2. Blu cobalto

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Dopo un po' fece quello che aveva fatto quando era morto suo padre e che avrebbe continuato a fare per sempre: si rialzò e decise e di non lasciarsi abbattere.

Indossò il vestito grigio e raccolse i capelli in uno chignon più ordinato rispetto al precedente.

Qualcuno bussò alla porta d'ingresso e sentì la zia gridare'' è qui!è qui!'', subito zittita da sua madre.

Non potevano indossare gioielli nè trucco, quindi lei era pronta. Prese un respiro profondo per frenare il battito accelerato del cuore e uscì.

Davanti alla porta la aspettava sua cugina Genevieve.
Era una ragazza graziosa, con lunghi capelli biondi e lisci e gli occhi verdi come il mare. Si era sposata all'inizio della Stagione dei Matrimoni col suo fidanzato e da allora appariva sempre sprizzante d'energia.

<<È stupendo!>> le disse appena fu uscita<<Sei fortunata, è bello e ricco, non potresti desiderare di più>>

Un campanello d'allarme suonò nella testa di Nova, ma non ebbe tempo di curarsene perchè Genevieve l'aveva già condotta in cucina.
Lì regnava un silenzio carico di aspettative. Nemmeno Karl, il suo cuginetto più piccolo, osava piangere.

Sua madre le venne incontro immediatamente, seguita da una figura.

<<Nova, ti presento Raphael Kroon>> esordì avvicinandosi <<Raphael ti presento Nova Akila Enkeli, mia figlia>>

Ormai era davvero vicina e così anche la figura, che ormai era distinguibile in un ragazzo. Aveva capelli neri e occhi scurissimi, ma la pelle molto chiara. Era altissimo e i suoi lineamenti erano ben definiti.

Era bellissimo.

Tuttavia non fu la sua bellezza scioccante a sconvolgere Nova, quanto piuttosto ciò che indossava. Era ben vestito, con una maglietta bianca abbinata a pantaloni blu scuro e un mantello fermato da una spilla a spirale drappeggiato sulle spalle: vestiti da nobile. Portava addirittura un medaglione dorato con un'incisione a forma di corona in madreperla.

Nova si sentì insignificante di fronte a lui; era sempre stata una ragazza dalla forte autostima, conscia delle sue abilità come dei suoi difetti, tuttavia quel ragazzo che la sovrastava non solo in altezza, ma anche dal punto di vista sociale ed economico, la fece sentire ugualmente un puntino insignificante nella grande costellazione del loro mondo devastato.

Si sentì pervadere da una rabbia assassina, perchè lo sapeva, sapeva che quei vestiti grigi e il divieto di qualsiasi ornamento non servivano a far essere la popolazione tutta uguale, quanto piuttosto a determinare le posizioni di potere e far sapere sin dal primo sguardo di stare parlando con qualcuno superiore a te.

No, non si sarebbe lasciata intimorire.

Alzò la testa e lo guardò, in viso un'espressione di curiosità celata da indifferenza.
Restarono così per qualche lungo minuto, lei che scrutava lui e lui che osservava lei.

Alla fine la madre di Nova si scharì la voce imbarazzata.
<<A tavola!>> esclamò più forte del necessario, quasi volesse estirpare l'imbarazzo che aleggiava nella stanza parlando più forte. Grazie al cielo avere una famiglia numerosa significava anche un gran casino durante i pasti, così Nova si ritrovò dall'altro lato del tavolo rispetto al suo promesso.

Raphael si dimostrò educato e cortese. Parlava con tutti e dei più disparati argomenti, ma si astenne anche solo dal guardare Nova, cosa che peraltro fece anche lei. Alla fine del pranzo Raphael era già entrato nei cuori dei suoi parenti, nonostante non avesse nemmeno scambiato due parole con la sua promessa sposa.

La cosa non parve interessare nessuno, anche se ovviamente non sfuggì a sua madre. Nova la vide rivolgerle un'occhiata e poi passare dall'altro lato del lungo tavolo e osservare Raphael, così capì che sua madre aveva appena preso una decisione. Si alzò da tavola e condusse i due ragazzi davanti alla porta di casa.

<<Ragazzi, che ne direste di una bella passeggiata per conoscervi meglio?>> domandò e Nova ricordò improvvisamente il programma che sua mamma le aveva annunciato poco tempo prima.

Raphael annuì lievemente e senza neanche capire come, i due si ritrovarono fuori dalla porta, in mezzo al vento gelido di fine dicembre.

Pensò che generalmente uno chaperon avrebbe dovuto accompagnarli, ma forse la disperazione della situazione quanto forse la stranezza di questa aveva convinto sua madre a evitarlo.

Il cuore prese a martellarle forte nel petto. Cosa mai poteva dire a lui, lei che di interessante aveva ben poco?
Si sentì a disagio, sperò con tutta sè stessa che qualcuno le riaprisse la porta e dicesse che in realtà era tutto uno scherzo.

La Dama di fumo e spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora