- sapevo che non avremmo dovuto mostrarti la profezia. È servita solo a spaventarti. E tu scappi sempre dalle cose che ti spaventano -
Qualcuno, attirato dal suono della loro lite, si avvicinó ai due ragazzi e presto furono circondati da una massa di semidei curiosi.
Percy la fissó sbigottito - io? Scappare? -
Lei si portó dritta davanti alla sua faccia - si, tu. Sei un codardo Percy Jackson! - a quel punto fece per voltarsi e andarsene impettita ma il ragazzo la strattonó per un braccio.
Fu una mossa folle? Abbastanza.
Annabeth gli avrebbe cavato gli occhi? Probabilmente si.
- ma che problemi hai, eh? - gridó lui - sono giorni che non fai che litigare con me e non ho ancora capito perché! -
Lei alzó gli occhi al cielo - non scherzavo quando ho detto che sei ottuso. E stupido -
Percy ringhiò, frustato - davvero, voi femmine siete così complicate! Perché non mi dici cosa c'è che non va in me e basta?-
Annabeth spalancò gli occhi, incredula - santi numi, ma ti senti quando parli? - ribatté lei, sputando quelle parole come se fossero acido - non solo non capisci niente, ma ti ostini a voler continuare con questa ridicola messinscena -
- temo tu abbia qualche rotella che non funziona. Di quale messinscena stai parlando? - domandò lui, confuso, mentre la rabbia scemava via piano piano.
- è inutile che fingi di stare bene qui, perché sappiamo tutti che preferiresti essere altrove - Annabeth incrociò le braccia sul petto, fissandolo con astio - e soprattutto con qualcun altro -
Percy trattene il fiato - non so di cosa tu stia... -
- smetti di mentire! Non sopporto più le tue bugie! - urló la ragazza - so tutto, Percy. So che hai baciato Rachel -
Nel frattempo una folla di semidei curiosi si era avvicinata e stava con il fiato sospeso, mentre fissava prima uno poi l'altra, come una pallina in una partita di tennis. Silena si strinse vicino a Clarisse.
- dice sul serio? - mormoró la figlia di Ares.
- credo proprio di sì - rispose piano l'altra.
Il figlio di Poseidone restò a bocca aperta, più imbarazzato che infastidito.
- io... posso spiegarti... -
- oh, tranquillo - replicó sarcastica lei - per quanto mi riguarda non sono nessuno per dirti chi frequentare. Dico solo che avresti potuto mirare ad aspirazioni più alte di Rachel -
I ragazzi scoppiarono in un mormorio confuso e qualcuno cercò di trattenere una risata.
- smettila, Annabeth - disse deciso lui, determinato a chiarire quella storia una volta per tutte - è stata lei a baciare me. Se fosse stata una mia scelta non l'avrei mai fatto - poi si scostò, come se avesse appena preso un pugno nello stomaco - e poi a te cosa importa se frequento altre ragazze? Sei per caso...gelosa? -
Annabeth fece una risatina nervosa
- gelosa? Io? Ma ti pare! Con chi credi di avere a che fare, Jackson? Con qualcuna di quelle ragazzine che non riescono a staccarti gli occhi di dosso, ammaliate dalla tua incredibile bellezza? -
Ci fu un'altro coro di mormorio che terminò con una minaccia di morte di Clarisse.
- non stavo dicendo questo - disse Percy, scocciato - e non mi considero nemmeno troppo bello, se è questo che intendevi -
- é proprio quello che intendevo! - la bionda fece una pausa - e poi hai ragione su una cosa. Non dovrebbe importarmi niente di te. Da quando frequenti Rachel sei cambiato. Sei egoista e privo di sentimenti -
- privo di sentimenti? Santo cielo, Annabeth, non ci credo che parli sul serio! -
- invece sono serissima - replicó lei con il collo arrossato - se non ti piace la nostra compagnia o la mia, dovresti andare in vacanza con Rachel - lei indicò qualcosa di lontano con la mano - vai, scappa. È quello che sai fare meglio, dopotutto -
Percy sbuffó - Annabeth, per favore... -
- dico sul serio. Se tieni più a lei che a noi, allora dovresti andare -
- lo sai che ci tengo a te - disse lui, un po' più calmo - non hai alcun motivo di pensare che io ti abbia abbandonata -
- davvero? Perché non sembra -
- Dei, Annabeth, sto cercando di avere una conversa civile con te! - strillò il ragazzo, perdendo il controllo - smettila di fare l'orgogliosa, non gira sempre tutto intorno a te! -
Un silenzio di tomba calò sulle loro teste come la falce di Crono.
