ucciso da delle sirene assassine psicopatiche.
C'erano altri infiniti modi di morire e se avessi dovuto scegliere, avrei scelto di morire in modo valoroso.
Capirete dunque quanta responsabilità era sulle mie spalle.
Mi rincuorava che almeno Annabeth sarebbe stata al sicuro...solo per 3,5 secondi.
Mi ero scordato di allontanare il pugnale e lei, esiccome non era stupida neanche sotto l'effetto del canto delle sirene, era riuscita a prenderlo e a tagliare la corda con cui l'avevo legata.
Che fortuna, eh?
Così dovetti pure rincorrerla sott'acqua e afferrarla prima che si schiantasse contro gli scogli.
E sarebbe andato tutto bene se non l'avessi afferrata per una mano.
Narra la leggenda che il canto delle sirene ti mostri ciò che hai sempre voluto. E afferrando la mano di Annabeth, vidi ciò che lei desiderava più di tutti.
C'erano suo padre e sua madre Atena, che dovevano rappresentare il suo bisogno di far parte di una famiglia.
Poi c'erano edifici costruiti da lei che dovevano rappresentare invece il bisogno di costruire qualcosa di permanente.
Come sapevo tutte quelle cose? No, non ero uno stalker, solo la conoscevo troppo bene. Mi aveva parlato della famiglia che l'aveva rifiutata e del suo continuo scappare da una parte all'altra di una città nel tentativo di arrivare al campo mezzosangue.
Poi c'era una cosa che mi aveva turbato profondamente.
Luke.
Dei, se c'era qualcuno che odiavo dal profondo del mio cuore, quello era Luke. Si era rivelato un traditore e l'estate scorsa aveva provato ad uccidermi. Avevo molti motivi validi per odiarlo, dunque.
Quello che però non riuscivo a spiegarmi era perché c'era Luke nel sogno di Annabeth?
Tutti al campo dicevano che Annabeth aveva sempre avuto una cotta per Luke, ma a me la cosa faceva abbastanza schifo.
Non ero geloso, solo che... è una cosa rivoltante.
Annabeth aveva 12 anni e Luke, quanti? 16? 17? Non me lo ricordavo con esattezza ma sapevo per certo che tra lui e la mia amica correvano più o meno 5 anni.... ed era disgustoso.
Poi Luke era diventato malvagio e dubito che possa tornare dalla nostra parte. E anche se dovesse, io gli tirerei un pugno sul naso.
So che siete d'accordo con me.
Quando riportai Annabeth sulla nave, mi assicurai di tenermi alla larga da lei. Avevo paura che potesse strozzarmi. Non si è mai troppo sicuri con Annabeth.
In conclusione: io ero praticamente asciutto e molto imbarazzato, e lei era fradicia e molto imbarazzata.
Ma stando in silenzio non saremmo andati da nessuna parte, quindi tentai di avviare una conversazione lucida - allora... - iniziai titubante - ti senti più intelligente? -
Lo sguardo che lanciò era ciò che più si avvicinava ad una minaccia di morte.
- la mia era una domanda seria! -
Annabeth roteó gli occhi - forse -
- non ne sembri molto convinta - osservai.
Annabeth tamburelló le dita sul legno del timone - forse perché mi aspettavo che fosse diverso -
Questa, cari lettori, è la parte in cui lei sta male e io non so come consolarla
- in che senso ti aspettavi qualcosa di diverso? -
Ricordatevi sempre ciò che sto per dirvi: se state male non venite a chiedere a me supporto morale. Sono una frana in quello.
Annabeth sospiró - non lo so. Credevo di... - mi guardò, poi lasció la frase in sospeso. Perché avevo la netta sensazione che c'entrasse Luke?
- c'entra Luke per caso? - domandai.
Lei mi guardó in cagnesco - e si può sapere come ti è venuta in mente una cosa del genere? -
Restai sul vago - forse perché ti piace?-
Annabeth arrossì e distolse lo sguardo - Luke non mi piace, stupido. Avevo una cotta per lui ma non piace in quel senso -
- oh... okay - tirai un sospiro di sollievo.
- ma perché credevi che stessi così per Luke? -
Stovolta fu il mio turno ad arrossire e non sapevo neanche bene perché
- beh... - mi grattai la nuca - forse perché potrei aver visto quello che hai visto tu sott'acqua -
- potresti? - domandò Annabeth.
- ho visto... ma non era mia intenzione farlo! - mi sbrigai ad aggiungere - io volevo solo evitare che affogassi e nel farlo ti ho presa e ho visto tutto quello - feci una pausa - e ho visto che nel tuo sogno c'era anche Luke. Per questo te l'ho chiesto-
Credetti che a quel punto Annabeth mi buttasse in mare o mi gettasse a terra con una mossa di karate, invece non fece niente di tutto ciò - Luke era il mio migliore amico, Percy. Quando ho saputo che era passato dalla parte del male, volevo solo che tornasse da noi perché gli volevo bene. Come un fratello - poi mi guardò a sorrise - quindi puoi anche smettere di fare il geloso -
Spalancai gli occhi - io? Geloso? Io non sono geloso! Ho soltanto chiesto -
Annabeth alzó gli occhi al cielo - okay, farò finta di crederci - poi si tolse l'asciugamano di dosso e lo appoggiò da una parte - che ne dici di ripartire? C'è ancora molta strada da fare e dobbiamo muoverci se vogliamo recuperare il vello -
Quella frase riuscì a risollevarmi il morale - sono d'accordo. Te vai sotto coperta. Sei ancora bagnata. Qui ci penso io -
Annabeth incrociò le braccia - mi prometti che non farai saltare la barca in aria? -
- ehy! -
- va bene - sorrise lei, poi scese in cabina e io rimasi sul ponte a perlustrare con lo sguardo quella immensa distesa azzurra che si estendeva davanti a me, con la testa per aria e il cuore a mille.
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𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ
FanfictionCi sono storie che nessuno ha mai raccontato. Ci sono storie che non avevano la necessità di essere raccontate. Ma se qualcuno non avesse deciso di farlo adesso non saremmo qui. {𝒂𝒕𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆: 𝒔𝒑𝒐𝒊𝒍𝒆𝒓 𝒅𝒊 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒚 𝑱𝒂𝒄𝒌𝒔𝒐𝒏...