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Jimin's pov
Ero sotto shock. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Lui non poteva essere lui.

Lo osservai tutto il tempo.

Lo vidi guardarmi e sorridere prima di avvicinarsi e sedersi di fianco a me.

Non potevo crederci.

Cosa stava succedendo?

Perché era qui?

-bene ora che ci siamo tutti possiamo iniziare-disse l'avvocato Chang afferrando una busta prima di aprirla.

Mentre lo osservavo farlo, continuavo a chiedermi cosa ci facesse lo sconosciuto conosciuto pochi giorni prima di fianco a me alla lettura del testamento di mio padre.

-allora inizio a leggere le volontà del signor Park.
Carissimi, se state ascoltando queste parole vuol dire che siete riusciti a liberarvi di me. Ve ne sono grato! Scherzi a parte. Prima di tutto vorrei porgervi le mie scuse per tutti i segreti e le bugie che vi ho tenuto nascosti. Per primo mi scuso con te Jimin, non sono stato un buon padre lo so. Mi dispiace di non averti dimostrato il mio amore al meglio e di averti trascurato...-iniziò a leggere la prima parte e già mi veniva da vomitare. La sua falsità l'aveva messa anche nel testamento.

-avrei voluto più tempo per migliorare. Mi scuso anche con te Jungkook perché anche con te sono stato pessimo. Non ti ho amato come avresti meritato, così come non sono riuscito a fare con tua madre...-continuò e iniziai a collegare i punti.

-mi dispiace di non poter più rimediare ai miei errori, ma spero che riuscirete almeno voi a conoscervi e a volervi bene dato che infondo siete fratelli, anche se con madri diverse. Vi voglio bene ora e per sempre. Papà.- concluse richiudendo di nuovo la lettera prima di afferrare un altro foglio.

Io ero rimasto di stucco.

Aveva detto fratelli? Lui era mio fratello? O meglio fratellastro.

Avevo un fratello? E mi ero fatto scopare da lui?

Non riuscivo ad elaborare il tutto subito ci misi alcuni momenti.

-bene ora passiamo al testamento. Lascio al mio fidato Jack tutte le mie piante da lui amate e curate. So quanto ti piacessero. Mi raccomando trattale bene. Lascio la casa, l'azienda e tutto il mio patrimonio a...-prima che disse il nome, mi alzai abbottonandomi la giacca già pronto a sentire il mio nome.

-ai miei figli Jimin e Jungkook. So che riuscirete a vivere in armonia e che sarete degli ottimi capi per la mia azienda, ora vostra. Spero mi ricordiate con affetto nonostante tutto, vi voglio bene papà.-concluse nuovamente, chiudendo anche quel foglio.

Ero ancora scombussolato.

Che cazzo era appena successo?

-grazie avvocato Chang di tutto, arrivederci-queste furono le parole del mio presunto fratello quando saluto l'avvocato che se ne andò subito dopo.

Non appena tornato ludico, rielaborati velocemente il tutto sentendo la rabbia salirmi addosso.

-TU!-dissi avvicinandomi a Jungkook, puntandogli un dito contro.

-COSA PENSI DI FARE?-chiesi con tono alterato vedendolo non scomporsi per niente.

-pensavo di andare a farmi un panino vuoi unirti?-mi chiese gentilmente come se fossimo amici.

-SENTI COSO.....TE NE DEVI ANDARE DA QUI. QUESTA ORA È CASA MIA E NON TI VOGLIO QUI. MA POI CHI CAZZO SEI? NON FAI NEMMENO PARK DI COGNOME COME PUOI ESSERE MIO FRATELLO?-chiesi tutto urlando fregandomene della servitù intorno che origliava tutto.

-dolcezza...rilassati ok? Allora intanto non me ne vado perché questa è anche casa mia, seconda cosa non ho il cognome Park perché ho quello di mia madre visto che papà all'inizio non mi ha riconosciuto come suo figlio e terza cosa se fai così mi fai davvero eccitare da morire. Se vuoi possiamo appartarci prima del panino cosi poi avró una buona scusa per mangiarlo-disse l'ultima parte in un sussurro vicino al mio orecchio in modo che potessi sentire solo io.

-JUNGKOOK!!!!! NON MI VA DI SCHERZARE....DOVE VAI? NON HO FINITO-dissi seguendolo dato che aveva iniziato ad allontanarsi, ignorandomi.

-ma io ho finito di ascoltare...ho fame-rispose continuando per la sua strada seguito da me che cercavo di attirare la sua attenzione.

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