Quando Percy recuperò la lucidità, capì quello che era appena successo - scusa, mi dispiace. Non volevo... -
Annabeth strinse i pugni, costringendosi a tenere la testa alta e soprattutto a frenare le lacrime. Fece un passo indietro quando lui ne fece uno avanti
- orgogliosa? Orgogliosa io? Hai ragione su una cosa però: non gira sempre tutto intorno a me. Sai perché sto facendo tutto questo? - fece una breve pausa - perché ogni volta che qualcuno di importante entra nella mia vita, mi ferisce. Quindi ti consiglio di andartene prima che questo accada -
Percy cercò di avvicinarsi - Annabeth... -
Lei sorrise sarcastica, allontandosi di un passo - va pure da Rachel. Non credo che sentirò la tua mancanza -
Poi lasció cadere le pergamene che teneva in mano e corse dalla parte opposta a quella del ragazzo, verso la sua cabina.
Salì qualche gradino e si richiuse la porta alle spalle, sbattendola violentemente.
Poi le sue gambe cedettero e si accasció contro la porta, iniziando a piangere forte.
Non le piaceva mostrarsi debole davanti alla gente. Non le piaceva mostrarsi debole in generale. Poi si portó una mano al viso e si asciugó le lacrime - idiota - mormorò con voce rotta - è un vero idiota, è un... - ad un tratto lasció cadere la frase e cambió posizione, buttandosi sul letto e affondando la testa nel cuscino.Quando si sveglió era già il crepuscolo e qualcuno stava bussando alla sua porta. Annabeth si tiró a sedere e vide che una buona parte del cuscino era bagnato dalle sue lacrime - si? - chiese cercando di mascherare la voce singhiozzante.
- ehy, biondina - era Clarisse - va tutto bene? -
- si, sto bene - rispose lei con scarso entusiasmo, sorvolando sull'orrendo soprannome.
- va bene, faró finta che sia così - rispose la figlia di Ares - sono venuta a dirti che mi ha detto di chiederti scusa -
Annabeth incroció le gambe sul letto - Percy? -
- si, il pivello - confermò Clarisse - gli ho detto che non doveva più avvicinarsi a te ma sembrava davvero dispiaciuto. E te sai quanto non lo sopporto. Ma non era sua intenzione ferire i tuoi sentimenti... parole sue, non mie -
- allora perché non è venuto direttamente lui? - sbuffó Annabeth. Codardo.
- oh, glielo abbiamo proibito. Avrebbe sfondato la porta ma lo abbiamo legato al tavolo di Poseidone così da non potersi muovere -
La biondina spalancó gli occhi - lo avete legato?! -
- no, certo che no... noi qui non usiamo certi metodi... Comunque quando te la senti, Chirone ha chiesto se venivi a cena. Nessuno ti farà domande, anche perché li ho minacciati di morte se avessero osato fartele -
Annabeth riuscì a tirare fuori un debole sorriso
- grazie Clarisse -
La conversazione si interruppe lì.
Quando sentì i passi di Clarisse farsi lontani, si alzó dal letto e si posizionó davanti allo specchio - che cosa ti prende? - chiese al suo riflesso - da quando ti riduci così per un ragazzo? Un ragazzo, Annabeth! Se tua madre fosse qui ti direbbe quanto sei idiota -
Non arrivò nessuna risposta - sei forte e non puoi permetterti di fare scenate di questo genere. Adesso basta piangere. Le figlie di Atena non piangono - quando decise di smettere di parlare a sé stessa come una pazza, si sedette sul bordo del suo letto cercando di ignorare i battiti frenetici del suo cuore.
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𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗ
FanfictionCi sono storie che nessuno ha mai raccontato. Ci sono storie che non avevano la necessità di essere raccontate. Ma se qualcuno non avesse deciso di farlo adesso non saremmo qui. {𝒂𝒕𝒕𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆: 𝒔𝒑𝒐𝒊𝒍𝒆𝒓 𝒅𝒊 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒚 𝑱𝒂𝒄𝒌𝒔𝒐𝒏...