- Un gigantesco errore -

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- così dovrebbe andare - disse Will, super concentratissimo nel suo lavoro - se ti stringo la benda così, senti male? -
Annabeth soffocó un gemito di dolore
- no... - mentì - se solo mi dessi... -
- "altro nettare e altra ambrosia?" Scordateto - rispose il ragazzo, alzandosi in piedi - ne hai già mangiata più del dovuto. Il veleno dovrebbe fermarsi e Percy dovrebbe arrivare tra poco -
Annabeth annuì, poi si riscosse sull'ultima parte della frase - ma io non ti ho chiesto di Percy -
- fidati, me lo avresti chiesto tra qualche secondo -
Annabeth alzó gli occhi al cielo e decise di lasciar perdere perché non aveva la forza per controbattere. Ma cosa diavolo le era preso? Si era fatta pugnalare ad una spalla con un coltello avvelenato.
Annabeth non era impulsiva, lei agiva razionalmente e secondo certi schemi logici.
Percy le aveva fatto perdere quella capacità. Con quel suo stupido modo di gettarsi nella mischia e improvvisare.
Annabeth per la prima volta non aveva pensato, aveva agito e basta e si odiava per questo.
Alla fine a Percy non importava di lei.
Allora perché a lei sarebbe dovuto importare di lui? Forse perché era l'eroe della profezia?
Annabeth avrebbe fatto qualsiasi cosa per porre fine a quella guerra. Ma la verità era che le mancava Luke, terribilmente.
Non le importava se la sua mente era stata manipolata da un pazzo psicopatico che voleva radere al suolo l'Olimpo, Luke era l'unica famiglia che avesse mai conosciuto e le mancava. Le mancavano le sue rassicurazioni, le mancava il modo in cui si allenavano insieme, il modo in cui la guardava come se avessero la stessa età.
- a cosa stai pensando? - Will interruppe i suoi pensieri versandole un po' di disinfettante sulla benda.
- non sto pensando a niente - replicò brusca lei.
- ti conosco fin troppo bene - rispose Will - riesco quasi a vedere le rotelle del tuo cervellino che si mettono in moto -
Annabeth si voltó dall'altra parte, così da non potergli dare soddisfazione
- a niente di che. Solo al fatto che darei qualsiasi cosa per riavere Luke dalla nostra parte -
Il figlio di Apollo sospiró - lo so. È stato difficile per te, per tutti noi. Ma le cose non torneranno mai come prima. Anche se Luke sopravvivesse, e decidesse di tornare con noi, non credo che riusciremmo a perdonarlo facilmente per quello che ci ha fatto passare -
Io si. Se fosse sincero lo perdonerei.
- ne sono consapevole -
- soprattutto perché avresti due persone che si contenderebbero il tuo amore - ridacchiò.
Annabeth si voltó a guardarlo e nel fare quel movimento, si procuró una fitta di dolore lungo il braccio della spalla ferita - come? -
Will intrise un'altra benda nel nettare - lo sai di che sto parlando, non fare finta di non saperlo -
- non sapere cosa? -
Will si bloccó e la guardó con disappunto - Percy è cotto di te. Sappiamo tutti che impazzirebbe di gelosia se Luke ritornasse nella tua vita -
La faccia di Annabeth assunse un color porpora e si maledì per averlo dato a vedere - non è vero. Io non gli piaccio. A lui piace Rachel - e non riuscì a trattenere una smorfia nel pronunciare il suo nome.
Will se ne accorse ma riprese a bendarla - si, certo, e io sono il dio supremo della medicina -
- Will! -
- Rachel è solo un tantino appiccicosa -
Annabeth spalancó gli occhi - solo un tantino? Sta sempre appiccicata a Percy come una cozza, ogni volta che lo guarda ha gli occhi a forma di cuore e ride per qualsiasi cosa lui dica, che sia stupita o miracolosamente intelligente - e le volte in cui lui diceva qualcosa di intelligente erano davvero poche.
Will ammiccó un sorrisetto - vedo che qualcuno qui è geloso - la canzonò
Annabeth si voltó dall'altra parte - sto solo esponendo un dato di fatto, non significa un bel niente... -
- lui ti piace - non era una domanda ma un'affermazione.
Il tono di voce di Annabeth era adesso traballante. Will sembrava talmente sicuro delle sue ipotesi che la fissava prepotentemente negli occhi - no, non mi piace. Ti sei fatto un idea sbagliata -
Will lasciò perdere definitivamente la ferita che era già stata bendata a sufficienza - allora facciamo un gioco-
- io sto morendo e tu vuoi fare un gioco? -
Will afferró un sedia e ci si sedette al volo - tu hai detto che non sei gelosa - altra affermazione
- non è che sei segretamente figlio di Afrodite? Sei quasi peggio di quei pettegoli... -
- Rachel ha baciato Percy - gli uscì di getto, senza censure, grattacapi o altro. La semplice e pura verità.
Gli occhi grigi di Annabeth si indurirono, diventando di marmo.
Will non poteva dire sul serio, Percy non avrebbe mai...
Ma sapeva che non era vero. Percy sarebbe stato benissimo in grado di baciare Rachel.
Qualcosa dentro di lei si ruppe.
Forse il suo cuore.
- lo sapevo - costató alla fine Will - fa male, non è vero? -
Annabeth non rispose continuando a meditare silenziosamente sulla cosa.
Percy aveva permesso a quella arpia riccioluta di baciarlo? Dovette stringere gli occhi per impedire a quell'immagine di prendere forma nella sua mente.
Le sembrava tremendamente sbagliato. Anche se così sapeva di essere egoista. Non era affar suo.
Percy poteva anche essere il suo migliore amico ma chi baciava non era affar della ragazza. Non poteva metter bocca sull'argomento, anche se Percy già sapeva che Rachel non le andava a genio. Ma questa volta sarebbe rimasta in silenzio.
Stava in silenzio da tutta la vita.
Annabeth era così presa dai suoi pensieri che non vide Will uscire dalla stanza per rientrarne qualche secondo dopo - Percy è qui giù, chiede di te -
Annabeth avrebbe voluto dirgli di mandarlo via, ma aveva le corde vocali bloccate.
Quel maledetto pugnale non avrebbe potuto ucciderla subito? Erano questi i casi in cui rimpiangeva di essere tanto fortunata.
Si sarebbe alzata dalla sdraio se solo Percy non avesse fatto irruzione proprio in quel momento. Appena la vide sveglia, il suo viso si aprì in un'espressione di sollievo - ehy -
Annabeth non rispose. Non ci riuscì. Come avrebbe fatto a guardarlo con gli stessi occhi di prima senza vedere Rachel?
Lui le si avvicinó - come stai? -
Lei gli lanció un occhiata gelida.
Will si guardó attorno a disagio - bene. Io vado a vedere se ci sono altre persone che hanno bisogno del mio aiuto. Vi lascio da soli - detto questo se ne andò.
Percy prese e strinse delicatamente la mano di Annabeth - non ti saresti dovuta mettere in mezzo - si riferiva a quella cosa del pugnale avvelenato.
Annabeth continuó a rimanere in silenzio. I suoi occhi non riuscivano a metterlo bene a fuoco e si sentiva spaesata.
Percy, vedendo che si comportava in modo strano, premette più a fondo - c'è qualcosa che non va? -
La ragazza finalmente lo guardò - Percy, tu sei mio amico, non è vero?-
- certo - rispose lui con ovvietà - per quale motivo me lo stai chiedendo? -
- se sei mio amico, perché non mi hai detto di aver baciato Rachel? - e quelle parole ebbero l'effetto di una lama sulla sua pelle. Le stridettero le corde vocali. Lo stomaco le diventò di piombo.
L'espressione di Percy cambiò dall'essere felice che di vederla alla consapevolezza di aver commesso uno grandissimo sbaglio - io... -
- tu niente, Percy - Annabeth provó ad alzarsi, ma fallendo miserabilmente - pensavo ti fidassi di me -
- non capisco cosa c'entri adesso - disse serio lui.
- senti - Annabeth riuscì a mettersi finalmente seduta - non importa. Tanto non capiresti ugualmente -
Percy la fissó interrogativo per una manciata di secondi - io non so chi te l'abbia detto e cosa hai capito. Ma è stata lei a baciare me -
- ah giusto, quasi dimenticavo che se è lei a baciarti allora non significa niente -
- non ho avuto il tempo di fermarla ma se avessi potuto l'avrei fatto  - si affrettó a replicare Percy - ma a te cosa importa? Ultimamente non fai altro che litigare con me. E non dire che la causa è Rachel perché lei non ha nessuna colpa -
Improvvisamente non fu solo la pugnalata a farle male.
Annabeth si toccó la benda con estrema delicatezza, prima di spostarsi e fare qualche passo più in là
- visto? Difendi ancora quella mortale! Non capisco davvero cosa ci trovi in lei -
Percy impiegó pochi secondi per capire e quando finalmente ci riuscì, spalancó la bocca con disappunto
- aspetta. Tu credi forse che mi piaccia Rachel? -
- incredibile... - borbottó Annabeth, gemendo leggermente a causa della ferita che le faceva ancora male. Ovvio. Lei cercava ancora di litigare e lui andava a parare su altro. Proprio un attimo tempismo.
- hai frainteso tutto. A me non piace Rachel. Insomma è una ragazza simpatica ma... - si bloccó e si voltó a lentamente a guardarla mentre un sorrisetto gli si allargava sul viso
- Annabeth. Non sarai per caso gelosa? -
Lei fece una smorfia - io? Gelosa? Ma ti pare. Per me potresti andare in giro a baciare chi ti pare -
- non ti credo -
- affari tuoi. Io non sono gelosa -
A quel punto riapparve magicamente dalla porta Will - scusate se interrompo... qualsiasi cosa stavate  facendo... ma abbiamo un problema. L'esercito di Crono sta tornando indietro -
A quel punto Percy si riscosse e si alzó prendendo successivamente Vortice in mano  - okay, tu raduna gli altri. Digli che sto arrivando - e Will scomparve un'altra volta.
Percy stava quasi per uscire dalla porta, quando si voltó un'ultima volta verso Annabeth - te lo dico, Annabeth e ti prego di credermi. A me non piace Rachel. Non mi è mai piaciuta...in realtà c'è un'altra persona - poi sparì.
Annabeth rimase ferma anche dopo che se ne fu andato, prendendo mano a mano la consapevolezza di aver commesso un gigantesco errore.

𝐄𝐫𝐨𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐎𝐥𝐢𝐦𝐩𝐨 ᵒⁿᵉ ˢʰᵒᵗDove le storie prendono vita. Scoprilo ora