Capitolo 16 - Arcobaleno.

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«Sono stato debole, ma non volevo scatenare litigi inutili sfogandomi con Harry...»

Silenzio.

«...Sono consapevole di aver sbagliato, ma cosa dovrei fare? Ora è tutto al suo posto, lui ha capito quello che volevo quando l'ho cercato...»

Silenzio.

«...Dan, apri quella cazzo di bocca e parla con me! Fino a due secondi fa eri in grado di discutere e adesso?»

Silenzio.

Un assordante silenzio, poi di nuovo qualcosa.

«Non capisco.»

«Finalmente! Cosa non capisci?»

«Perché hai nascosto tutto, evitando di dire semplicemente ad Harry che tra voi c'erano delle incomprensioni?»

Le molle del letto cigolarono, e qualcuno si spostò per la stanza con passo pesante. Probabilmente Louis.

«Dan...»

Il silenzio che ne seguì fu assordante per Harry, che si ritrovò costretto a pensare a tutto ciò di cui non si era reso conto nelle settimane precedenti. In sua difesa poteva dire di aver notato l'attaccamento insolito di Louis al cellulare, ma mai avrebbe pensato che il suo ragazzo potesse sfogare i suoi problemi di coppia con un perfetto estraneo.

Non ebbe neppure il tempo per razionalizzare i suoi pensieri, che la porta di fronte a lui si spalancò. Dan rimase pietrificato, vedendolo lì. Farfugliò qualcosa e si precipitò sul lato destro della porta contemporaneamente ad Harry così entrambi si spostano sulla sinistra poi di nuovo a destra alla fine il riccio prese l'altro ragazzo per le spalle e lo spostò con decisione alla sua sinistra

«Dan», disse con tono severo, quasi per rimproverare l'amico per ciò che era venuto a sapere. Probabilmente non immaginava che sarebbe tornato indietro da lui così presto. Si chiuse la porta alle spalle ed inchiodò il suo sguardo a Louis, cercando in ogni modo di fargli notare ciò che stava accadendo dentro di lui. Era combattuto. Sapeva bene di aver fatto tanti errori in passato e di essere stato il primo a tradire la fiducia di quel ragazzo stupendo senza il minimo rispetto, ma ora che le cose erano cambiate e loro erano andati a vivere insieme, non credeva si sarebbe ritrovato a dover affrontare una situazione tanto spinosa.

«Perché?» Domandò a bruciapelo, senza neppure aspettarsi una risposta. Louis alzò gli occhi e lo osservò, con espressione implorante di chi sapeva di aver sbagliato e non poteva far altro che chiedere perdono.

«Non importa», aggiunse il riccio facendosi qualche passo più vicino all'altro. Louis sgranò gli occhi, vedendolo cacciarsi le mani in tasca. Il riccio si girò sui tacchi e fece qualche passo verso la porta, afferrando la maniglia ed abbassandola lentamente. L'atmosfera sembrò gelare attorno ai loro corpi che, nonostante tutto, si bramavano come lati opposti di due calamite.

«Lo sentirai ancora?»

Louis si alzò dal letto a quelle parole, correndo verso il suo ragazzo, senza sapere come avrebbe reagito, con la sola speranza nel cuore che tutto sarebbe tornato al proprio posto.

«Non ho bisogno di nessuno che non sia tu. Perdonami» , bofonchiò stringendosi disperatamente alla schiena dell'altro. Harry si voltò e lo cinse con le braccia: «Avremo mai pace per più di cinque minuti, noi due?» Affermò baciandogli la testa e l'altro sorrise inspirando il suo profumo dolce, consapevole di aver trovato un punto d'incontro anche quella volta.

5 Gennaio

«I pantaloni neri», sbuffò Harry rovistando nella cabina armadio. Una maglia gli cadde sui piedi, ma la ignorò e continuò a muoversi fra un capo e l'altro. «Lou, dove sono i miei pantaloni neri?» Urlò cercando di far arrivare la sua voce fino al piano inferiore, dove il suo ragazzo stava sistemando il soggiorno con nuove foto incorniciate, quadri appesi e tende alle finestre.

Missing. -Larry Stylinson-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora