Capitolo 11

338 15 9
                                    


Una breve nota iniziale: questo capitolo è abbastanza p0rn, siete avvisati!



Il viaggio di ritorno verso la baita sembrò durare un'infinità di tempo. Forse la stanchezza o il crollo dell'adrenalina dovuta alla caccia, o forse il desiderio che continuava a bruciargli dentro che gli faceva sembrare il tempo dilatarsi ed espandersi.

Arrivarono quando ormai stava per calare la notte, anche se non doveva essere troppo tardi nel pomeriggio. In quel periodo faceva buio molto presto, e non era prudente rimanere fuori, tra il freddo e il rischio di possibili predatori.

Trasportarono stancamente la carne all'interno della cabina e finalmente richiusero la porta alle loro spalle. Si tolsero le scarpe e le giacche imbrattate di sangue e si lasciarono cadere sul mucchio di pelli davanti al camino, ormai spento. Per qualche minuto rimasero completamente immobili, esausti.

Will sentiva Hannibal respirare, con un ritmo lento e costante.

"Dovremmo riaccendere il fuoco" disse Hannibal, con voce stanca.

"Dovremmo, sì".

"E farci un bagno, forse".

"Mh".

In quel momento nella baita non faceva freddo. Will non voleva accendere il fuoco. Non voleva pensare a nulla.

Allungò una mano e strinse quella di Hannibal, passandogli ripetutamente il pollice sul palmo, poi rotolò sul fianco e se la portò alla bocca. Baciò le sue nocche con le labbra semi aperte, assaggiando il sapore della sua pelle misto a quello del sangue. Passò la lingua tra le dita, prendendone poi una tra i denti. Il respiro di Hannibal immediatamente si fece più rapido, e Will sentì la tensione dei muscoli del suo avambraccio. Gli si avvicinò di più, facendo scivolare il ginocchio sopra le sue cosce, strusciando l'inguine sul suo fianco.

La reazione di Hannibal fu quasi immediata: gli strinse un polso e lo trascinò sopra di sé, fino a che Will non gli si mise a cavalcioni.

Will sentiva l'erezione di Hannibal premere sotto di lui, alla base della sua. Mosse i fianchi, incapace di rimanere fermo: desiderava spogliarlo, sentire di nuovo il tocco della pelle sulla sua. Insinuò le dita sotto al maglione e alla camicia, tirandoli verso l'alto a mostrare lo stomaco e il torace. Li tirò ancora più in alto, scoprendo la testa e facendoli scorrere lungo le braccia, senza liberarle del tutto. Lo bloccò così, tenendogli le braccia inchiodate sopra la testa, poi si chinò a baciarlo. Aveva le labbra calde, morbide, affamate. Si schiusero subito per lasciare spazio alla sua lingua. Will aveva inziato a riconoscere il loro sapore come familiare, a desiderarlo, a sentirne il bisogno.

Hannibal muoveva ritmicamente i fianchi, spingendosi contro di lui, cercando più frizione, più contatto.

Will tutto ad un tratto si allontanò da lui, scivolando su un lato e ansimando leggermente.

Hannibal lo guardò, lamentandosì con un breve gemito di quella distanza.

"Will?". Il tono era interrogativo.

Aveva ancora le braccia tese sopra la testa, così come Will le aveva lasciate. Iniziò a districarsi dagli abiti, quando Will lo fermò.

"Resta così" disse, e Hannibal si fermò immediatamente, rilasciando i muscoli.

Will si avvicinò di nuovo, inginocchiandosi accanto a lui e poggiandogli le labbra sulla pelle sensibile del collo. Poteva sentire il sangue pulsare lungo la carotide. Strinse i denti, sentendo il battito più forte. Per un attimo si chiese cosa sarebbe successo se avesse affondato di più, se avesse morso fino ad aprire la pelle.

Black StarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora