20 Gennaio
«Non vorrei dire una cosa stupida, ma ho avuto un'idea.» Disse Harry arrotolandosi i capelli lisci di Louis fra i capelli. Erano accoccolati l'uno sull'altro ormai da qualche ora, senza la minima intenzione di alzarsi, dato che entrambe avevano la giornata libera.
«Spara»,rispose il più grande.
«Sposiamoci la prossima settimana.»
Immediatamente Louis alzò la testa e si poggiò sui gomiti, osservandolo con aria interrogativa.
«Perché aspettare? Ce la faremo ad organizzare tutto e poi, potremmo anche partire per la luna di miele.»
Il viso di Louis ancora abbastanza inespressivo.
«Partiremmo il giorno prima del mio compleanno, così da poterlo festeggiare su qualche isoletta tropicale.» Ammiccò.
«Ecco!Dovevi avere un secondo fine, Styles. Vuoi festeggiare il tuo compleanno durante il viaggio di nozze?»
Harry annuì, silenzioso, come se fosse stato messo all'angolo.
«Va bene, allora. Guardami, guarda come sono ridotto...potrei dire sì a qualunque tua richiesta.» Louis si lasciò cadere sul materasso ed Harry scoppiò a ridere, coprendogli il viso di baci, poi si alzò di scatto.
«Cazzo!»
«Principe,buonasera. Molto fine.» Lo prese in giro l'altro.
«Non abbiamo tempo per fare gli idioti, dobbiamo preparare tutto. Forza,dai, muoviti!»
Louis sorrise beffardo al suo despota e si mise a sedere con le gambe incrociate. Da dove avrebbe dovuto iniziare? Dai fiori? Forse dalle bomboniere? O dalla torta? E dove avrebbero mangiato? Immediatamente pensò che una settimana non sarebbe mai bastata, ma non poteva rimangiarsi la parola data, così corse al suo smartphone.
Il primo locale che chiamò, fu il Bridges, uno dei luoghi più in voga del momento. Senza molti giri di parole, il ragazzo spiegò al suo interlocutore di cosa avesse bisogno ed egli assicurò massima disponibilità, chiedendo poi i nomi degli sposi per alcune sorprese.
«Louis ed Harry», disse lui entusiasta. Ma a quelle parole, l'uomo sembrò svanire dall'altra parte dell'apparecchio.
«Pronto?»L'uomo si scusò immediatamente con lui per il disguido, ma facendo un rapido controllo si era reso conto di non avere la sala adeguata a disposizione per quel giorno. E riagganciò. Louis rimase interdetto,ma non si perse d'animo e tentò di nuovo con altri due locali molto acclamati dai giovani per questo tipo di eventi. Entrambi sembrarono non avere problemi, salvo il rimangiarsi tutto non appena venivano a conoscenza dei nomi degli sposi. Louis, demotivato ed innervosito,chiamò l'unico posto in cui era certo avrebbero avuto posto per una felice coppia omosessuale in procinto di sposarsi.
«Mrs.Coleman? Salve, sì, sono Louis.» La donna chiese per quale motivo stesse chiamando durante il suo giorno libero e, dopo una serie di domande inerenti il lavoro, lo lasciò parlare.
«Avrei bisogno della sala grande, per un banchetto di matrimonio.» Lei,come previsto, si rivelò immediatamente disponibile e segnò la data sulla propria agenda. Solo in un secondo momento, domandò al ragazzo chi fossero gli sposi, più per una curiosità personale che per evidente necessità.
«Io e il mio ragaz-» Non riuscì a terminare la frase che la donna perse il controllo ed iniziò ad urlare per tutto il Cafè la notizia.Louis avrebbe potuto chiudere la conversazione lì e lei non se ne sarebbe nemmeno accorta.
«Mrs.Coleman... Mrs. Coleman... Paula!» Alzò la voce Louis, sentendola raccontare anche troppo a tutto il personale del Cafè.La donna si scusò innumerevoli volte per essersi lasciata trasportare tanto dalle emozioni e, alla fine, diede a Louis la più completa disponibilità per qualunque cosa. Senza forze, il ragazzo si lasciò cadere sul letto, pochi secondi prima che Harry facesse di nuovo la sua comparsa sulla porta.