20.

339 30 2
                                    

Jimin's pov
Ero agitato e nervoso. Il che era strano per me. Di solito non succedeva mai che lo fossi. Neanche a scuola avevo mai provato tali sentimenti.

Non facevo che mordicchiarmi il labbro inferiore per l'agitazione. Ma poi perché ero così agitato? Era solo una cena no? Perché dovevo tormentarmi così?

Non avevo fatto altro che ripere questa cosa da quando ero tornato a casa, ma allora perché continuavo a morire per l'ansia?

*cazzo Jimin calmati! È solo una cena con Jungkook. Tuo fratello. Il tuo sexy e affascinante fratello che scopa da dio*

-Jimin- sentii bussare d'improvviso alla porta saltando suo posto dallo spavento.

Era Jungkook.

- Jimin sei pronto?-mi chiese non entrando senza il mio permesso.

-ehm...si dammi due minuti-risposi ben consapevole che due minuti non mi sarebbero mai bastati per finire di prepararmi.

- Ok, ti aspetto giù così intanto prendo la macchina-rispose lui a sua volta per poi iniziare a scendere la scale verso il piano inferiore.

Ascoltai i suoi passi allontanarsi prima di riprendere a vestirmi e sistemarmi.

-perfetto-dissi a me stesso allo specchio guardandomi un'ultima volta prima di scendere anche io al piano di sotto.

Non appena di sotto vidi Jungkook con dei jeans e un giacchetto di pelle con le chiavi in mano pronto ad andare.

-Jack?-chiesi non vedendolo lì.

-gli ho dato la serata libera. Stasera guido io-rispose aprendo la porta invitandomi ad uscire.

-sicuro di avere la patente?-chiesi io perplesso.

-ovvio che si. Ora andiamo che ho fame-continuó spronandomi a salire in auto.

-spero per te che sia vero ragazzino-risposi allacciando la cintura sperando che sapesse davvero guidare.

🍑

Arrivammo velocemente.

Dovevo ammettere che nonostante le mie riserve nei suoi confronti, guidava bene e parlare con lui non era male.

-buonasera signori. Avete prenotato?-chiese il ragazzo all'ingresso sorridendoci.

-si, a nome Jeon-rispose Jungkook per entrambi. Vidi il ragazzo abbassare lo sguardo sul registro per cercare la prenotazione finché non la provó.

-bene seguitemi- ci disse avviandosi nella sala, oltreppassandola tutta, fino ad una saletta privata.

Guardai Jungkook sorpreso e un po in ansia per la situazione.

*perché una saletta privata? Cosa aveva in mente?*

-siediti Jimin-disse subito dopo mentre lui già lo stava facendo. Imitai i suoi movimenti, rimanendo con mille domande.

-ho fatto preparare già delle cose che ora ci porteranno così che non ci disturbiamo durante la cena-disse sorridendo mentre alcune cameriere avevano già iniziato a portare diverse cose.

*saremmo stati soli tutto il tempo quindi....*

Iniziammo a mangiare, una volta soli.

Tutto sembrava andare bene e Jungkook sembrava calmo e rilassato. Non capivo molto le sue intenzioni ma stavo cercando di capirle.

-allora Minnie.....mi vuoi dire perché mi stai evitando ultimamente?-se ne uscì all'improvviso sorprendendomi.

-non ti sto evitando che dici-risposi riempendomi la bocca per non parlare ancora.

-non ci sei mai e quando ci sei ti chiudi in camera per non parlarmi. Io questo lo chiamo evitare. Hai paura di me?-chiese ancora facendomi sbarrare gli occhi portandoli su di lui.

*come può pensare una cosa del genere?*

-no. Perché dovrei?!-risposi io guardandolo sorpreso.

-allora perché? So che mi odi ma...-continuó ma io lo bloccai sul nascere.

-io non ti odio....basta con i film mentali e le paranoie-risposi mangiando cercando di far morire il discorso.

-allora dimmi che ti ho fatto? Ti prego aiutami a capire. Cosa ho fatto di male per meritarmi un trattamento così?-continuó smettendo di mangiare  guardandomi negli occhi, afferrandomi la mano.

-non hai fatto niente Jungkook...-risposi insicuro.

-allora perché?-continuó ancora.

*non molla mica*

-perché starti vicino mi manda in confusione....va bene?-risposi di getto senza pensarci vedendolo sbarrare gli occhi.

Ci fu silenzio subito dopo.

D'improvviso fece qualcosa che mi sorprese. Si alzó, avvicinandosi a me prima di posare le sue labbra sulle mie in un dolce e tenero bacio a stampo.

Non feci nulla, incapace di reagire.

Lo lasciai fare finché non si staccò posando la sua fronte sulla mia, stringendomi in un abbraccio colmo di calore.

Non sapevo bene cosa stessi facendo ma lo lasciai fare.

Show Me Your FilterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora