6. Colazione e novità

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Il cuore le saltò in gola, le orecchie si misero a fischiarle e venne travolta da un terrore ingiustificato.

Raphael la stava guardando in modo interrogativo, aspettando che dicesse qualcosa.

Per un attimo aveva dimenticato di non essere prigioniera, di essere lì per ''scelta ''.
Ripristinò un minimo di contegno e vietò al cuore di batterle così velocemente, poi finalmente posò lo sguardo sulla figura del ragazzo.

Indossava dei jeans e una semplice t-shirt bianca; sembrava così... normale.

Ebbe la sensazione di aver invaso la sua intimità e una risata folle le si fece strada in gola. Per fortuna riuscì a contenersi e si concentrò sui dettagli della parete.

<<Buongiorno>> disse Raphael, lievemente imbarazzato. Nova lo guardò, finché non ricordò di dover rispondere.

<<Buongiorno>>rispose in un sussurro.

Nella stanza riscese quel silenzio imbarazzato, che Raphael spezzò in pochi secondi.

<<Ecco... mi chiedevo se ti andasse di fare colazione>>

<<Uh>> fu tutto quello che riuscì a dire Nova.
All'improvviso si rese conto di quanto avesse fame. La sera prima aveva lo stomaco chiuso dall'ansia e non era riuscita a toccare cibo.

<<Voglio dire, vuoi fare colazione con me?>> ritentò.

Nova sentì un improvvisa ondata di simpatia e in qualche modo tenerezza, nei confronti di quel ragazzo che cercava di farsela amica e che, si rese conto solo ora, era esattamente nella sua stessa situazione, costretto a sposare qualcuno che nemmeno conosceva. Annuì e si lasciò condurre fuori dalla camera.

<< Posso esplorare un po' la casa, dopo?>> chiese senza pensarci troppo sù.

Lui la squadrò confuso, forse ripensando al mini-tour che il maggiordomo le aveva fatto fare la sera prima, ma la verità era che Nova non ricordava nemmeno come era arrivata in camera, travolta da un insieme indistricabile di emozioni contrastanti fra loro.

<<Naturalmente, questa è anche casa tua>> disse infine lui.

Attraversarono un lungo corridoio tappezzato di porte e sbucarono in un grosso ambiente con grandi finestre, dominato da un lungo tavolo di legno apparecchiato.

Raphael si accomodò a capo tavola e le indicò la sedia accanto alla sua, così anche Nova prese posto. Una ragazza sbucò da una porticina laterale, portando due piatti zeppi di pancake. Glieli mise davanti e si volatilizzò, tuttavia Nova riuscì lo stesso a trovarla in qualche modo familiare.

Calò un silenzio surreale e Nova si concentrò sulle grandissime finestre che riempivano le pareti.
Purtroppo erano schermate da tende di pizzo e , per quanto cercasse di vedere qualcosa, riusciva a scorgere solo stracci di cielo.

<<Dove siamo?>> domandò, assalita all'improvviso da un dubbio terribile: Quanto era lontana da casa sua? Dalla sua famiglia? Quando li avrebbe rivisti?
Il viaggio del giorno prima non le diceva nulla, nella sua testa sarebbero potute passare ore mentre nella realtà soltanto un minuto.

Lui finì di masticare e sollevò lo sguardo.

<<In un attico nel Centro>> le disse.

Questo non avrebbe dovuto sconvolegerla, dopotutto praticamente tutti i nobili vivevano nel Centro, eppure le faceva uno strano effetto sapere di vivere in un posto che aveva sempre considerato inavvicinabile.

<<Posso uscire?>> chiese poi.

Raphael quasi si strozzò <<Certo! Non sei mica prigioniera>> esclamò, cercando qualcuno con lo sguardo.
Un uomo bruno e bassino spuntò dal nulla e si posizionò accanto al ragazzo.

<< Edmund ti accompagnerà ovunque tu voglia, quando vuoi>>spiegò indicando l'uomo.
<<Puoi uscire anche adesso, basta che torni in tempo per stasera>> continuò.

<<Cosa c'è stasera?>>

<<Il ballo>> rispose semplicemente, poi dovette vedere la confusione nella sua faccia e si affrettò a spiegare<<Scusa, errore mio, avevo lasciato l'invito sul comodino, avendo dato per scontato che l'avresti letto>>

<<Quindi quale ballo c'è stasera?>> ridomandò Nova, precipitando allo stesso tempo nella paura che l'idea le metteva.

<<È il compleanno di Madame Shelley, la moglie di un importante funzionario,siamo stati invitati entrambi ovviamente.>> terminò Raphael, osservandola imbarazzato.

Probabilmente scorse il terrore nei suoi occhi, perchè si affrettò a consolarla. Nova dovette rassegnarsi all'idea che adesso era quella la sua vita, che avrebbe dovuto far buon viso a cattivo gioco stando a stretto contatto con tutte quelle persone che ogni giorno permettevano che quella oppressione avvenisse, tutte quelle persone che odiava con tutto il cuore e vivevano sulle spalle di tante famiglie.

Nonostante tutto, però, non riusciva ad odiare Raphael, perchè ogni volta che incrociava il suo sguardo, vedeva nei suoi occhi il riflesso della sofferenza che lei stessa sperimentava ogni giorno.

La Dama di fumo e spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora