15. Rabbia scarlatta

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<<No, non possiamo circondare la loro tenuta di guardie armate, Signor Morr>>

<<Ma io sono sicuro che mi abbiano rubato Shelby!>>

<<Le faide fra la sua famiglia e quella del Signor Brown non riguardano gli affari del Regime, non sta a noi cercare il suo cavallo>> Raphael iniziava a spazientirsi, quell'uomo lo aveva inchiodato lì per più di mezz'ora e solo per parlare di quell'assurdo litigio fra loro e la famiglia di ricchi mercanti che abitava al confine della loro proprietà.

<<Ma, signore, io->>

<<Signor Morr la prego di smetterla, dopotutto non è la prima volta che il suo cavallo scompare e riappare qualche giorno dopo, ne abbiamo già parlato>>

<<Ma questa volta è diverso, glielo assicur...>>

La voce del vecchio signore si perse mentre la mente di Raphael volava più avanti, verso quella faccia così tanto familiare eppure così ricca di brutti ricordi: suo padre.

Non lo vedeva dal giorno del suo matrimonio e prima di quella data lo aveva visto quel fatidico giorno in cui gli aveva rivelato i piani per il suo matrimonio combinato, appena qualche ora prima che la stessa Nova lo venisse a sapere.

Prima di allora aveva cercato di vederlo il meno possibile, lo odiava con tutto stesso.

La ragione, in verità, la conoscevano soltanto in pochissimi, malgrado in giro circolassero molti voci sulla loro lite, su di lui, figlio ingrato, che aveva lasciato casa e si era arruolato, scalando moltissime vette in un tempo brevissimo.

Nessuna voce, però, raccontava ciò che era realmente successo quella notte; a volte, nelle notti peggiori, Raphael ricordava ancora la sensazione del suo sangue sulle dita, del sangue di colei che tanto lo aveva amato che gli macchiava i vestiti, del sorriso di suo padre mentre...

<<Signor Kroon, è ancora qui?>> lo interruppe il Signor Morr sistemandosi il cravattino.

<<Passi da me lunedì mattina, vedremo cosa fare>> gli rispose senza neanche udire la reazione, ormai proiettato verso la figura di suo padre.

Attraversò la sala velocemente, cercando Nova con gli occhi; l'aveva persa di vista da un po' e non voleva che lei malauguratamente si ritrovarssse ad assistere alla scena che si stava per verificare.

Giunse lì, squadrando da capo a piedi suo padre, un uomo alto, coi capelli sale e pepe e gli occhi azzurrino chiaro.

Vi si avvicinò fin quando anche l'uomo non lo notò, così suo padre vi andò incontro aprendo le braccia in un gesto teatrale.

<<Oh, Raphael, che piacere incontr...>> disse con un tono falsamente entusiasta, peccato che Raphael conoscesse bene suo padre e interruppe repentinamente quella commedia ancora sul nascere.

<<Che ci fai qui?>>chiese con voce ferma ma carica di rabbia, avvicinandosi ancor di più.

Un brivido lo percorse quando si rese conto che quello stesso tono di voce era solito usarlo suo padre, quando da piccolo combinava guai o non voleva fare i compiti; di solito ai richiami seguivano schiaffi, spintoni...

L'uomo spostò gli occhi per tutta la sala, facendoli vagare mentre sospirava.

<< Dunque, sei ancora arrabbiato, vero ?>>

<<Secondo te?!>> alzò la voce esasperato<<L'hai uccisa davanti ai miei occhi, senza pensarci minimamente!>>

<<Le cose sono andate come dovevano andare, Raphael, ed è stata colpa tua>> ribattè l'uomo, mantenendo la calma ma facendosi tutto rosso in viso per la rabbia trattenuta.
Da bambino Raphael conosceva bene quell'espressione, quando suo padre diventava rosso in viso e faceva della bocca una linea sottile: significava che era in guai seri. All'epoca ne aveva paura, ma ormai non più, la paura sostituita da una rabbia furiosa.

<<Colpa mia?!>> sbraitò Raphael <<Lei non lo meritava, lo sai bene, sapevo che non l'apprezzavi più come una volta ma non credevo l'avresti uccisa!>>

<<Se tu mi avessi ascoltato sarebbe potuta essere ancora viva>> continuò suo padre.

Raphael si sentì svuotato e improvvisamente ogni rumore divenne intollerabile, compreso il costante respiro di suo padre; avrebbe voluto sbatterlo alla parete, stringere la sua gola e...

Decise che era meglio lasciar stare e si allontanò da quell'uomo senza dire nulla, alla ricerca di Nova.
I pensieri si rincorrevano veloci, tutto si stava facendo sfocato e sentiva ancora la SUA voce rimbombargli in testa.

Quando poi vide Nova uscire da una delle nicchie intorno alla sala tenendosi gli occhi coperti si dimenticò completamente di suo padre e di tutto il resto, diretto verso di lei.

La Dama di fumo e spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora