La campanella suonò, una massa di ragazzi perfettamente ordinata uscì dall'istituto. Il cielo era grigio di pioggia, grigio come le vesti che ognuno doveva forzatamente indossare.
In quel giorno piovoso, però, un grosso cambiamento aspettava tutti i ragazzi della città. Era il loro penultimo giorno da ragazzi, ancora due giorni e sarebbero stati tutti proclamati come adulti; in un'altra vita, questo sarebbe stato motivo di festa tra i giovani, ma lì, in quel mondo sfregiato dalla guerra e controllato dalla dittatura, segnava solo l'inizio della Stagione dei Matrimoni.
Questa, a dispetto del nome, durava un anno, l'anno decisivo, l'anno in cui ognuno di loro avrebbe dovuto trovare la sua anima gemella e sposarla, perchè se non l'avesse fatto l'Armata avrebbe posto fine alla sua vita.Quel giorno, per tutti coloro che non avevano già trovato l'amore della loro vita da sposare al più presto, dava inizio al periodo più oscuro della loro vita, quello in cui avrebbero dovuto dire addio ai sogni di felicità alla volta di un matrimonio forzato, per salvarsi la vita.
Nova Akila osservava da lontano quella fiumana di ragazzi. Era certa che, esattamente un anno prima, anche lei avesse avuto la loro stessa espressione affranta, prima di rassegnarsi all'idea della morte, perchè preferiva quella ad una vita infelice accanto a qualcuno che non la amava.
Scappare non avrebbe avuto senso, l'avrebbero trovata, sarebbe stato solo un cupo rimandare. Lei,ormai, aveva fatto pace con quel presagio, ma non sua madre, così, pur di accorciare un po' il discorso che sicuramente le avrebbe fatto appena tornata a casa, in cui avrebbe cercato di convincerla a sposarsi, allungò un po' il percorso.
Passeggiava lentamente sotto il ponte ferroviario, quel paesaggio tutto fumo grigio e costruzioni nere, cosparse dalla neve candida e bianca, consapevole di confondervisi completamente e di assomigliare, in modo un po' comico, a una vecchia foto in bianco e nero.
Grigio, nero e bianco.
Quelli erano i colori della sua persona: la gonna lunga e il maglione grigi che erano tutti costretti ad indossare, gli occhi dello stesso colore del cielo plumbeo, la pelle bianca come i fiocchi di neve, i capelli neri come l'inchiostro stretti in quella crocchia da regolamento.
Purtroppo, anche andando piano e facendo la strada alternativa, la strada da fare era poca, così si trovò davanti alla porta di casa, incerta sul da farsi.
La sua era una casa plurifamiliare, in cui abitava la sua famiglia, completa di nonni, zii e cugini.
Le case erano in realtà tutte uguali e molti vivevano con la famiglia intera, ma lei poteva lo stesso apprezzare questa cosa.Quando trovò il coraggio e la voglia bussò, solo che ad attenderla non era un discorso, bensì qualcos'altro.
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Tutti i suoi parenti erano assiepati intorno al tavolo da pranzo, imbandito con pietanze che, Nova ne era certa, non potevano permettersi; insomma, loro lavoravano tappeti e tessevano tessuti e, per quanto avessero una fabbrica tutta loro, rientravano ugualmente in quella fascia di persone che può permettersi una vita modesta.
Sua madre, una donna bassina coi capelli bruni e gli occhi azzurri, non le permise nemmeno di aprire bocca, perchè la trascinò nella sua camera.
La donna appariva ansiosa, forse un po' triste, e sembrò indugiare su ciò che le doveva dire.
Alla fine vuotò il sacco<<Ti sposi>> disse secca.
Nova provò a formulare una frase, ma tutto ciò che riuscì a dire fu<<Come?!>><<Ti sposi>> ribattè sua madre pratica, poi vide la sua espressione<<Ascoltami bene, tu sarai pure disposta a morire pur di non sposarti, ma io n-non ce la farei>>
Nova si lasciò distrarre da quel tremito della voce di sua madre, cosìcchè la donna recuperò la piena lucidità e aprì l'armadio della piccola stanza.
Come da regolamento vi erano solo vestiti grigi, anche se in realtà, in fondo al mobile, Nova custodiva gli abiti che a volte cuciva coi residui della fabbrica familiare e che, pur non potendo metterli, la aiutavano spesso nei momenti di sconforto.
Sedere e cucire era per lei terapeutico quanto per sua madre lo era cucinare.Quest'ultima tirò fuori dall'armadio un vestito, ovviamente grigio, di raso e coi polsini: l'abito delle feste.
<<Il tuo promesso sposo sarà qui fra un'ora, mangerà con noi, poi lo porterai a fare una passeggiata. Vi sposerete domani>> annunciò senza guardarla in faccia e Nova capì che avrebbe potuto discutere all'infinito, ma non avrebbe fatto alcuna differenza.
Poi, mentre usciva, sua madre indugiò sull'uscio della stanza e, con gli occhi lucidi, le sussurrò<<Tesoro, ci ho provato. Ho sperato fino all'ultimo che tu trovassi qualcuno, ma due mesi fa, quando Gabriel ti ha abbandonata, non ce l'ho fatta più e ho stretto un patto con un vecchio compagno di tuo padre : tu e suo figlio vi sareste sposati entro il termine massimo, solo se nessuno dei due avesse trovato il suo amore. Ti voglio bene, Nova, non posso perdere anche te>>
La ragazza fu schiacciata dal peso di quelle parole; per mesi si era ripetuta che sua madre ce l'avrebbe fatta, che sarebbe andata avanti, che sarebbe stata sostenuta dai parenti, ma, dopo quanto le aveva rivelato, non trovò la forza di discutervi.
Proprio mentre chiudeva la porta sua madre si bloccò e aggiunse<<Ti prego, Nova, fa attenzione a non rivelargli in alcun modo il tuo segreto, sarebbe la fine.>>
Sapeva bene di che segreto parlava.
Lei era una Dotata, un mostro. Quelli come lei venivano uccisi, per questo si nascondevano.<<Sì, mamma>> e la porta si chiuse.
Nova rimase nel silenzio della sua stanza e si lasciò andare alle lacrime. Erano lacrime di tristezza, ma anche, in un certo senso, di sollievo, perchè per quanto le venisse difficile ammetterlo, più si avvicinava quel fatidico giorno più si rendeva conto di non voler morire.
In un certo senso ciò che provava nei confronti di sua madre in quell'istante era come un misto tra la furia di un tradimento e la gratitudine di una possibilità.
Dalle sue mani uscirono volute di fumo nero che risucchiarono la luce della stanza, che rimase buia in modo innaturale.
A quella vista le sue lacrime nere, motivo per cui non poteva piangere in pubblico, si fecero ancora più incessanti.
Con quel potere che non sapeva controllare avrebbe potuto addirittura uccidere, eppure restava schiava di quel regime che governava il mondo.
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La Dama di fumo e spine
RomanceIn un mondo governato da un regime spietato, devastato dalla guerra e segnato da un passato orribile, che accadrebbe se, per salvarsi la vita, due giovani fossero costretti a sposarsi senza nemmeno conoscersi? Nova, di umili origini e portatrice di...